Sul Plan de Corones non si vivono solo emozioni alpine, ci si nutre anche di cultura. Sulla panoramica cima, oltre al Mountain Messner Museum Corones, escursionisti e sciatori possono visitare anche il Lumen Museum, un unicum che racconta la montagna attraverso la fotografia.
Un po’ di storia del “Plang de Curunes” (in lingua ladina)
Fino ai primi anni 60 il cocuzzolo di Plan de Corones veniva raggiunto solo a piedi, poi la cima venne “scalata” da più versanti, dagli impianti di risalita. La fortuna per il “Plan” è arrivata nel segno del “galletto rosso”, il simbolo che ha unito, superando rivalità e invidie, in una sola area di vacanze (il Kronplatz ) i centri turistici che gravitavano attorno alla montagna.
Ed è proprio grazie a questa lungimirante collaborazione che il “domaine-skiable” Kronplatz è diventato una delle zone sciistiche meglio attrezzate e più frequentate dell’Alto Adige.
Il sesto museo di Messner
Ma per rendere la montagna Plan de Corones appetibile in tutte le stagioni, bisognava mettere in campo nuove idee e appoggiare il progetto del Messner Mountain Museum Corones è stata, in quel senso, una scelta vincente.
Così nel 2015, in un angolo strategico e panoramico del Plan de Corones, è stato inaugurato lo spettacolare MMM Corones, il sesto della “cordata museale” realizzata da Reinhold Messner. I temi centrali del museo sono la disciplina dell’alpinismo tradizionale e le grandi pareti, raccontati attraverso una peculiare esposizione di oggetti provenienti dalle collezioni dell’icona dell’alpinismo Reinhold Messner.
Gli escursionisti e gli sciatori (o i semplici contemplatori) che salgono ai 2.275 metri di questo vasto panettone inondato dal sole e con un panorama straordinario, trovano un’altra meraviglia, il Lumen Museum of Mountain Photografhy,(inaugurato nel 2018) diretto con competenza da Thina Adams.
Se il MMM Corones, dal punto di vista architettonico è un’opera d’arte frutto dell’estro di Zaha Hadid (scomparsa nel 2016), il vicino Lumen Museum, firmato dall’architetto Gerhard Mahlknecht, in quanto a spettacolarità non è da meno. L’archistar altoatesino, su incarico della Kronplatz AG, ha ristrutturato in chiave moderna e dinamica e in sintonia con il paesaggio, l’edificio che ospitava la vecchia stazione a monte della funivia.
La struttura, bianca come la neve (in inverno la scenografia toglie il fiato), è stata pensata come una finestra sul mondo dolomitico. Spettacolari e coinvolgenti sono gli allestimenti interni del museo, distribuiti su quattro piani, frutto della collaborazione con importanti partners, tra i quali: Durst (tecnologie di produzione e stampe digitali), TAP ( archivio tirolese per la documentazione fotografica), Red Bull Illume (il più grande contest fotografico al mondo di adventure e action sport), Alinari (la più antica azienda al mondo operante nel campo della fotografia e della comunicazione) e il National Geographic che cura le mostre temporanee.
Il Lumen a tavola
Sinergica e gustosa è anche la collaborazione con lo chef altoatesino Norbert Niederkofler (tre stelle Michelin) che ha trovato spazio nell’Alpinn-Food Space&Restaurant, panoramicamente proteso sul panorama dolomitico, visibile da ampie vetrate.
L’arte culinaria dello chef stellato Norbert Niederkofler si richiama ai ritmi della natura, alle tradizioni e alla cultura montanara. Sedersi a tavola nella location mozzafiato dell’Alpinn a gustare piatti in cui cultura e tradizione montana si fondono, è una degna conclusione (o intervallo) della visita al Lumen Museum.
GLI HIGLIGHT DEL LUMEN
Il Lumen Museum occupa una superficie di 1.800 metri quadrati distribuiti su quattro piani. Il percorso espositivo si sviluppa dall’alto verso il basso, raggiugendo il quarto piano con uno scenografico ascensore. Il tema della fotografia di montagna viene analizzato da diverse prospettive in modo multidisciplinare e gli argomenti trattati vanno dall’alpinismo alla storia, passando per la politica e la spiritualità.
DA NON PERDERE
- Le sale dedicate alle antiche macchine fotografiche e grandi pionieri della fotografia di montagna, tra i quali Jules Beck, Bernhard Johannes e Vittorio Sella, con immagini che sono diventate testimonianze di imprese estreme.
- La “sala degli specchi” che disorienta con il suo incredibile gioco di riflessi che combina arte e montagna.
L’incredibile stanza dell’OTTURATORE: una grande apertura sulla parete che si apre lentamente proprio come un otturatore, mostrando l’eccezionale panorama che si vede da Plan de Corones. A otturatore chiuso, la parete diventa uno schermo di proiezione. Seduti sulle poltrone della stanza, muniti di speciali visori, si può compiere un volo virtuale tra le cime delle Dolomiti.
La mostra permanente “Messner meets by Durst, dove attraverso installazioni multimediali, propone scatti fotografici e citazioni di Reinhold Messner, pioniere dell’alpinismo e patrocinatore della tutela delle Alpi.
Il Lumen possiede anche una magnifica sala, con affaccio sulle Dolomiti e composta da pareti adattabili per garantire diverse scenografie adatte a congressi, seminari e workshop e soprattutto mostre temporanee.
La visita al museo della fotografia di montagna, che regala sorprese ed emozioni ad ogni passo, è un’autentica interpretazione del turismo esperienziale.
INFO
Per raggiungere il Lumen Museum si prende la telecabina a Riscone a pochi chilometri da Brunico.
Lumen: https://www.lumenmuseum.it/it-it
Nessun commento:
Posta un commento