Viaggio slow, con la Renault Captur hybrid plug-in, in terra reggiana, sulle morbide colline comprese tra il torrente Tresinaro e il fiume Secchia. Un territorio ricco di scenari irripetibili e di sorprese tutte da scoprire.
Dopo nove mesi di utilizzo (21.950 km) della nostra Renault Captur Intens plug-in hybrid E- tech 160 cv, il giudizio è positivo, confermato anche da mia moglie che viaggia ogni giorno in modalità elettrica.
Il primo test drive per prendere dimestichezza con le innumerevoli funzionalità della Captur plug-in, lo abbiamo fatto pochi giorni dopo il ritiro ( presso la validissima sede di Rubiera della Concessionaria Renault Il Correggio) lungo la storica“Matilde Strasse” (QUI l’articolo).
La settimana scorsa ho ripetuto una prova (anche su sterrato) percorrendo le appartate strade che cavalcano le colline che sovrastano la “Ceramic Land” (lato reggiano).
Verso San Valentino
Con il Suv Captur plug-in, che si è “abbeverato” di energia durante la notte alla presa del garage, sono partito in direzione di Viano, deviando per San Valentino in località Rondinara. Il paesaggio della Valle del Tresinaro è bucolico e la primavera sta dipingendo di verde l’ondulata campagna. La Captur plug-in, spinta da un motore termico 1,6, affiancato da due motori elettrici (160 cv combinati) si è mossa con fluidità e in totale silenzio.
La strada per San Valentino sale tortuosa e passa accanto ai prati verdi e pettinati del San Valentino del Golf Club, un posto entusiasmante, impreziosito da quattro laghi e circondato da boschi. Il “Green” ha 18 buche e gli ospiti possono contare su una piscina e sul ristorante “Golfino”. Più in alto sul crinale spuntano la torre del castello di Montebabbio e quelle del castello di San Valentino (XVI secolo – non visitabile).
La
Big Bench (panchina gigante) di Castellarano
Dopo la Pieve di San Valentino, ho imboccato via Rontano seguendo le indicazioni per l’Agriturismo San Valentino. La rotabile guadagna lo spartiacque tra Secchia e Tresinaro offrendo un bel panorama sull’ampio e armonico paesaggio collinare. Questa è una direttrice stradale molto frequentata dai ciclisti che utilizzano anche le frequenti sterrate.
Superato un laghetto artificiale utilizzato per la pesca alla carpa, sono arrivato a una sorta di belvedere affacciato sulla Valle del Secchia. Ho parcheggiato in uno slargo della strada e ho raggiunto la panchina gigante di Castellarano con una passeggiata di 10 minuti. La posizione dove è collocata la “Big Bench” è estremamente panoramica: sotto la Valle del Secchia con gli abitati di Castellarano e Roteglia, sullo sfondo il Cimone e il Cusna ancora incappucciati di neve.
Discesa
verso Roteglia
Naturalmente ho evitato le sterrate che mi indicava Google: sono tornato a San Valentino e ho affrontato la veloce discesa (la Captur con le frenate rigenerative ha implementato la carica della batteria) su Castellarano (la sua Rocchetta è alquanto scenografica) tagliando il centro per immettermi più rapidamente sulla statale del Passo delle Radici.
Poco prima di Roteglia, il Fiume Secchia si restringe tra bianche rupi calcaree (la stretta del Pescale), creando un paesaggio alquanto suggestivo. Per ammirarlo da vicino mi sono fermato nel parcheggio del frequentatissimo ristorante Al Ristoro e di lì sono sceso sul greto del Secchia attraverso uno scosceso tratto di pista ciclo-pedonale.
Oltre all’ansa del fiume e alle falesie ho anche potuto osservare gigantesche strutture di vecchi frantoi. Tutta la zona, lato fiume, è interessante dal punto di vista naturalistico e paesaggistico
Roteglia, un borgo inaspettato
Il vicino paese di Roteglia, annunciato dal cartello: “you are in Ceramic Land”, ha origini antiche e si distende lungo il vecchio tracciato della strada del Passo delle Radici. Roteglia, paese gradevole, lindo e ordinato, possiede edifici e angoli caratteristici. Come la piazza che accoglie la Chiesa Parrocchiale affiancata dall’antica chiesa ora adibita a scopi civili, o come Casa Maffei, di origine cinquecentesca, che ospita un noto ristorante.
Percorrendo via Castello si arriva a Casa Bondioli, il vecchio borgo; poco oltre una carrareccia sale al Pilastrino, una piccola pieve in sasso dedicata alle 10 vittime di Roteglia nella tragedia di Stava del luglio 1985.
Con
la Captur, prova "off road"
A conclusione di questo stimolante viaggio, ho voluto mettere alla prova “off road” il Suv Captur plug-in Renault. L’ho fatto nei pressi di Roteglia affrontando alcuni tratti di strade dissestate e carraie che si arrampicano nel paesaggio agreste delle colline che in questo periodo si fa ammirare come un quadro.
Ho affrontato i percorsi utilizzando la modalità “Mysense” che alterna automaticamente motore elettrico e termico, ottimizzando le varie situazioni. In sintesi, "grip" e tenuta di strada mi hanno soddisfatto, così come la ripartenza in salita senza il minimo slittamento delle ruote. Mi sono davvero divertito. Km percorsi 61 di cui in modalità elettrica 57 e 4 a benzina.
Difetti
della Captur ? Forse al prossimo on the road.
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