Questo
raduno, da me organizzato per l’International EuRopa Club di Bologna, si svolse
nel maggio 2010 al Castello di Firmiano e a Castel Juval. L’evento fu poi
raccontato da Andrea Afragoli, camperista e acuto osservatore della montagna in tutti i suoi molteplici aspetti.
Castel
Firmiano,
situato alle porte di Bolzano, è il cuore di un sistema museale unico al mondo,
per location e contenuti, ideato dal grande scalatore, scrittore e regista.
Nel 2015 è stato inaugurato a Plan de Corones il sesto e ultimo museo
della Montagna, che si aggiunge a Monte
Rite (in Cadore), al Castello di
Brunico, a Castel Firmiano, a Castel Juval e a Solda.
Questa straordinaria “cordata” museale l’ho raccontata in due reportage
pubblicati in giugno e luglio 2017 sul magazine Caravan e Camper Granturismo.
Ma
ora torno al raduno del maggio 2010 e lascio ad Andrea Afragoli la descrizione che al suo interno racchiude anche
spunti filosofici.
INCIPIT
Uno dei più grandi
romanzi del ‘900, “La montagna incantata” di Thomas Mann, opera che si prefigge di mostrare in un microcosmo
popolato da umanità sofferente la struttura della società del tempo, è
ambientato a Davos, sulle Alpi
svizzere. E’ quindi fra i monti, con
tutto il loro carico simbolico, che l’umanista Settembrini ed il gesuita Naphta
si incontrano e scontrano, non solo verbalmente, ed è qui che il protagonista,
un giovane Hans Castorp, vivrà il
suo lungo percorso di formazione in attesa delle tragedie della prima guerra
mondiale. Se la montagna è per Mann
luogo di raccolta di questo turbinio di umanità, il luogo di raccolta delle
cose di montagna, il primo e più importante dei musei del Messner Mountain Museum non poteva che recare omaggio al romanzo del premio Nobel di
Lubecca, essendo stato chiamato da Reinhold
Messner “La montagna incantata”.
CASTEL
FIRMIANO
Fra gli incanti della montagna, alla
scoperta di Castel Firmiano prima e
di Castel Juval poi, non poteva che
portarci la sensibile personalità di Osvaldo
Ferretti, che aveva ben capito il valore, non solo per gli appassionati, di
questi luoghi.
Situato al margine sud-occidentale di Bolzano, sovrastante il fiume Adige, Castel Firmiano è uno degli emblemi
dell’Alto Adige. Non poteva quindi essere che questa la naturale collocazione
della sede centrale del suo “museo in cinque tappe” ( così era nel 2010), con MMM Juval in Val Venosta, MMM Ortles a Solda, MMM Dolomites sul monte Rite nel Cadore
e l’MMM Ripa a Brunico in val Pusteria.
All’interno delle possenti mura di Firmiano
vari percorsi conducono al cospetto di
sculture e oggetti simbolici, foto e quadri, ricordi di innumerevoli
spedizioni in giro per il mondo del “Fondatore”,
ma anche veri e propri pezzi della storia dell’alpinismo come l’attrezzatura
utilizzata da Walter Bonatti per la
prima del K2, o un rampino
appartenuto a Winkler, primo scalatore
delle torre del Vajolet a lui
dedicata, sul Catinaccio, oppure
ancora un moderno caschetto giallo in plastica, oggetto apparentemente fuori
contesto in una cornice così antica se non fosse che, protetta da quel
caschetto, c’era la testa dell’alpinista che realizzò la prima solitaria invernale sulla parete
nord dell’Eiger, probabilmente il
più difficile e costoso in termini di vite spese “problema alpinistico” del
secolo scorso.
La montagna non è però solo ardimento,
impresa ai limiti dell’umano, la montagna è anche fonte di sussistenza per
l’uomo che la sfrutta, ancor prima di scalarla, penetrando nelle sue viscere
attraverso le miniere, ed a questo durissimo mondo fatto di fatica, pericolo,
vita breve che a Firmiano è dedicato un tunnel scavato nella roccia, una
allegoria della miniera ricca di suggestioni. Inoltre, la montagna è talvolta sacra, luogo del “kora”,
pellegrinaggio circolare che viene riprodotto nel museo, o delle vette
“proibite”, così come la cappella in rovina sulla cima del monte del castello.
