Dopo anni che lo hanno visto combattere contro diversi infortuni e tanta sfortuna, Giuliano Razzoli, in questa stagione, ha ritrovato una sorta di sintonia tra postura, sicurezza, potenza e velocità. Forse non tutti lo sanno, ma l’estate scorsa Giuliano Razzoli ha dovuto allenarsi da solo e con propri mezzi; lo ha fatto con tanti sacrifici e con una grande forza di volontà. Ha affrontato la stagione 2021/2022 di Coppa del Mondo, trasformato nella forma fisica e nella tecnica e i risultati sono arrivati, tra i quali il podio a Wengen, e se non fosse uscito, sarebbe andato sul podio anche a Schladming e Kitzbuhel.
Obiettivo
Pechino
L’obiettivo di Giuliano Razzoli era quello di partecipare alle Olimpiadi di Pechino ed è stato centrato. Questa è la terza Olimpiade per il campione olimpico a Vancouver (ha saltato quella di Pyeong Chang perché non convocato) e le sue aspettative sono forti: conquistare una medaglia. Sa di sciare bene e di essere veloce nei tratti ripidi come non lo era mai stato. Sa anche che ci sono giovani che sviluppano più velocità, come Vinatzer e Noel, tuttavia, Razzoli è sicuro che l’esperienza maturata in tanti anni di gare, sia un valore aggiunto che può pesare alle Olimpiadi di Pechino.
Il Razzo vittorioso a Vancouver 2010
Il 16 febbraio, sulla ripida pista del centro nazionale alpino di Yanqing (80 km da Pechino) Giuliano Razzoli non si accontenterà del motto “decoubertiniano”: “l’importante è partecipare”. Lotterà per la medaglia pur sapendo che lo slalom è come un terno al lotto, perché in questa Olimpiade i favoriti per la medaglia sono una quindicina, tutti vicini come qualità. “Può succedere di tutto”, afferma Razzoli che a Yanqing dovrebbe partire con il pettorale 18 (non proprio favorevole).
La “Razzo festa” e il Tricolore in valigia
Il 30 gennaio, i familiari e gli amici “dalle giubbe azzurre” del fan club, nel teatro Bismantova di Castelnuovo Monti hanno salutato “ il “Razzo” con una pittoresca e intensa festa a sorpresa. Lunedì 31, invece, nella storica Sala del Tricolore di Reggio Emilia, il sindaco Luca Vecchi, in applicazione di una mozione presentata dalla consigliera comunale Cinzia Rubertelli (minozzese e amica di Razzoli) e approvata all’unanimità, ha consegnato a Giuliano Razzoli, una copia del il Primo Tricolore (storica bandiera nata proprio a Reggio Emilia nel 1797) che il campione di Razzolo ha messo in valigia e sarà il suo portafortuna a Pechino.
Ultimo allenamento
Dal 4 al 6 febbraio sulla pista Rossignol di Frais in Val di Susa, Giuliano Razzoli ha svolto in modo soddisfacente gli ultimi allenamenti tra i paletti stretti insieme ai compagni di slalom Vinatzer e Sala. A Frais si è allenato anche il campione francese Noel, altro candidato all’oro olimpico che scherzando ha detto: “ chissà se Razzoli, se glielo chiedo, mi dirà come si fa ad andare veloce in una gara olimpica”.
Veterani in pista, uno stimolo per i giovani (come i nostri Vinatzer e Sala)
37 anni sono tanti per ambire a una medaglia ? Oggi giorno non c’è limite. Lo svizzero Feuz a 34 anni ieri, sulla pista olimpica, ha vinto la medaglia d’oro in discesa libera (purtroppo Paris solo 6°, Marsaglia 15° e Innerhofer fuori). Che dire poi del francese Clarey che a 41 anni suonati, nella stessa gara olimpica, si è messo al collo la medaglia d’argento. Mai dire mai!
Oggi grande notizia da Pechino: medaglia d'argento per una strepitosa Federica Brignone.
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