Dal ritmo lento del Bernina alla vertigine dello Stelvio, un viaggio che sa di montagne su mitici binari e leggendari tornanti. Ecco il racconto di un itinerario denso di paesaggi meravigliosi, emozioni e incontri straordinari.
Dal Trenino Rosso al Passo dell Stelvio, tra storia e tornanti.
Ci sono viaggi che nascono lenti, quasi in punta di piedi (“kalipe”, direbbe il mio amico Reynold Messner), ma che lasciano tracce profonde. I viaggi che racconto non sono solo un percorso, ma un omaggio alla bellezza dei luoghi, alla forza del tempo e agli incontri che ti restano dentro.
Il Passo dello Stelvio, raggiunto e doppiato durante un lungo viaggio (“Mountain destination”, del luglio 2016), su e giù per i monti dall’Engadina al Cadore, passando per la Valtellina e l’Alto Adige. Un itinerario che non è stato solo geografico, ma un attraversamento emotivo.
Da Tirano al Bernina e St Moritz: viaggio lento verso l’alto
Il viaggio ha preso il via a Tirano, con l'inconfondibile profilo rosso del Trenino del Bernina (mio articolo), il più spettacolare delle Alpi. Dall’affascinante borgo valtellinese si snoda una delle tratte ferroviarie più alte e panoramiche del mondo: il Bernina Express, patrimonio UNESCO, che unisce la Valtellina a ST Moritz (in Engadina) superando ponti, viadotti e tunnel.
Dal viadotto elicoidale di Brusio (6 km dal confine italiano) al Passo del Bernina (2.253 m), fino alla nitidezza del Lago Bianco e allo scintillio del ghiacciaio Morteratsch e poi alla bellezza sofisticata di St. Moritz, ogni curva ci ha regalato sensazioni uniche: silenzio, sorpresa e contemplazione.
E’ stato il magnifico preambolo delle meraviglie che ci attendevano più a sud: la leggendaria strada dello Stelvio che nel 2025 compie 200 anni (i festeggiamenti da luglio a settembre).
Tornanti ed emozioni: la salita
dello Stelvio dal versante lombardo
Lasciata Tirano e i flashback sul trenino rosso,
abbiamo cambiato ritmo. La statale 38 della Valtellina fende un paesaggio bucolico con i
terrazzamenti viticoli che s’affacciano sulla valle (qui si produce il
Nebbiolo delle Alpi).
Superata la fascinosa Bormio, il percorso stradale si fa serio: si stringe e prende decisamente quota, con l’infinita sequenza dei 40 tornanti che s’avvitano verso lo Stelvio.
Il versante valtellinese del Passo dello Stelvio è un inno alla resistenza e alla bellezza verticale. La natura si fa severa, i colori si riducono all’essenziale: pietra, cielo, abeti. La strada si arrampica con eleganza, ogni curva apre un nuovo quadro e in ogni sosta lo sguardo si perde tra scabre creste e vallate (abbiamo anche visto il volteggiare di un’aquila).
Lungo il percorso abbiamo incontrato eroici ciclisti e giovani con gli skiroller. Salire da qui allo Stelvio significa davvero meritarsi la cima.
Cima Coppi: dove la storia respira
Finalmente siamo arrivati allo Stelvio dopo un viaggio nella fatica (del motore) e nello stupore per questa storica strada voluta dagli Asburgo nel 1825. Al Passo dello Stelvio abbiamo toccato con mano il senso del tempo: sportivo, ingegneristico e umano.
Arrivare a quota 2.760 metri è molto più di una conquista geografica. È qui che lo Stelvio è diventato Cima Coppi, in onore del campionissimo che per primo domò la salita al Giro d’Italia del 1953.
Quando siamo arrivati, la zona del valico brulicava di ciclisti e motociclisti, che si mettevano in posa per la foto di rito e che curiosavano nei negozi di souvenir e prodotti tipici. Ma al di là dell’aspetto ricreativo e commerciale, alla Cima Coppi, sospesa tra cielo e roccia, l’atmosfera sa di trincee, leggende, pedalate eroiche, neve eterna e panorami mozzafiato.
