martedì 12 agosto 2025

Minozzo: il borgo che si accende di festa

 

Tra le pietre antiche e i profumi di gnocco fritto, Minozzo ha celebrato la sua anima con “Borgo in festa”: una giornata di arte, musica, tradizioni e memorie familiari. Dal museo delle cose perdute alla compagnia dei Gobbi, un viaggio nel tempo che ha unito paesani e visitatori in un’atmosfera unica.

Quest’anno, a Minozzo, la consueta rievocazione storica della sua millenaria rocca non è stata possibile per motivi organizzativi. Ma l’associazione “Amici della Rocca” non si è arresa: il 10 agosto ha portato in scena “Borgo in festa”, trasformando la parte antica del paese in un palcoscenico di sapori, arte e musica.


Tra le pieghe del borgo

Il cuore della festa è stato il borgo antico, un pugno di case adagiato ai piedi dello sperone roccioso che sostiene i resti restaurati della “Rocca del Melocio”. Nei secoli XIII e XIV era “imponente, importante e imprendibile”. 


Ore 17: si apre la festa

Alle 17 tutto era pronto e un filo di ansia aleggiava tra gli organizzatori: la gente sarebbe venuta? La risposta è arrivata presto: i visitatori sono arrivati e in costante aumento fino a raggiungere numeri inattesi.



Tra vicoli e piazzette, bancarelle di artigianato e prodotti tipici a chilometro zero; un punto beverage sempre affollato; la tenda della cartomante con i tarocchi; una vecchia cucina allestita sotto un portico.




Sui muri, centinaia di foto raccontavano la vita del borgo; poco più in là, tele vivacissime dell’associazione Pittori Open Art di Scandiano coloravano la scena.


Il museo delle cose perdute

Molti visitatori hanno scoperto anche il “Museo delle Cose perdute”, ospitato nella cantina della mia casa natia. Più di 300 persone, nel pomeriggio e in serata, sono passate ad ammirare oggetti e attrezzi, accolte da mio fratello Maurizio. La peculiare raccolta è frutto della passione di mio padre, ex partigiano della Brigata Fiamme Verdi, che dopo una vita di lavoro raccolse attrezzi della civiltà contadina e documenti rari, alcuni risalenti all’epoca di Francesco V d’Austria-Este.




Un borgo che ha un “Museo delle cose perdute” merita sempre il tutto esaurito.

Ore 20: tutti a tavola


Con un tramonto infuocato, i tavoli disposti tra i vicoli si sono riempiti. Il profumo di gnocco fritto guidava i passi ve
rso i punti di ristoro: salumi, formaggi, pasta al sugo, torte casalinghe. 




Su un poggio erboso, il dj CaVa faceva partire la musica, mentre mia sorella Silvia, al microfono, accompagnava le fasi della festa. 



Tradizioni in scena

L’intrattenimento ha avuto il suo momento clou con la “Compagnia dei Gobbi” di Gazzano: personaggi mascherati, con vistose gobbe, tabarri e bastoni nodosi, che inscenano discussioni accese fino a spintoni e bastonate, il tutto al ritmo di chitarra. 




Una tradizione antica, recuperata e trasmessa con passione, capace di divertire anche i più piccoli.



La serata è proseguita fino a notte fonda. L’associazione “Amici della Rocca” ha ringraziato volontari e sponsor, soddisfatta per l’alta partecipazione.


 E se vi siete persi la festa, ecco tre motivi per cui vale  la pena salire a Minozzo


1.   Visitare l’antica Pieve, una delle più belle chiese della provincia di Reggio Emilia.



2.   Gustare i tortelli del ristorante Due Pini e i piatti di trota alla Peschiera del Mulino.


3.   Visitare su appuntamento l’Acetaia Razzoli ( a Razzolo), guidata dall’olimpionico Giuliano Razzoli, passato dall’oro sulle piste al “oro nero” del balsamico d’eccellenza.



 


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