La Valle Umbra
La Valle Umbra è uno dei paesaggi più poetici dell’Italia centrale: una conca luminosa adagiata tra i Monti Martani, le pieghe dell’Appennino e il Monte Subasio. Lo scrittore francese René Schneider la definì “l’Umbria davvero umbra”, e non è difficile intuirne il motivo. Qui convivono armoniosamente vigneti, uliveti e borghi carichi di storia come Assisi, Spello, Bevagna, Foligno e Montefalco. Senza dimenticare le “sacre” acque del Clitunno. Una terra che, in ogni stagione, diffonde una luce morbida e un’atmosfera quasi mistica.
| Bevagna e il fiume Clitunno |
Una cantina a
forma di tartaruga
In questo scenario si inserisce una delle cantine più singolari al mondo: il Carapace della Tenuta Castelbuono, proprietà della famiglia Lunelli, noti per il Ferrari di Trento. La cantina si raggiunge da Bevagna lungo la SP403 verso Cannara (il paese famoso per la cipolla). Dopo Cantalupo si imbocca una zigzagante stradina che sale tra i vigneti, fino a una collina sormontata da un grande dardo rosso, opera di Arnaldo Pomodoro: un segno che indica il dialogo tra terra e cielo e annuncia l’ingresso al Carapace.
Il sogno dei Lunelli e l’idea di Pomodoro
L’idea nacque da Gino Lunelli: creare una cantina che fosse al tempo stesso architettura, scultura e spazio produttivo, perfettamente integrata nel paesaggio umbro.
| Gino Lumelli e Arnaldo Pomodoro |
La struttura colpisce già da lontano, ma è entrando nel Carapace che la sorpresa cresce. Sotto il grande guscio in rame, un intreccio di travature ad arco ricorda lo scheletro di una tartaruga. Le grandi vetrate curve incorniciano la Valle Umbra come fossero quadri viventi, mentre il pavimento in porfido trentino, disposto in ellissi concentriche, amplifica il senso di armonia con il paesaggio.
Lo spazio di accoglienza è essenziale e luminoso, arredato con tonalità calde che richiamano il colore del vino. Qui si degustano i vini della Tenuta Castelbuono, immersi in un’atmosfera rilassata. Il protagonista è il Sagrantino, vino austero e profondo, noto fin dall’epoca romana e citato da Plinio il Vecchio.
La barricaia: il
cuore della tartaruga
Dal salone una scala elicoidale conduce nel ventre della tartaruga, dove si apre la barricaia. Lo spazio, morbido e silenzioso, ha l’atmosfera di un tempio antico dedicato al tempo: qui il vino riposa e si evolve lentamente nelle botti e nelle barrique.
All’esterno, il paesaggio progettato dal paesaggista Ermanno Casasco dialoga con quello naturale. Vegetazione autoctona, colori che cambiano con le stagioni e linee che seguono le colline rendono il Carapace un corpo vivo nel territorio.
Carapace,
cantina pluripremiata
Tanti i premi ottenuti da questa cantina: subito dopo l’inaugurazione
il Carapace ha ricevuto il Premio UNESCO “La Fabbrica nel Paesaggio” e fra i
più recenti riconoscimenti internazionali, l’inserimento tra le 50 migliori
cantine al mondo dai World’s Best Vineyards 2024, con il prestigioso titolo di
“Highest New Entry”, al venticinquesimo posto.
Montefalco Rosso
Un blend di Sangiovese, Sagrantino e altre uve locali. Profumi di frutta rossa
e spezie, gusto morbido e piacevole. Perfetto per un primo umbro, come
strangozzi al tartufo.
Montefalco Sagrantino
Il grande protagonista del territorio. Strutturato, intenso, longevo. Tannino
importante, profondo, ideale per carni rosse, cacciagione o per essere gustato
da meditazione.
Sagrantino Passito
Una chicca storica: la versione dolce del Sagrantino, con note di prugna secca,
fichi e cioccolato. Ottimo con dolci alle mandorle o cioccolato fondente.

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