Ed è forse proprio la sacralità delle
pareti verticali che attira tante giovani vite sui pendii, talvolta spezzandole
per sempre. A queste giovani vite, ai volti più famosi dei caduti dell’alpinismo,
dal fratello Gunther Messner perso
durante un’ascensione in coppia sul Nanga
Parbat al celeberrimo Hermann Bull,
è dedicata una struggente cappella con quattro pareti, innumerevoli fotografie,
tutte uguali nelle dimensioni perché tutti si è uguali davanti alla morte, e le
suggestive note di “Blowing in the wind”, dalla voce di Bob Dylan.
L’INCONTRO
CON MESSNER
Promesso ma non sperato, spesso (non per Osvaldo) motivo di richiamo per il
pubblico rettificato in assenza dell’ultimo minuto, terminata la visita al
castello e rifocillati con taglieri di salumi e birra chiara freschissima ci
attende l’incontro con “sua maestà il Fondatore”, l’uomo dei 14 Ottomila.
<< Arriverà? Si dice sia a Roma, dal Presidente Napolitano…
figuriamoci se si ricorda di noi! >> Ed invece, con quel poco di ritardo
che non si può non concedere alle star, eccolo: Reinhold Messner, classe 1944, leggenda vivente dell’alpinismo
mondiale.
Ci saluta, con l’italiano faticoso di chi sogna e pensa in tedesco, e
comincia a raccontare. Di cosa? Del suo “15° Ottomila”, il museo. L’ultima
sfida, anche questa vinta. Poi le domande, tante domande e tante risposte, un
brivido forte per chi scrive quando spiega che le montagne più belle del mondo
sono certamente le Dolomiti, e che
la più bella montagna delle Dolomiti
(quindi…) è la Civetta, la parete
delle pareti, l’enorme organo che sovrasta Alleghe
ed il mio piccolo ritiro fra i monti. Quando Messner ci saluta, quasi timidamente, è trascorsa un’ora. Grandi
sensazioni, grandi emozioni.
CASTEL JUVAL
Le suggestioni, si sa, riempiono la mente e
il cuore ma non certo lo stomaco, e famosi sono gli stomaci dei camperisti.
Poteva il mitico Osvaldo
dimenticarsi questo? Certamente no, quindi a sera eccoci pronti per
un’anteprima di Castel Juval, che
visiteremo il giorno successivo, attraverso i sapori dell’osteria Schlosswirt Juval, una splendida stube
in legno sulle alture ai fianchi della Val
Venosta circondata da ripidi vigneti.
Cena ottima, come da lunga e
consolidata tradizione, fatta di impressioni appena provate che sono già
ricordo ed eccitazione, interesse per ciò che ci attende, oltre che da
abbondante cibo e tante chiacchiere. Il ritorno ai camper, come l’andata, in
mini-pullman per i più, e con passeggiata al chiaro di luna per i più romantici.
LA VISITA
Domenica mattina si risalgono gli stretti
tornanti che portano a Juval,
splendida residenza estiva della famiglia Messner
ed oggi sede del MMM dedicata al
“mito” della montagna. Il museo ospita una raccolta di dipinti con vedute sulle
montagne sacre come il Kailash in
Tibet, il Fujiama in Giappone o l’Ayers Rock in Australia, preziosi
cimeli tibetani e maschere provenienti dai cinque continenti, la stanza Tantra e gli
equipaggiamenti delle spedizioni di Reinhold
Messner.
Terminata la visita al museo e prima dei
saluti per il rientro, è d’obbligo una sosta all’azienda agricola (perché
Reinhold è anche contadino…) sottostante le mura: troppo intensi sono i profumi
di dolci specialità appena sfornate. E’ quindi così, fra un bicchiere di latte
appena munto ed una fetta di crostata, che il turbinio di sensazioni ed
emozioni comincia a sedimentarsi, pronto per essere chiuso in uno dei tanti
cassettini dei ricordi. Fra quelli migliori, però.
Happy Birthday,
Reinhold Messner!
MMM Firmian credit |
Il
17 settembre Reinhold Messner compie
75 anni. In occasione del suo compleanno il Messner Mountain Museum Firmian apre le sue porte dalle ore 19 per
una serata musicale in compagnia intorno al fuoco.
Ci sarà la possibilità di visitare il museo dalle ore
19-23 / Ore 20 intermezzo musicale / ore 20.40 dialoghi attorno al fuoco / ore
21.40 intermezzo musicale. L’evento si terrà all’aperto anche con il brutto
tempo, c’è la possibilità di sedersi sul prato, ma si consiglia di portarsi
dietro un cuscino o delle coperte.
Prezzo: adulti 20€, bambini (8-16anni) 10€, i bambini fino
a 8 anni non pagano
Per ulteriori informazioni si prega d i rivolgersi a:
info@messner-mountain-museum.it oppure tel. +39 0471 631264
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