mercoledì 13 ottobre 2021

A Canossa con la Captur Renault

Un itinerario di prossimità su e giù per le colline matildiche a bordo della Captur E-Tech Plug-in Hybrid: silenziosa, quasi “astemia” e soprattutto piacevole da guidare.

A Canossa noi non andremo, né col corpo né con lo spirito”, tuonava nel 1872 il cancelliere Bismark al Reichstag. Eppure, a parte la visita “obbligata” di Enrico IV al cospetto di Papa Gregorio VII  e della potentissima Mathilde von Tuszien, prima o poi tutti vanno a Canossa, compresi i tedeschi. Oggi andare a Canossa non è più un atto di contrizione, ma un modo per respirare la storia e assaporare la bucolica bellezza delle ondulate terre matildiche, punteggiate di borghi e rocche e per deliziarsi con i sapori della tradizione.

Enrico IV e Matilde a Canossa

Rendez vous con la Captur

A Canossa ci siamo andati più volte anche noi: in auto, in camper  e al seguito della troupe Rai di “Sereno variabile” e ci siamo tornati il 4 luglio 2021 per testare le peculiari prestazioni della nostra nuova auto, la Captur INTENS E-TECH Plug-inIl crossover Captur l’abbiamo acquistato presso lo showroom Renault di Rubiera, sede periferica della storica concessionaria del marchio francese  Auto Il Correggio. dove negli otto anni precedenti avevamo acquistato due modelli di Renault Clio tdci.

La Captur con vista sul Castello di Canossa da Cavandola

Le  trattative con i venditori di auto possono essere insidiose: non è il caso, nella fattispecie, di Marco Bulgarelli, manager e titolare della sede Renault di Rubiera), molto bravo a costruire rapporti di fiducia con il cliente, grazie al suo savoir faire, alla competenza e serietà.

Bulgarelli ha fatto suo il motto del coach manager Bob Hooey:  “se non ti prendi cura del tuo cliente, lo farà il tuo concorrente”. Anche nel caso dell’acquisto della Captur ci ha accompagnato  passo dopo passo (a cominciare dalla configurazione vis-à-vis del veicolo) nelle varie fasi dell’acquisto. E’ stato anche molto abile   ed è stato bravo a convincere mia moglie, poco incline all’uso della tecnologia.


IL VIAGGIO IN CAPTUR NELLE TERRE MATILDICHE

Il 4 luglio 2021 siamo partiti alla volta delle “terre matildiche” con la centralina della  Captur Plug-in configurata in modalità elettrica (si è abbeverata di energia alla presa di casa) con un’autonomia di 56/57 km. Il tratto della direttrice stradale che da Borzano porta a Pecorile, passando per Albinea e Puianelo con le colline che fanno da quinta, è abbastanza rilassante. Il cambio automatico “Multimode”(brevetto Renault) a quattro rapporti, privo di frizione e sincronizzatori, ha reso divertente l’approccio con le rotonde e con le ripartenze negli stop and go.

Verso Votigno

A Pecorile, località matildica adagiata nella bucolica valle del torrente Campola, abbiamo deviato seguendo le indicazioni per Votigno. La strada si arrampica decisa con curve e stretti tornanti e con pendenze che variano tra l’8 e il 18 per cento. Qui la Captur produce le prime vere soddisfazioni: il cambio automatico elimina il problema delle “scalate” ed è bastata una leggera pressione sull’acceleratore per rendere la salita divertente. 


Il
compito di muovere  il piccolo e confortevole  Suv Renault è affidato a tre motori: uno termico (da 91 cv) a benzina e due elettrici (uno da 49 cv e uno da 20 cv) e la sinergia tra questo peculiare “powertrain” (160 cv totali) dona potenza quando serve e soprattutto riduce le soste ai distributori. Nel caso di questo test-drive, non abbiamo consumato nemmeno una goccia di benzina; abbiamo viaggiato in modalità elettrica, in salita, in discesa e nel piano.

