Sulla
impressionante pendenza della pista “Face de Bellevarde”, uno strepitoso Stefano
Gross sale sul terzo gradino del podio nello
slalom di Val d’Isere. La vittoria va a Pinturault, Moelgg 14esimo, Tonetti
23esimo, Razzoli 26esimo.
Dopo
l’inclemenza del meteo che sabato ha portato all’annullamento della gara di
slalom maschile di Coppa del Mondo, domenica il sole splendeva sul ripido pendio della pista “Face de Bellevarde” di Val d’Isere
dove si è recuperata la gara. Neve ottima e pista ben preparata dagli addetti
francesi e ne ha beneficiato la gara che è stata bellissima e piena di colpi di
scena.
La
tracciatura della prima manche, alquanto angolata, ha portato all’errore molti
atleti (in 25 hanno chiuso la gara anzitempo, tra questi anche Noel) tenendo gli spettatori con il
fiato sospeso. Kristoffersen, staccatosi
dal cancelletto come una furia (il più forte sono io) era deciso a superare al
cronometro uno stellare Pinturault.
Ma
lo sci oltre a essere fantastico è anche imprevedibile e il tranello e l’errore
sono sempre in agguato.
Tant’è
che il vichingo l’errore lo commette, perde 3 secondi e chiude la manche al
27esimo posto. Incredibile!
E
incredibile è quello che farà nella seconda manche con una pazzesca rimonta che
lo porterà ai piedi del podio. Kristoffersen
fa capire che il dopo Hirscher è
lui.
Gli
italiani fanno sperare: Moelgg si
comporta bene nella prima manche (11esimo) ma nella seconda inspiegabilmente
rallenta, non riesce a recuperare velocità e chiude 14esimo. Non è una delle
gare migliori che Manny ha interpretato
Gross, sceso con il
pettorale 13, fa capire di essere in ripresa e agguanta il nono posto di
manche. Nella seconda accelera, recupera posizioni, assapora il primo posto per
un po’, poi viene superato da Myrer
(secondo) ma sale comunque sul podio. Grande
Stefano.
A
parte Tonetti, tutti gli altri
italiani sono fuori dai giochi.
"Delusion" Razzoli
Strana
gara quella di Giuliano Razzoli; è
ancora lontano dalla forma migliore e non ha ancora trovato il giusto feeling
con gli sci, e questo è un handicap non da poco. Già nella prima manche è
apparso lento, troppo macchinoso tra i pali e il cronometro risulterà implacabile.
Nella
seconda manche il Razzo lascia al
cancelletto l’aggressività che serve; scia in modalità slow, fatica sul muro e
arriva lento sulle ultime porte. Finisce al 13esimo posto provvisorio e a fine
gara è 26esimo. Una manche non bella e all’arrivo è palese il suo disappunto.
Ora il Razzo
ha una ventina di giorni per sistemare la forma e l’assetto perché lo aspetta un gennaio “terribilis”: Zagabria (4 gennaio), Madonna di Campiglio (8 gennaio), Adelboden (12 gennaio), Wengen (19 gennaio), Kitzbuhel (26 gennaio). " Ad maiora semper, Razzo"
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