Le Dolomiti sono un prorompente ed inestimabile patrimonio naturalistico che il mondo ci invidia, e la Tre Cime di Lavaredo rappresentano l’iconica e magnetica sintesi. Durante un nostro viaggio on the road tra i monti di Lombardia, Trentino/Alto Adige e Veneto, siamo andati a rendere omaggio a queste magnifiche “sfingi” di roccia, simbolo delle Dolomiti, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Da Dobbiaco a Misurina
Le impressionanti pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo, ombreggiano il paesaggio lungo la strada di Alemagna, provenendo da Dobbiaco. Nella zona del bellissimo Lago di Landro, c’è un belvedere che offre uno spettacolo indimenticabile sulle “tre dita” di pietra, forse più famose al mondo. Nei pressi del belvedere si staccano i sentieri che penetrano nel Parco naturale 3 Cime e uno di questi in tre ore di cammino porta al Rifugio Auronzo.
Auto: 30 € | Motocicletta: 20 € | Camper e veicoli oltre 2,10 m: 45 €
Bus fino a 30 persone: 60 € | Autobus da 30 persone: 120 €
Il biglietto è valido dal momento della sua emissione
fino alle ore 24 della medesima giornata. Per ogni giorno successivo di parcheggio
è dovuta la stessa tariffa giornaliera.
A proposito della strada per le Tre Cime: Dino Buzzati, scrittore e alpinista, era contrario alla costruzione di questa strada che avrebbe violato l’integrità di questi luoghi carichi di intimità, gloria e leggenda.
“ ... Su per i canaloni tenebrosi, dove
sepolte dalle frane le ossa di qualche alpino ancora giacciono, salirà il
crepitio svergognato dei «due tempi» mescolato a echi di orchestrine..” (scriveva Dino Buzzati).
Le Tre Cime di Lavaredo si ergono maestose al confine tra l'estremo nord della Provincia di Belluno e della Regione delle Tre Cime/3 Zinnen in Alta Pusteria in Alto Adige.
Al centro la Cima Grande (2.999 m), che Reinhold Messner ha definito “la montagna più bella del mondo”, conquistata per la prima volta nel 1869 da Paul Grohmann (l’impresa viene raccontata da Reinhold Messner nel film-documentario “La Cima Grande”).
Negli
anni 30 fu il grande Emilio Comici ad
alzare l’asticella superando la parete nord.
Ancora oggi la scalata rappresenta
una sfida impegnativa per gli alpinisti estremi. A fianco della Cima Grande bucano il cielo
Montagne “insanguinate”
Le Tre Cime e le crode circostanti come il
Paterno, durante la Prima Guerra Mondiale facevano parte del “Fronte Dolomitico”
e di quel periodo rimangono numerose tracce: trincee, bunker, filo spinato,
gallerie.
“.. Siamo usciti dai camper di buon mattino armati di zaino e bastoncini; un caffè e una fetta di strudel al rifugio Auronzo poi ci siamo messi in cammino lungo il sentiero 101 (per un pezzo è una larga mulattiera) per il rifugio Lavaredo.
Sopra di noi l’enorme bastione della Cima Ovest, dall’altra parte le guglie affilate dei Cadini di Misurina. Il percorso è facile ma in piena estate non è adatto agli amanti della solitudine, non solo per gli escursionisti ma anche per gli arrampicatori.
Sul pianoro, ai piedi del rifugio la contemplazione, intrisa di emozioni, è d’obbligo. Là davanti emergono come d’incanto le Tre Cime, teatrali, maestose e fotogeniche. Immagini del bello che ci portiamo nella mente e nel cuore.
A malincuore abbiamo lasciato questi luoghi affrontando i sentieri 102 e 105 che con numerosi saliscendi, passando per la Malga Langalm (Malga lunga), ci h portato al parcheggio dell’Auronzo chiudendo così dopo 10 km il cerchio magico...”
“I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi” (Johann Wolfang Goethe)
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