Ventotene, gemma delle Pontine da godere fuori stagione, tra vigne, fichi d’india, mare cristallino, fondali strepitosi, storia millenaria e oniriche atmosfere.
Ventotene, scolpita da rocce rossastre e brune che attestano la sua origine vulcanica, è la più piccola delle isole dell’Arcipelago Pontino ed è inserita nell’Area Marina Protetta di Ventotene e Santo Stefano. La forma di Ventotene è armoniosa e nei 10 km di costa del periplo alterna scogliere, grotte, calette e intime spiagge, come Cala Battaglia, Parata della Postina, Cala Nave. La leggenda (quella omerica) racconta che Ulisse, veleggiando lungo le coste di Pandataria ( il nome di Ventotene al tempo dei Greci), venne sedotto dal canto delle sirene.
Ventotene l'abbiamo “avvistata” un paio di volte al tramonto dalla terrazza della pittoresca chiesetta del Soccorso di Forio. Ed è proprio da Ischia che abbiamo raggiunto l’isola di Ventotene per un breve rilassante soggiorno. Durante la traversata, che segue la rotta per Ponza (QUI il mio articolo), non è mancato l’avvistamento dei dorsi lucidi dei delfini.
Abbiamo ancora un vivido ricordo dell’incontro, dopo un’ora di navigazione, con la sagoma dell’isola di Ventotene, affiancata dall’isolotto di Santo Stefano su cui sorge il tristemente noto carcere borbonico. Così come non abbiamo dimenticato le immagini del faro, delle case color pastello di Ventotene paese, affastellate sulla collina e del porto romano completamente scavato nel tufo.
Ventotene è un libro di storia
Appena sbarcati abbiamo cominciato a respirare la storia, quella ancora viva e fulgida dell’antica Roma. Il molo e le bitte dove attraccano i battelli e i moderni yacht, hanno duemila anni, come anche i magazzini scavati nel tufo e allineati lungo la banchina. Romane sono anche le peschiere scavate intorno al porto, così come lo é l’impianto di approvvigionamento idrico di Ventotene. Di origine borbonica è invece l’architettura del paese di Ventotene, assai pittoresco con il suo concentrato di case dai colori sgargianti, con l’intrico di viuzze e zigzaganti scalinate che dal porto raggiungono scenografiche piazzette affacciate sul blu del mare.
Edifici di epoca borbonica sono anche il Castello ( sede del Municipio e del Museo Archeologico) e la chiesa di Santa Candida, patrona dell’isola. La colorata e sentita Festa Patronale in suo onore si svolge il 19 e il 20 settembre. Finita la festa, in paese e nei bucolici dintorni, la vita torna a scorrere in un’atmosfera di quiete degna d’altri tempi.
Passeggiando nel silenzio
A Ventotene, lunga meno di tre chilometri, le uniche strade sono via degli Olivi e Cala Nave, peraltro piuttosto strette. Come a Ponza, qui l’auto non serve: la bellezza dell’isola di Ventotene sta nella visita a piedi: unici compagni, oltre al silenzio, i muretti a secco, i fichi d’india, la bassa macchia mediterranea e come sfondo gli affascinanti scenari sul mare.
Ci siamo spinti fino a Punta Eolo, dove in magnifica posizione si ammirano i ruderi della villa imperiale Giulia. Ben individuabile è l’area delle terme, con il calidarium, il tiepidarium e il frigidarium, rivolti verso l’isola di Ponza. Villa Giulia fu fatta costruire nel I secolo a.C. dall’imperatore Augusto e fu prigione dorata per i parenti ribelli della famiglia, tra i quali Giulia, figlia dell’imperatore.
Cale, calette e l’abbraccio del mare
Tornando ai paesaggi marini di Ventotene, poco distante dalla zona del porto c’è la spiaggia di Cala Rossano, una delle più belle dell’isola. Un altro luogo spettacolare è Cala Nave, raggiungibile attraverso un suggestivo percorso che passa davanti agli antichi magazzini scavati nel tufo e ad alcuni deliziosi ristorantini. Di fronte a Cala Nave, protetta da scogli tufacei, emerge dal mare cristallino l’isolotto di Santo Stefano.
A Ventotene il mare è protagonista anche "sotto", grazie alle immersioni. Prima che arrivasse il turismo, gli abitanti dell'isola praticavano tutti la pesca, non solo alle splendide aragoste ma anche ai coralli. A Ventotene sono sorti diversi centri diving che danno la possibilità di scoprire le meraviglie dei fondali intorno all'isola.
Dal “paradiso all’inferno”
E’ veramente bella Ventotene, un paradiso che, tuttavia, non deve far dimenticare l’inferno, quello del severo penitenziario di Santo Stefano. Dall’epoca borbonica fino al periodo fascista, ospitò detenuti comuni e prigionieri politici. Il monumentale penitenziario, dall’originale forma semicircolare (ispirato al Panopticon), fu fatto costruire da re Ferdinando IV e ed è rimasto tristemente attivo fino al 1965.
La gita in barca attorno all’isolotto e la visita (prenotazioni presso il Museo Archeologico tel. 0771 85345) a quel che resta del penitenziario di Santo Stefano, sono emozionanti. In questo carcere, da dove era impossibile fuggire, sono entrati personaggi come Spaventa, Settembrini, Bresci, Pertini e Altiero Spinelli, autore nel 1941, insieme ad Ernesto Rossi, del Manifesto di Ventotene, “Per “un’Europa Libera e Unita”.
Nel giugno 2021 è partito il concorso internazionale di progettazione per la ristrutturazione dell’ex carcere
borbonico, che ospiterà un centro di studi euro-mediterraneo e varie mostre.
INFO
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