Ai piedi del Monte Cimone e a una manciata di chilometri dall'Abetone, sorge Fiumalbo inserito tra i Borghi più belli d'Italia e insignito della Bandiera Arancione Touring. Il borgo custodisce storia, arte e curiosità: dalla spettacolare festa patronale del 23 agosto, al presepe vivente, alle misteriose "margolfe" e all'intrigante e delisioso croccante.
Un borgo che seduce al primo sguardo
Il paese di Fiumalbo l'abbiamo scoperto nell'agosto di qualche anno fa, durante un piacevole viaggio on the road da Maranello all'Abetone.
A Fiumalbo, dove siamo stati accolti da un'atmosfera senza tempo, la vita scorre lenta, tra tradizioni che rivivono nei giorni di festa e leggende scolpite nella pietra. Come le enigmatiche "margolfe", volti scolpiti nella pietra arenaria, simboli arcaici (forse servivano a scacciare le influenze negative o forse sono ricordi di un passato misterioso), che scrutano i passanti da illo tempore. Sono dettagli che abbiamo scoperto guardando con attenzione e lasciandoci guidare dalla curiosità.
La convivenza tra passato e presente contribuisce a rendere affascinate il borgo di Fiumalbo, dove mani sapienti ancora lavorano legno e pietra, come lo scalpellino fiumalbino Davide Santi.
Storia e
identità di un borgo di confine
Il suo nome pare derivare dai due torrenti che circondano il centro storico: Rio San Francesco e Rio Acquicciola, che più a valle si uniscono nello Scoltenna, affluente del Panaro.
Fiumalbo ha radici antichissime (nei dintorni ci sono capanne celtiche): citato nell'Alto Medioevo, fu luogo di passaggio strategico tra Emilia e Toscana, crocevia di viandanti, pellegrini e commercianti. Questa posizione di confine lo ha arricchito di storie, leggende e architetture che ancora oggi si osservano (ci sono ben sette edifici religiosi). Non è un caso che il centro storico, compatto e armonioso, sia rimasto fedele al suo impianto originario.
Fiumalbo aveva una rocca fortificata composta da tre torri già nel 1038 ( è appartenuta a Bonifacio di Canossa) punto strategico tra Emilia e Toscana. Oggi rimane una torretta ristrutturata chiamata Torre Riva Dimora Storica (offre alloggio).
Cosa vedere: le chiese di Fiumalbo
All'altezza del Santuario della Beata Vergine del Costolo, abbiamo lasciato la via Giardini (o SS 12 Brennero/Abetone) e deviato per il centro di Fiumalbo. Il panorama sulle case del borgo con i tetti in lastre di pietra arenaria e con lo sfondo dominato dal Cimone, è fantastica.
Ci siamo incamminati verso il centro con una prima sosta all'Oratorio di San Rocco (1418) costruito in stile rinascimentale con blocchi di arenaria. L'interno è una vera sorpresa: pareti e soffitto a crociera sono ricoperti da stupendi affreschi dipinti nel 1535 da Saccaccino Saccaccini da Carpi.
Pochi passi, passando accanto all'abside della chiesa parrocchiale e al palazzo che ospita il Municipio, e siamo approdati nella piazza centrale, dove tra le belle e colorate case sorgono tre chiese: quella di San Bartolomeo Apostolo (la parrocchiale), la chiesa dell'Immacolata Concezione (della confraternita "dei Bianchi") e la chiesa di Santa Caterina (della confraternita "dei Rossi" e sede del museo di arte sacra.
La chiesa di San Bartolomeo Apostolo è stata costruita nel 1220 e rifatta nel 1592 in stile romanico. Scenografica è la facciata così come l'interno a tre navate, con colonne in arenaria e con soffitto barocco. La chiesa, inoltre, custodisce opere preziose.
Per raggiungere la chiesa dei Santi Donnino e Francesco abbiamo atrraversato un ponte sul Rio Acquicciola. L'edificio religioso fu edificato nel XVII secolo insieme al Convento dei Minori Conventuali. All'interno la chiesa presenta altari in pietra e stucco e numerose tele seicentesche.
Per vicoli, piazzette, volte e voltine
Entrando nel cuore storico di Fiumalbo abbiamo avuto la sensazione di essere in un piccolo mondo autentico e senza tempo. Lasciando la piazza centrale ci siamo immersi senza una meta precisa in un fitto intreccio di viuzze, a volte dai nomi curiosi, a volte indicate da suggestive tabelle con frasi ad effetto.
Siamo andati su e giù per saliscendi e piazzette, indugiando lo sguardo su portali intagliati, percorrendo volte e voltine ricavate sotto le case che aprono suggestivi scorci ambientali.
Tradizioni che resistono
Se il borgo affascina per la sua bellezza, è nelle tradizioni che rivela la sua anima.
- FESTA DEL PATRONO: la festa del patrono San Bartolomeo va in scena il 23 agosto con la processione notturna di due antichissime confraternite, quella dei Bianchi e quella dei Rossi. Il paese sarà completamente al buio, illuminato solo da lumini rossi. Il giorno dopo festa in tutto il borgo.
- PRESEPE VIVENTE: un evento emozionante e coinvolgente che trasforma le vie del centro storico in un grande teatro sotto le stelle: botteghe aperte, costumi d'epoca, quadretti di vita quotidiana che s'intrecciano al racconto della Natività. E se c'è la neve la scena si strasforma in pura magia.
- IL CROCCANTE: dolce semplice e dal saporeirresistibile. Pellegrino Artusi (nel 1890), storico gastronomo italiano, lo inserì nel suo ricettario "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene".
Fiumalbo è un borgo che sorprende, incanta e rimane nel cuore di chi lo visita.
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