martedì 21 ottobre 2025

Nel nido dell’Aquila

 

Sospeso tra cielo e boschi, tra le valli dell’Ozola e del Secchia, Ligonchio conserva intatta la forza gentile della sua terra e il fascino autentico del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. È il paese dell’energia fornita dall’acqua e di Iva Zanicchi, l’Aquila che da qui ha spiccato il volo verso la musica e mitici successi.

Ogni volta che torno a Ligonchio (come nei giorni scorsi per immortalare il foliage), ho la sensazione di tornare indietro nel tempo, a quando da ragazzo venivo con gli amici, da queste parti per incontrare le ragazze di Montecagno e Casalino, borgate di Ligonchio, che dal 2016 non è più comune autonomo ma frazione del comune sparso di Ventasso


“Amo i miei monti e soprattutto i Prati di Sara” (Iva Zanicchi)

Proprio da Casalino, più volte, siamo saliti — tra castagni secolari e sentieri profumati di resina — fino ai Prati di Sara (1.610 m), un altipiano di pascoli, laghetti e fiori d’alta quota, sospeso su un paesaggio di monti (con il Cusna in primo piano) e vallate di rara bellezza.


Nel magico incanto di quelle praterie, Iva Zanicchi ha ambientato la storia appassionante del suo secondo romanzo, I Prati di Sara, restituendo al lettore tutta la poesia e la forza di questo luogo sospeso tra realtà e sogno.


Più in basso, il torrente Ozola ha scavato una gola profonda, simile a un canyon: un paesaggio selvaggio, addomesticato solo in parte dall’uomo, che qui ha imparato a trasformare la forza dell’acqua in energia, con le antiche centrali idroelettriche che ancora oggi custodiscono il respiro del tempo. In questo equilibrio tra natura indomita e ingegno umano, batte il cuore autentico di Ligonchio, che dal 2016 non è più comune autonomo ma frazione del comune sparso di Ventasso.



Nel segno dell’acqua

Arrivando a Ligonchio — sia da Villaminozzo sia da Castelnuovo ne’ Monti— è impossibile non notarla: la sagoma elegante della centrale idroelettrica, magnifico esempio di architettura industriale in stile “Art Nouveau”.


Se oggi possiamo ancora ammirare questo edificio, le condotte e le opere correlate, lo dobbiamo anche ai partigiani della 145ª Brigata Garibaldi che, nell’aprile del 1945, durante il secondo conflitto mondiale, la difesero con le armi in pugno respingendo gli attacchi tedeschi.



Dai bacini imbriferi dei torrenti Ozola e Rossendola, l’acqua viene convogliata nelle condotte e precipita a valle muovendo le turbine della centrale di Ligonchio, che “pompa” energia nella rete da oltre un secolo.

La centrale ha dato lavoro a una buona parte dei “ligonchiesi”, tra cui il padre dell’Aquila di Ligonchio.



Con l’avvento degli automatismi nella conduzione, il numero degli addetti si è progressivamente ridotto, ma l’impianto — oggi gestito da Enel Green Power — resta un simbolo di orgoglio e identità per tutta la comunità.


A valle, un secondo impianto, quello di Predare, continua a sfruttare la forza dell’acqua che esce dalla centrale principale.

Ligonchio: dove l’energia diventa cultura

Dal 2009, i locali della centrale ospitano l’Atelier delle Acque e delle Energie “Di Onda in Onda, con installazioni interattive e attività didattiche legate all’energia, alla scienza e alla sostenibilità. E’ diventato un vero punto di riferimento culturale per il territorio, un luogo dove la conoscenza incontra la memoria.

Assieme al cinema teatro e all’ex sede municipale, l’Atelier contribuisce alla rigenerazione del paese e ad accrescere il richiamo turistico, partendo dal legame profondo tra la comunità e la sua centrale idroelettrica.

Cosa vedere a Ligonchio

Posto a 1.000 metri di altitudine, Ligonchio offre straordinarie bellezze paesaggistiche e ambientali, tra le più suggestive dell’Appennino reggiano e del Parco Nazionale. Anche il borgo, suddiviso in due nuclei ai piedi del boscoso Monte Croce (sulla cima ospita una Big Bench e un monumento agli alpini), merita attenzione.


Passeggiando per le sue vie si scoprono elementi architettonici di pregio: la chiesa parrocchiale, antichi architravi e portali seicenteschi, sottopassi, essiccatoi di castagne e un oratorio (quello di San Rocco) con un raffinato portale del XVII secolo




 In paese, tutti ricordano l’Aquila di Ligonchio (nata nel vicino borgo di Vaglie) con un misto di affetto e fierezza: una di loro che ha saputo spiccare il volo senza mi dimenticare le sue radici. Le sue canzoni, i suoi romanzi e persino il suo temperamento grintoso e verace portano il segno di questa terra, un tempo aspra ma generosa.

 

Il sottoscritto e Iva 17 anni fa


Molti anni fa ho avuto il piacere di incontrare Iva nella casa materna, per un’intervista a braccio: lunga, intensa, piena di emozioni, aneddoti e ricordi.



I ROMANZI DI IVA ZANICCHI : Polenta di castagne (2001), i Prati di Sara (2005), Nata di luna buona (2019) Un altro giorno verrà (2022)






Ligonchio vive oggi in un equilibrio sottile, tra modernità e memoria, tra la forza dell’acqua e l’incanto della natura.

E chi vi torna, come me, sa che qui non si arriva mai per caso: si torna perché qualcosa, nel profondo, continua ad attirare. 

Ligonchio continua a insegnare, in silenzio, che la vera energia non viene solo dall’acqua: scorre anche nelle persone che non dimenticano da dove sono partite.


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