Ferito
a morte da scosse di terremoto (24 agosto e 30 ottobre 2016), Castelluccio di Norcia, cuore
bucolico del Parco Nazionale dei
Sibillini, era un luogo magico permeato da un fascino unico e
indefinibile . Lo vogliamo ricordare come l'abbiamo visto, sperando che possa risorgere come
l’araba fenice.
Giugno
2016. Di ritorno da un bellissimo viaggio in Molise e alle isole Tremiti ( reportage su Caravan Camper Granturismo aprile
2017), giunti all’altezza di San Benedetto
del Tronto, ci siamo detti: “perché non deviare per i Sibillini per ammirare la fioritura di Pian Grande e visitare il borgo di Castelluccio di Norcia ?”. Fortunatamente l’abbiamo fatto, perché oggi
quel bellissimo borgo umbro non esiste più.
Verso i Sibillini
Abbiamo
lasciato l’austostrada Adriatica a San
Benedetto del Tronto e imboccato la SS4 Salaria in
direzione di Roma. Un primo tratto a scorrimento veloce raggiunge Ascoli, poi la statale si snoda
contorta risalendo il corso del fiume Tronto.
Dopo aver attraversato i paesi di
Acquasanta Terme e Quintodecimo, siamo arrivati a Trisungo (rimasto quasi illeso dal terremoto) un bel borgo di pietra, con un ponte
medioevale che offre una suggestiva vista su Arquata del Tronto
, dominato da una rocca merlata del XIII secolo.
Il paese di Arquata è stato danneggiato
dal terremoto del 24 agosto 2016 e raso al suolo da quello del 30 ottobre.
a 1300 metri di quota e orlati da una corona di montagne che chiude l’orizzonte, sono sempre più vicini.
Un
posto unico al mondo
Pian Grande e il Pian Piccolo appaiono come altopiani selvaggi, simili a una
steppa mongola e regno di cavalli allo stato brado. La differenza la fanno le
bianche distese delle coltivazioni di lenticchie
e lo spettacolo delle fioriture che si distendono con mille tonalità all’infinito.
Quando siamo arrivati noi a predominare era il giallo dei ranuncoli e il bianco
delle margherite. A fine giugno questa immensa e straordinaria tavolozza sarà
completata dal rosso dei papaveri, dall’azzurro dei fiordalisi.
Incredibile è la luce
che inonda il paesaggio della piana di Castelluccio,
che disegna ombre colorate sui morbidi colli arrotondati in un fantastico
collage di piani sovrapposti e linee sinuose. Luce che irrora le cime delle
montagne e il borgo di Castelluccio che, dall’alto di un colle, si affaccia su
questo grandioso palcoscenico.
Dal
grande parcheggio situato nella sterminata piana a fianco di un maneggio,
abbiamo raggiunto Castelluccio a
piedi attraverso campi fioriti e profumati e abbiamo visitato il paese
perdendoci tra i vicoli e archi, strette stradine, scalinate in pietra tra le
case antiche addossate le une alle altre; abbiamo visitato la bella chiesa di
Santa Maria Assunta.
Ci siamo fermati ad ammirare scorci da sogno sulla piana dipinta dalla natura, abbiamo seguito i profumi delle prelibatezze culinarie. Abbiamo acquistato lenticchie e farro in un negozietto che non c’è più. Castelluccio uno dei borghi più belli della Valnerina ora è un paese fantasma, solo macerie e niente turisti. Per fortuna le lenticchie, "l’oro di Castelluccio", torneranno sulle tavole italiane. Risorgerà questo bellissimo borgo ? Speriamo che la magia si avveri e noi vogliamo ricordarlo così com’era. “Perché il ricordo siamo noi…”, cantavano i “capitani coraggiosi” Giani Morandi e Claudio Baglioni nel loro video girato nel Pian Grande di Castelluccio.
Aiutare Castelluccio
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