Giunta l’ora di pranzo la nostra scelta è caduta sul vicino Rifugio Tibet (a 2.800 m) dotato di una grande terrazza soleggiata, dove abbiamo gustato specialità della cucina valtellinese e sudtirolese (pizzoccheri, polenta speck), e goduto del superbo panorama sull’Ortles (3.905 m) e sui tornanti altoatesini della strada dello Stelvio.
La danza dell'asfalto: la discesa in Val Venosta
Qui i tornanti (sono 48) sono più fitti, più stretti, e visti dall’alto sembrano disegnati da una penna su un quaderno di pietra.
A Gomagoi abbiamo deviato per Solda: altro mondo, altra cultura, altre montagne: Ortles, Gran Zebrù, Monte Zebrù, e gli Yak di Messner.
Poi il ritorno in Val Venosta per la continuazione del
viaggio “Mountain destination” con i
Musei Messner, i passi
dolomitici e le magiche e romantiche atmosfere del Cadore.
I NUMERI DELLA REGINA DELLE STRADE ALPINE
- Costruzione: La strada del Passo dello Stelvio fu costruita
tra il 1820 e il 1825 dall'ingegnere Carlo Donegani per volere
dell'imperatore austriaco Francesco I. Lo scopo era quello di collegare la
Lombardia, allora parte dell'Impero Austriaco, con il resto dell'Austria.
- Altitudine: Con i
suoi 2.757 metri, lo Stelvio è il passo automobilistico più alto d'Italia
e il secondo d'Europa, dopo il Colle dell'Iseran (2.770 m) in Francia.
- Tornanti: La
strada del passo è lunga 46,5 km complessivi ed è famosa per i suoi 88
tornanti (40 sul versante lombardo, 48 su quello altoatesino). Questi
tornanti rendono la salita una sfida iconica per i ciclisti e i
motociclisti di tutto il mondo. La strada collega 3 regioni (Lombardia, Alto
Adige e Val Mustair, in Svizzera). I tornanti più iconici sul versante
altoatesino: il 31: tra cielo e terra, il 14: uno dei più fotogenici, il
7: la curva Coppi.
- Panorami: la strada dello Stelvio è famosa per i suoi
panorami mozzafiato, ideali per gli amanti della fotografia. I punti più
alti offrono viste spettacolari sui tornanti, sulle montagne circostanti
(Ortles. Scorluzzo, Cristallo) e sui paesaggi alpini che sembrano usciti
da una cartolina
- Ciclismo:il Passo dello Stelvio è una delle salite più
celebri del Giro d'Italia. È spesso definito "Cima Coppi" in
onore del grande ciclista Fausto Coppi, che fu il primo a raggiungere la
vetta durante il Giro del 1953.
- Parco
Nazionale: il Passo dello Stelvio si trova all'interno del Parco
Nazionale dello Stelvio, una delle aree protette più vaste e
antiche d’Europa, che ospita una ricca biodiversità di flora e fauna
alpina.
- Cultura
e storia: il passo ha una grande rilevanza storica e
culturale, essendo stato un punto strategico durante diverse epoche,
incluse le guerre mondiali. Numerose trincee e fortificazioni militari
sono ancora visibili lungo la strada.
- Sci: durante l’estate è possibile praticare lo sci estivo sul
ghiacciaio dello Stelvio, una delle poche località in Europa che offre
questa opportunità. Le piste sono adatte a sciatori di vari livelli
- Rifugi e gastronomia: lungo la strada e alla vetta del passo, ci sono diversi rifugi dove puoi fermarti per gustare i piatti tipici della cucina alpina, come i pizzoccheri valtellinesi, la polenta e lo speck. Una pausa culinaria ad alta quota è perfetta per rigenerarsi.
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