Votigno

Monumento tibetano a Votigno

Una breve deviazione (in discesa) dall’itinerario principale ci ha portato in un piazzale dominato da uno scintillante monumento buddhista (uno Stupa). Siamo a Votignoil piccolo Tibet, un borghetto medioevale costituito da una manciata di case in sasso perfettamente restaurate, da   una scenografica piazzetta con scacchiera al centro, da una casa a torre (serviva ai soldati di Matilde per controllare il territorio) e da alcuni angoli suggestivi. La vera peculiarità del borgo è l’edificio che ospita la “Casa del Tibet” che fu visitata anche dal Dalai Lama.

la pittoresca piazzetta di Votigno 

Verso Canossa

Lasciata Votigno siamo ritornati sul percorso in salita per Canossa, passando per la località di Cavandola e dal punto panoramico dove sorge il monumento a Michele Scarponi (ciclista professionista scomparso nel 2017). “La bianca, brulla, erma rupe” (Carducci) si erge là di fronte e ai suoi piedi serpeggiano verso il castello di Rossena selvaggi e grigi calanchi (gli artigli del diavolo).


Dell’antica e poderosa rocca di Canossa, costruita nella prima metà del X secolo, rimangono solo alteri e taglienti ruderi (accanto ad essi è sorto un piccolo e interessante museo). Tra le mura del castello il 28 gennaio del 1077, si consumò l’episodio dell’umiliazione di Enrico IV al cospetto del Papa Gregorio VII e di Matilde.

I ruderi del castello di Canossa

Ai piedi della storica rupe c’è il Centro Turistico “Andare a Canossa” dove si può fare il pieno di notizie sulla storia di Matilde e di delizie gastronomiche del territorio Intorno alla rupe sono stati fatti lavori di consolidamento e realizzati interessanti sentieri: uno di questi è un percorso simbolico che conduce al “Labirinto, cuore di Matilde”.

 Nel piazzale ai piedi della storica Rupe, ancora una volta ci siamo lustrati gli occhi con l’elegante silhouette della nostra Captur, siamo risaliti a bordo e pigiato il pulsante dell’accensione (silenzio assoluto) ci siamo immessi sulla Matilde Strasse”, in direzione nord.

La Captur sembra progettata per assicurare durante il viaggio uno stato d’animo di serenità e appagamento. Gli interni dell’auto sono confortevoli e generosi, l’assenza di vibrazioni e scricchiolii è assoluta. Ci siamo goduti il silenzio rotto solo dalla musica soft della radio dab.

La Captur a Canossa, sullo sfondo il castello di Rossena

Curve di storia lungo la “Matilde strasse”

La Matilde Strasse”, in direzione di Quattro Castella è una rotabile piacevole e dinoccolata: è un percorso che alterna discese, tornanti a brevi salite attraverso la bucolica bellezza dell’ondulato paesaggio. Lungo questo itinerario sono transitate e hanno guerreggiato le truppe di Enrico IV e quelle di Matilde. Lungo il percorso s’incontra la chiesetta della Madonna della Battaglia a ricordo della vittoria delle truppe matildiche ( si dice favorite dalla nebbia) su quelle imperiali.

lungo la Matilde strasse verso Quattro Castella

 Piegando a nord-est siamo arrivati sulla balconata panoramica di Bergonzano dove la sosta è d’obbligo. Da qui si gode una vista mozzafiato su un anfiteatro (è anche oasi Lipu) popolato da rigurgiti di grigiastri calanchi, prati e boschi che degradano verso i quattro colli (un tempo sormontati da castelli), ultimi e verdeggianti argini protesi sulla dilagante pianura. 

Veduta su Bianello

Bianello è l’unico castello rimasto, bello e poderoso dove nel 1111 la Contessa Matilde venne proclamata da Enrico V, “Viceregina d’Italia” e “Vicaria Imperiale”. Grandiosa è la rievocazione storica dell’episodio storico.

Bianello, rievocazione storica

Rientro a casa

Da Bergonzano a Quattro Castella la strada è caratterizzata da secchi tornanti a da una lunga discesa; qui la Captur è andata a nozze, poiché frenate e decelerazioni hanno accumulato energia. Poi, nel tratto finale quasi pianeggiante da Quattro Castella a Borzano, abbiamo attivato la modalità sport e la Captur ha mostrato i muscoli con i suoi 160 cv. Che dire: “chapeau” alla Captur E-Tech Plug-in Hybrid.

 

PER SAPERNE DI PIU’

https://youtu.be/qC7-3w82DX4

https://youtu.be/zYP5syVN6Ng

https://www.roadexperience.it/renault-captur-1-6-plug-in-e-tech/

https://www.motorbox.com/auto/auto-viste-e-provate/auto-primo-contatto/renault-captur-e-tech-plug-in-hybrid-prova-autonomia-consumi

 


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