Un itinerario di prossimità su e giù per le colline matildiche a bordo della Captur E-Tech Plug-in Hybrid: silenziosa, quasi “astemia” e soprattutto piacevole da guidare.
“ A Canossa noi non andremo, né col corpo né con lo spirito”, tuonava nel 1872 il cancelliere Bismark al Reichstag. Eppure, a parte la visita “obbligata” di Enrico IV al cospetto di Papa Gregorio VII e della potentissima “Mathilde von Tuszien”, prima o poi tutti vanno a Canossa, compresi i tedeschi. Oggi andare a Canossa non è più un atto di contrizione, ma un modo per respirare la storia e assaporare la bucolica bellezza delle ondulate terre matildiche, punteggiate di borghi e rocche e per deliziarsi con i sapori della tradizione.
Rendez vous con la Captur
A Canossa ci siamo andati più volte anche noi: in auto, in camper e al seguito della troupe Rai di “Sereno variabile” e ci siamo tornati il 4 luglio 2021 per testare le peculiari prestazioni della nostra nuova auto, la Captur INTENS E-TECH Plug-in. Il crossover Captur l’abbiamo acquistato presso lo showroom Renault di Rubiera, sede periferica della storica concessionaria del marchio francese Auto Il Correggio. dove negli otto anni precedenti avevamo acquistato due modelli di Renault Clio tdci.
La Captur con vista sul Castello di Canossa da Cavandola
Le trattative con i venditori di auto possono essere insidiose: non è il caso, nella fattispecie, di Marco Bulgarelli, manager e titolare della sede Renault di Rubiera), molto bravo a costruire rapporti di fiducia con il cliente, grazie al suo savoir faire, alla competenza e serietà.
Bulgarelli ha fatto suo il motto del coach manager Bob Hooey: “se non ti prendi cura del tuo cliente, lo farà il tuo concorrente”. Anche nel caso dell’acquisto della Captur ci ha accompagnato passo dopo passo (a cominciare dalla configurazione vis-à-vis del veicolo) nelle varie fasi dell’acquisto. E’ stato anche molto abile ed è stato bravo a convincere mia moglie, poco incline all’uso della tecnologia.
IL VIAGGIO IN
CAPTUR NELLE TERRE MATILDICHE
Il 4 luglio 2021 siamo partiti alla volta delle “terre matildiche” con la centralina della Captur Plug-in configurata in modalità elettrica (si è abbeverata di energia alla presa di casa) con un’autonomia di 56/57 km. Il tratto della direttrice stradale che da Borzano porta a Pecorile, passando per Albinea e Puianelo con le colline che fanno da quinta, è abbastanza rilassante. Il cambio automatico “Multimode”(brevetto Renault) a quattro rapporti, privo di frizione e sincronizzatori, ha reso divertente l’approccio con le rotonde e con le ripartenze negli stop and go.
Verso
Votigno
A Pecorile, località matildica adagiata nella bucolica valle del torrente Campola, abbiamo deviato seguendo le indicazioni per Votigno. La strada si arrampica decisa con curve e stretti tornanti e con pendenze che variano tra l’8 e il 18 per cento. Qui la Captur produce le prime vere soddisfazioni: il cambio automatico elimina il problema delle “scalate” ed è bastata una leggera pressione sull’acceleratore per rendere la salita divertente.
Il compito di muovere il piccolo e confortevole Suv Renault è affidato a tre motori: uno termico (da 91 cv) a benzina e due elettrici (uno da 49 cv e uno da 20 cv) e la sinergia tra questo peculiare “powertrain” (160 cv totali) dona potenza quando serve e soprattutto riduce le soste ai distributori. Nel caso di questo test-drive, non abbiamo consumato nemmeno una goccia di benzina; abbiamo viaggiato in modalità elettrica, in salita, in discesa e nel piano.
VotignoMonumento tibetano a Votigno
Una breve deviazione (in discesa) dall’itinerario principale ci ha portato in un piazzale dominato da uno scintillante monumento buddhista (uno Stupa). Siamo a Votigno, il piccolo Tibet, un borghetto medioevale costituito da una manciata di case in sasso perfettamente restaurate, da una scenografica piazzetta con scacchiera al centro, da una casa a torre (serviva ai soldati di Matilde per controllare il territorio) e da alcuni angoli suggestivi. La vera peculiarità del borgo è l’edificio che ospita la “Casa del Tibet” che fu visitata anche dal Dalai Lama.
la pittoresca piazzetta di Votigno
Verso Canossa
Lasciata Votigno siamo ritornati sul percorso in salita per Canossa, passando per la località di Cavandola e dal punto panoramico dove sorge il monumento a Michele Scarponi (ciclista professionista scomparso nel 2017). “La bianca, brulla, erma rupe” (Carducci) si erge là di fronte e ai suoi piedi serpeggiano verso il castello di Rossena selvaggi e grigi calanchi (gli artigli del diavolo).
I ruderi del castello di Canossa |
Ai piedi della storica
rupe c’è il Centro Turistico “Andare a
Canossa” dove si può fare il pieno di notizie sulla storia di Matilde e di delizie gastronomiche del
territorio Intorno alla rupe sono stati fatti lavori di consolidamento e
realizzati interessanti sentieri: uno di questi è un percorso simbolico che
conduce al “Labirinto, cuore di Matilde”.
La Captur sembra progettata per assicurare durante il viaggio uno stato d’animo di serenità e appagamento. Gli interni dell’auto sono confortevoli e generosi, l’assenza di vibrazioni e scricchiolii è assoluta. Ci siamo goduti il silenzio rotto solo dalla musica soft della radio dab.
La Captur a Canossa, sullo sfondo il castello di Rossena |
La Matilde Strasse”, in direzione di Quattro Castella è una rotabile piacevole e dinoccolata: è un percorso che alterna discese, tornanti a brevi salite attraverso la bucolica bellezza dell’ondulato paesaggio. Lungo questo itinerario sono transitate e hanno guerreggiato le truppe di Enrico IV e quelle di Matilde. Lungo il percorso s’incontra la chiesetta della Madonna della Battaglia a ricordo della vittoria delle truppe matildiche ( si dice favorite dalla nebbia) su quelle imperiali.
lungo la Matilde strasse verso Quattro Castella
Bianello è l’unico castello rimasto, bello e poderoso dove nel 1111 la Contessa Matilde venne proclamata da Enrico V, “Viceregina d’Italia” e “Vicaria Imperiale”. Grandiosa è la rievocazione storica dell’episodio storico.
Bianello, rievocazione storica
Rientro a casa
Da
Bergonzano a Quattro Castella la strada è caratterizzata da secchi tornanti a
da una lunga discesa; qui la Captur è andata a nozze, poiché frenate e
decelerazioni hanno accumulato energia. Poi, nel tratto finale quasi
pianeggiante da Quattro Castella a Borzano, abbiamo attivato la modalità sport
e la Captur ha mostrato i muscoli con i suoi 160 cv. Che dire: “chapeau” alla Captur E-Tech Plug-in Hybrid.
PER
SAPERNE DI PIU’
https://www.roadexperience.it/renault-captur-1-6-plug-in-e-tech/
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