La
miniera polacca di Wieliczka è un mondo sotterraneo
fatto di gallerie, grotte, cunicoli, piccoli laghetti, saloni e chiese, scavato
dall’uomo in 500 anni di titanico lavoro. La visita della miniera è uno dei
percorsi turistici underground più interessanti al mondo.
Una storia scolpita nel sale
Un
tempo, il sale estratto nella miniera di Wieliczka, era una delle più importanti
fonti di guadagno per i ricchi commerciati di Cracovia,
che lo spedivano con le navi da carico lungo la Vistola fino al Mar Baltico
Dell’immenso
giacimento formatosi 20 milioni di anni fa alla base dei Carpazi, la miniera di
Wieliczka ne ha sfruttato, a partire dall’anno Mille,
una piccola parte lunga 12 km e larga 1,2. Il primo vero pozzo fu però scavato
nel 1300, il suo nome è “Regis”(rimase
in funzione per 300 anni) che si trova nei pressi della chiesa di Wieliczka.
L’attuale
miniera risale al 1600 con discesa dal pozzo Danilowicz che raggiunge i 64 metri di profondità. Per 4 secoli il
lavoro di estrazione rimase manuale: venivano staccati grossi blocchi
arrotondati di salgemma, spinti poi dai minatori fino all’ingresso del pozzo e
quindi issati in superficie attraverso argani manovrati da cavalli. I cavalli,
calati nei pozzi attraverso imbragature, vennero in seguito utilizzati per
trainare i carrelli che scorrevano su rotaie. Nel corso degli anni vennero
perforati nuovi pozzi e gallerie (sono 300) e a profondità sempre maggiore
(fino a 327 m). Nel XIX secolo venne tracciato l’”Itinerario Turistico” che scende
per tre livelli fino a 211 metri di profondità e, da qualche anno, grazie a
un’ottima organizzazione e alla costante manutenzione del complesso minerario
(dal 1978 è Patrimonio UNESCO), il
numero dei visitatori è impressionante: 1 milione all’anno.
La nostra visita
Siamo
scesi anche noi nel ventre della miniera, l’abbiamo fatto nel 2014 durante un
viaggio stampa in camper nella Malopolska
(Piccola Polonia), meravigliosa regione situata tra i Carpazi e Cracovia. Nella splendida hall dell’hotel “Grand
Sal” della deliziosa cittadina di Wieliczka
ci siamo congedati da Marta Dymek che ci ha accompagnato alla scoperta di Cracovia e dove abbiamo incontrato la
guida della miniera che ci ha raccontato la storia e il programma di visita
(più di 3 ore), nel nostro caso personalizzato.
Siamo
scesi per 378 gradini fino a 64
metri di profondità nel pozzo Danilowicz
e lì è iniziato il cammino lungo le gallerie. Siamo sbucati nella sala Niccolò Copernico (era sceso nella
miniera nel 1493) a cui i minatori hanno dedicato una statua di sale.
Poi,
attraversando un sistema di tunnel rinforzati da un ingegnoso sistema di pali
in legno, siamo arrivati alla suggestiva grotta “Spalone” (la sala dei bruciatori del metano) animata da sagome di
minatori con le torce accese. Cammin facendo, lungo un tunnel scavato nel sale
(“leccare per credere”, ha detto la nostra guida) abbiamo incontrato una grotta
che fungeva da stalla, una sala dominata dalla statua di Casimiro il Grande e un grande argano che veniva mosso dalla forza
dei cavalli.
Un viaggio al centro della terra
Una
serpeggiante scala ci ha fatto scendere a 90
metri di profondità nel mondo degli gnomi, che i minatori immaginavano
aggirarsi nelle tenebre dei cunicoli. Nella Pieskowa Skala, una grotta che si apre al secondo livello, folletti
e gnomi ricoperti di effervescenze saline ricordano le leggende care ai
minatori di Wieliczka. I “Solibuki”, gli spiriti buoni che
abitavano la miniera, avevano il compito di avvisare i minatori dei vari
pericoli (crolli, incendi, inondazioni).
Una cattedrale di sale
Dopo
la sosta in questo mondo fantastico, abbiamo camminato lungo interminabili
gallerie, premiati alla fine da una visione irreale: sotto di noi, a 101 metri di profondità, ecco la Cappella di Santa Kinga (la principessa
Cunegonda), un ambiente maestoso,
illuminato da 5 grandi lampadari di cristalli di sale. La vista dall’alto
toglie il fiato per lo stupore, così come lo è stata la discesa nella chiesa
attraverso una scala intagliata nel sale. Tutt’intorno solo meraviglie fatte di
sale, come le statue (c’è anche quella di Giovanni
Paolo II), gli altari, i bassorilievi, persino le mattonelle del pavimento;
tutte opere realizzate con arte e pazienza dai minatori-scultori, i fratelli
Joszef e Tomaz Markowski.
Ancora più giù
Siamo
scesi al terzo livello dove l’aria è purissima e attraverso scale con balaustre
di legno e illuminazione suggestiva, abbiamo ammirato il laghetto di Weimar e quello del generale Swierczewski,
dove Goethe e Chopin, a bordo di piccole gondole, si sono divertiti “in questo
mondo fuori dal mondo”.
La
discesa è continuata fino a 135 metri, dove abbiamo incontrato altre statue di
sale, architetture di sostegno e pozzi verticali dove un tempo i minatori salivano e scendevano a forza
di braccia.
Grotta Michalowice, la straordinaria architettura lignea di rinforzo |
Altre meraviglie
Ancora
lunghi corridoi e ancora saloni: infine per riposare e per consumare uno
spuntino, abbiamo raggiunto la sala Vistola, il buffet della miniera con
panchine e tavolini di sale. Accanto al buffet, la guida ci ha mostrato
l’imponente sala Varsavia (1240 mq) utilizzata
per spettacoli teatrali. L’ultima visita della miniera l’abbiamo effettuata al
bellissimo museo costituito da 12 sale dove, tra cimeli e attrezzature viene raccontata la storia della miniera.
Infine, il suono di un campanello ci ha
avvisato dell’arrivo del velocissimo ascensore che ci ha riportati in
superficie.
La visita alla miniera di Wieliczka,
una delle opere dell’uomo tra le più interessanti e affascinanti del mondo, è
stata un’esperienza difficile da dimenticare.
Ancora
più in basso c’è un centro sanitario che sfrutta il particolare microclima
della miniera per curare le malattie allergiche e l’asma bronchiale.
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