martedì 7 ottobre 2025

Oltre il tessile: le meraviglie nascoste di Prato

 

Prato è una città scoppiettante e multietnica, capace di combinare il suo ricco patrimonio storico e artistico con un presente dinamico e innovativo.


Un "mea culpa" toscano
Prato, non era mai entrata nella lista delle mie mete toscane: un nome legato all’industria tessile, più che all’arte o al turismo. Eppure, grazie a un viaggio in pullman GT organizzato dall’Agenzia ViaggiFontana di San Polo d’Enza (RE) e accompagnato dalla brava ed eclettica Martina, mi sono dovuto ricredere. Ad ogni passo, la città mi ha sorpreso con tesori inattesi.


 Il Museo del Tessuto e i “cenci di Prato” 

 Prato deve la sua fortuna agli “stracci”: una tradizione secolare di rigenerare vecchi abiti in fibre, in filati e poi in nuovi tessuti. Questa attività, sviluppatasi tra il XII e il XVI secolo, rese la città prospera e celebre in tutta Europa.



Prato, infatti, è il maggior distretto industriale tessile del continente, sebbene negli ultimi anni una parte di attività sia assorbita dalle imprese cinesi del Macrolotto, dove vive una comunità di circa 30.000 persone. 

Il Museo del Tessuto che quest'anno celebra il suo 50° anniversario, custodisce questa identità.: allestito in un antico complesso industriale, racconta non solo la storia delle fibre e delle stoffe, ma anche quella di una comunità che ha saputo reinventarsi nel tempo.


Arte e meraviglie rinascimentali

Il Duomo e il Castello dell’Imperatore rappresentano gli iconici simboli della città,  seconda per popolazione in Toscana dopo Firenze. 

In Piazza Duomo, si erge la facciata tardo-gotica della Cattedrale di Santo Stefano:  il portale è sormontato da una vivace lunetta di Andrea Della Robbia, mentre il celebre pulpito angolare fu realizzato da Donatello e Michelozzo. E' proprio qui che, cinque volte l’anno viene mostrata ai fedeli la preziosa reliquia della “ Sacra Cintola della Madonna”. 


L’interno del Duomo, a tre navate romaniche, con le colonne in marmo verde di Prato, custodisce autentici capolavori: la Cappella della Cintola affrescata da Agnolo Gaddi) e il  transetto (definito una piccola "Cappella Sistina", con le cinque cappelle ornate dagli affreschi di Paolo Uccello e Filippo Lippi

Ascoltando le parole della  guida turistica siamo rimasti rapiti davanti alla luminosità e all'eleganza delle figure del "Banchetto di Erode, con la leggendaria Salomé.


Abbiamo poi completato la visita al Museo dell’Opera del Duomo, ospitato nel Palazzo Vescovile. Qui, tra sale affrescate e opere di grandi artisti spiccano lo splendido crocefisso attribuito al Botticelli e il parapetto originale del pulpito esterno.

 Il castello e le architetture rinascimentali

L’altra icona di Prato è  il Castello dell’Imperatore, imponente esempio di architettura sveva dalle linee militari severe. Pur privo di interni, offre la possibilità di salire sui camminamenti merlati, dai quali si gode una vista superba sulla città e sulla vicina  Basilica di Santa Maria delle Carceri, capolavoro rinascimentale di Giuliano da Sangallo.  



Tra atmosfere medioevali e rinascimentali

Il centro storico di Prato è  raccolto, e racchiuso nelle mura trecentesche. I  monumenti principali si trovano a pochi passi l’uno dall’altro, collegati da viuzze medioevali  ed eleganti piazze rinascimentali.


Piazza del Comune è il cuore pulsante della città: qui i pratesi s'incontrano e i visitatori ammirano il maestoso Palazzo Pretorio (sec XII-XIV), sorvegliato dalla statua di Francesco Tatini, celebre mercante e nume tutelare di Prato. Il palazzo un tempo era una casa a torre merlata, ora è sede di una ricca pinacoteca


Poco più avanti, lungo l'animata Via Ricasoli, ci siamo fermati all’antico Biscottificio Antonio Mattei per assaggiare i celebri cantucci.  


Qualche passo ancora e siamo arrivatii nell’ampia Piazza San Francesco, circondata da palazzi rinascimentali e dominata dalla facciata della Chiesa di San Francesco.


Sapori pratesi

Ogni viaggio passa anche dalla tavola, e Prato non delude.

Tra i piatti tipici ricordiamo:

  •  i sedani ripieni, simbolo della cucina locale
  •  le polpette all’uva passa
  •  la bozza pratese, pane croccante ideale con i salumi. 
La tradizione dolciaria è altrettanto ricca:  dai cantucci all'anice da gustare con il Vin Santo, ai biscotti di Prato, fino al caratteristico "filone condito". Rinomati sono l’olio e i vini Carmignano e Montalbano.

Per concludere

Prato è stata una rivelazione. Da città “di passaggio”, legata nell’immaginario solo al tessile, si è rivelata uno scrigno di arte, storia e tradizioni vive.
La sua capacità di unire passato e presente la rende una tappa che merita di essere scoperta.

Ringrazio l’organizzazione della Fontana Viaggi (ormai per me una musa ispiratrice per i miei viaggi) per avermi dato l'opportunità di scoprire una città sorprendente.


Prato è entrata a pieno diritto tra le città da consigliare per un viaggio in Toscana.

CURIOSITA' - CAPODANNO CINESE

Febbraio è il mese consigliato per andare a Prato in occasione del Capodanno cinese. Un evento spettacolare e fantasmagorico che coinvolge la comunità pratese, quella cinese e che incuriosisce i turisti.


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