lunedì 15 gennaio 2018

Che spettacolo di sci ! E l’Italia c’é...


C’è, con una triplete (Goggia, Brignone, Fanchini sul podio nella discesa libera di Bad Kleinkirchheim). C'è  con Peter Fill che a Wengen vince la coppa del Mondo di Combinata. Zona grigia per gli azzurri dello slalom a Wengen del 14 gennaio, dominato da un mostruoso Hirscher.
La tre giorni sportiva di Wengen, si é conclusa domenica con la gara di slalom speciale, quella più attesa dagli appassionati di sci che hanno inondato le tribune dello ski stadium della pittoresca località svizzera, adagiata ai piedi della Jungfrau.

La Lauberhorm è una meraviglia di pista, che presenta una serie di cambi di pendenza e un muro considerato il più ripido e il più difficile al mondo. La temperatura bassa durante la notte  e lo specifico trattamento della neve, hanno reso il fondo del tracciato duro e impegnativo, con un’alternanza di tratti gelati e altri morbidi.



Questa condizione ha creato problemi a molti atleti (anche di punta) che sono usciti di scena con inforcate e altri che hanno accumulato ritardi incolmabili. In ogni caso l’esibizione sportiva di Coppa del Mondo ha riservato molte emozioni.  

Tutti contro Marcel Hirscher, ma  il superman di Annaberg non si è minimamente scomposto. La prima manche l’ha interpretata in modo perfetto  e vederlo zigzagare, elegante e potente tra i paletti, ha lasciato, come sempre tutti a bocca aperta. 

Si è lasciato alle spalle uno strepitoso Andre Myhrer e (seppur bravo) un frustrato Enrik Kristoffersen, che non riesce proprio a scrollarsi di dosso l'ombra del “kaiser”. 
Gli altri atleti sembrano aver fatto gara a sé.


La seconda manche è stata uno show appassionante, con cambi di scena spettacolari che hanno messo in fibrillazione gli spettatori. Le discese sono una più bella dell’altra, molti atleti recuperano posizioni e tra questi Matt e l’incredibile svizzero dalle lunghe leve Zenhäuser (giunto, in un tripudio di bandiere svizzere, ai piedi del podio). 

Altre inforcate, che sommate a quelle della prima manche hanno creato un’ecatombe, hanno caratterizzato la gara.  


A pochi minuti dalla fine della gara qualcuno si è illuso, come Kristoffersen che con una discesa straordinaria balza nettamente in testa (ora voglio vedere, avrà pensato il norvegese). 

Poco dopo la sagoma di Hirscher si affaccia al cancelletto e si butta a capofitto e lascia gli spettatori con il fiato sospeso con alcune acrobazie che lo tengono miracolosamente in carreggiata e alla fine fa “cinquina” (53esima vittoria in totale). 

A Wengen non aveva mai vinto. Non ci sono più aggettivi per descrivere il campione austriaco: basta dire Hirscher. Ha avuto anche buona sorte ma “la fortuna aiuta gli audaci”.


La fortuna dov'è ?
Certo, la buona sorte non ha aiutato (e non è la prima volta) Giuliano Razzoli che con il pettorale 47 era partito bene (la qualifica era alla sua portata) mettendo in mostra buoni lampi, poi…. La beffarda inforcata…. 

Stavo andando bene – ha detto il Razzo un po’ seccato alla stampa – ero in controllo, forse proprio per questo ho inforcato” stavo controllando la discesa .. e l’inforcata è sempre un imprevisto. 

Non ci voleva e ora è dura davvero. Ci vuole un intervento divino. “Ci riproverò domenica prossima a Kitzbuhelchiosa il Razzo

Al termine della prima manche Giuliano Razzoli si é intrattenuto con un gruppo di irriducibili  del suo fan club. "Comunque vada é......"

Ancora una volta la squadra italiana dello slalom non gongola e non convince nonostante che le potenzialità e le qualità ci siano. Sono però concentrate sui soliti due ovvero Stefano Gross e Manfred Moelgg. 

E pensare che ancora una volta Gross (settimo al traguardo) era  partito con il pettorale 1 e Moelgg (12esimo al traguardo) con il 4. Posizioni di partenza che andrebbero sfruttate in modo diverso, ma le performance poco convincenti e una serie di errori non portano a nulla di buono. 

Il resto della squadra è grigiore puro: si salva in parte solo Tonetti che con il pettorale 58 si è qualificato con il 15esimo tempo (forse sentiva odore di Olimpiadi), ma spreca tutto nella seconda manche.  


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