Ieri a Madonna di
Campiglio notte di emozioni per i 19.000 spettatori che hanno assistito alla
3-Tre. L’inaspettata debacle dei grandi e la resurrezione di Giuliano Razzoli
che partito dalle buie retrovie,(pettorale 69) sfodera due manche spettacolari,
chiudendo al quinto posto.
La 3-Tre, con i suoi terribili 470 metri
di lunghezza, è una leggenda dello sci: il tracciato è difficile, tecnico,
regolato da decisi cambi di pendenza, ed è considerato uno dei più spettacolari
dell’intero circuito della Coppa del
Mondo. Ieri la 3Tre 2018, nella magica cornice della “Perla delle Dolomiti”, ha mantenuto le
promesse sciorinando un grande spettacolo di sport e di pubblico, seguito da
oltre 700.000 telespettatori in tutto il mondo.
La particolarità della 65esima
edizione della classica trentina è stata quella di effettuare la prima manche
alla luce diurna e la seconda sotto la luce dei riflettori, quando il Canalone
Miramonti regala brividi ed emozioni indimenticabili.
Come
l’araba fenicie
Nessuno
avrebbe scommesso un cent sulla possibilità per Giuliano Razzoli di
qualificarsi per la seconda manche, partendo con un pettorale così alto. Dopo
il grave infortunio di Kitzbuehel il Razzo
è caduto nell’oblio e altri problemi hanno travagliato la sua carriera. Dopo
tre anni di calvario ci ha provato in tutti i modi a risalire la china e
raggiungere pettorali più”umani”. Qualcuno
aveva parlato di un possibile ritiro, ma Giuliano è uno che non molla
facilmente. “Sono un campione olimpico e decido io quando smettere. Ci devo
provare a ritornare quello che ero”, ha sempre detto.
Ha
lavorato intensamente e con sacrificio e gli amici più vicini lo hanno supportato e incoraggiato a
continuare. Segnali di recupero si son visti in Coppa Europa a Obereggen
dove è arrivato secondo e ora sta bene fisicamente. A Madonna di Campiglio quando si stacca dal cancelletto, si capisce
che il Razzo non scherza: la sua sciata è perfetta, potente e progressiva, come
ai vecchi tempi. Incredibilmente recupera 59 posizioni e al traguardo è decimo
a poco più di un secondo da Hirscher.
Nella
seconda manche, accompagnato dal boato della folla, attacca di nuovo e poi amministra
la discesa da campione. Al termine della gara, grazie anche ai vari colpi di
scena, si piazza al quinto posto ed è il migliore degli italiani. Alle sue
spalle l’altro vecchietto Moelgg.
All’arrivo,
intervistato dalla Rai, il Razzo Razzoli
era visibilmente commosso: “Risalire dopo un periodo così
difficile è stato una fatica improba, ma questo risultato mi ripaga di tutti i
sacrifici che ho fatto”.
Gli azzurri
Bravi
nel complesso gli altri azzurri con cinque qualificati alla seconda manche e Manfred Moelgg
ottimo sesto, proprio a pochi centesimi da Razzoli. Il giovanissimo Alex Vinatzer, che
nella prima manche era stato sorprendentemente ottavo e migliore degli
italiani, ha sciupato tutto nella seconda uscendo anche lui dalla porta
stregata. Gara opaca per Stefano
Gross lontano dalla forma ideale, positiva invece la prova di Simon Maurberger.
Voleva
la terza vittoria a Campiglio, Hirscher,
ed invece la seconda manche ha sgretolato il suo piano all’altezza della terza
porta, dove molti altri hanno trovato lo stesso destino. Tra questi, un paio di
minuti prima di Hirscher, il
norvegese Henrik
Kristofferson era uscito nello stesso identico punto: anche lui
deve rinviare all’anno prossimo il sogno del tris a Madonna di Campiglio.
Lo
svizzero Daniel Yule
vince la sua prima gara di Coppa
del Mondo nello slalom
di Campiglio in una seconda manche (tracciata proprio
dall’allenatore elvetico Matteo
Joris) da thrilling. Dietro di lui due austriaci, Marco Schwarz e il
terzo di Michael Matt.
non compensano la grande delusione dell’uomo che non sbaglia mai ma che
stavolta ha sbagliato, eccome.
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