lunedì 31 luglio 2023

Le magnifiche tre…Cime

Le Dolomiti sono un prorompente ed inestimabile patrimonio naturalistico che il mondo ci invidia, e la Tre Cime di Lavaredo rappresentano l’iconica e magnetica sintesi. Durante un nostro viaggio on the road tra i monti di Lombardia, Trentino/Alto Adige e Veneto, siamo andati a rendere omaggio a queste magnifiche “sfingi” di roccia, simbolo delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. 

Da Dobbiaco a Misurina


Le impressionanti pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo,
ombreggiano il paesaggio lungo la strada di Alemagna, provenendo da Dobbiaco. Nella zona del bellissimo Lago di Landro, c’è un belvedere che offre uno spettacolo indimenticabile sulle “tre dita” di pietra, forse più famose al mondo. Nei pressi del belvedere si staccano i sentieri che penetrano nel Parco naturale 3 Cime e uno di questi in tre ore di cammino porta al Rifugio Auronzo.


 Rifugio che abbiamo raggiunto lasciando la statale 51 a Carbonin e percorrendo in sequenza la storica SS48 per Misurina, la deviazione per le Tre Cime (a 500 m, grande parcheggio, area sosta camper e fermata bus navetta) e la strada a pedaggio.


Auto: 30 € | Motocicletta: 20 € | Camper e veicoli oltre 2,10 m: 45 €

Bus fino a 30 persone: 60 € | Autobus da 30 persone: 120 €

Il biglietto è valido dal momento della sua emissione fino alle ore 24 della medesima giornata. Per ogni giorno successivo di parcheggio è dovuta la stessa tariffa giornaliera.

 L’accesso alla ripida strada (aperta negli anni 50 con l’aiuto della Brigata Alpina Cadore ) che in 6 km raggiunge il panoramico parcheggio a pochi metri dal rifugio Auronzo a quota 2.333, è regolato da un casello di tipo autostradale. Il costo del pedaggio, soprattutto per i camper, è elevato (nel 2016 ce la siamo cavata con 36 euro+15 euro di supplemento per la notte), ma il prezzo è ripagato da albe e tramonti incantevoli e da panorami mozzafiato.


A proposito della strada per le Tre Cime: Dino Buzzati, scrittore e alpinista, era contrario alla costruzione di questa strada che avrebbe violato l’integrità di questi luoghi carichi di intimità, gloria e leggenda.

“ ... Su per i canaloni tenebrosi, dove sepolte dalle frane le ossa di qualche alpino ancora giacciono, salirà il crepitio svergognato dei «due tempi» mescolato a echi di orchestrine..” (scriveva Dino Buzzati).

 Ma il turismo chiedeva questo sacrificio. In ogni caso il pagamento sempre più salato per salire con i mezzi motorizzati è compatibile con la bellezza assoluta e entusiasmante che si va ad ammirare.

 Tre Cime: un’architettura naturale senza eguali

Le Tre Cime di Lavaredo si ergono maestose al confine tra l'estremo nord della Provincia di Belluno e della Regione delle Tre Cime/3 Zinnen in Alta Pusteria in Alto Adige.

 Al centro la Cima Grande (2.999 m), che Reinhold Messner ha definito “la montagna più bella del mondo”, conquistata per la prima volta nel 1869 da Paul Grohmann (l’impresa viene raccontata da Reinhold Messner nel film-documentarioLa Cima Grande”).

Negli anni 30 fu il grande Emilio Comici ad alzare l’asticella superando la parete nord. Ancora oggi la scalata rappresenta  una sfida impegnativa per gli alpinisti estremi. A fianco della Cima Grande bucano il cielo la Cima Ovest (2973 m) e la Cima Piccola (2857 m), nota nel mondo dell’alpinismo per il suo “Spigolo Giallo”.


 Montagne “insanguinate”

Le Tre Cime e le crode circostanti come il Paterno, durante la  Prima Guerra Mondiale  facevano parte del “Fronte Dolomitico” e di quel periodo rimangono numerose tracce: trincee, bunker, filo spinato, gallerie.

 La guerra sul “Fronte Dolomitico” ha sempre rivestito un ruolo rilevante nella memorialistica sul primo Conflitto Mondiale. Tanti libri e films, come “Lacrime sulle Dolomiti di Sesto”


 Accanto ai cruenti combattimenti sono andate in scena la sfida tra l’uomo e la montagna e grandi imprese alpinistiche. Come quelle di Sepp Innerkofler, alpinista soldato austroungarico e di Antonio Berti, alpinista e tenente medico italiano.

 Periplo delle “tre dita” di dolomia

“.. Siamo usciti dai camper di buon mattino armati di zaino e bastoncini; un caffè e una fetta di strudel al rifugio Auronzo poi ci siamo messi in cammino lungo il sentiero 101 (per un pezzo è una larga mulattiera) per il rifugio Lavaredo.



Sopra di noi l’enorme bastione della Cima Ovest, dall’altra parte le guglie affilate dei Cadini di Misurina. Il percorso è facile ma in piena estate non è adatto agli amanti della solitudine, non solo per gli escursionisti ma anche per gli arrampicatori.


 Dopo aver superato una chiesetta, passo dopo passo, abbiamo raggiunto il rifugio Lavaredo, dove la mulattiera si fa sentiero che punta deciso alla forcella omonima (2.454 m). La forcella è situata tra la Cima Grande e la Cima Piccola e abbiamo una prima prospettiva delle Tre Cime con la più piccola davanti alle altre. Una meraviglia, ma siamo solo all’inizio e più avanti la natura è pronta a stupirci.


 Per ammirarle nella loro maestosa interezza le Tre Cime vanno giocoforza circumnavigate con una camminata che dura 4/5 ore. La bellezza si svela lentamente lungo il sentiero in quota ed è un’esperienza meravigliosa (numerose le soste per le foto)  fino al rifugio Locatelli Innerkofler.


Il rifugio, alle cui spalle troneggia il Monte Paterno, bucherellato da trincee e gallerie, sorge sui pendii erbosi della forcella di Toblin a 2.348 metri.


 Emozionante spettacolo

Sul pianoro, ai piedi del rifugio la contemplazione, intrisa di emozioni, è d’obbligo. Là davanti emergono come d’incanto le Tre Cime, teatrali, maestose e fotogeniche. Immagini del bello che ci portiamo nella mente e nel cuore.


A malincuore abbiamo lasciato questi luoghi affrontando i sentieri 102 e 105 che con numerosi saliscendi, passando per la Malga Langalm (Malga lunga), ci h portato al parcheggio dell’Auronzo chiudendo così dopo 10 km il cerchio magico...”

 I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi” (Johann Wolfang Goethe)

 

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