mercoledì 24 agosto 2022

Castelluccio forever



Ferito a morte da scosse di terremoto (24 agosto e  30 ottobre 2016), Castelluccio di Norcia, cuore bucolico del Parco Nazionale dei Sibillini, era un luogo magico permeato da un fascino unico e indefinibile . Lo vogliamo ricordare come l'abbiamo visto, sperando che possa risorgere come l’araba fenice. 
Giugno 2016. Di ritorno da un bellissimo viaggio in Molise e alle isole Tremiti ( reportage su Caravan Camper Granturismo aprile 2017), giunti all’altezza di San Benedetto del Tronto, ci siamo detti: “perché non deviare per i Sibillini per ammirare la fioritura di Pian Grande e visitare il borgo di Castelluccio di Norcia ?”. Fortunatamente l’abbiamo fatto, perché oggi quel bellissimo borgo umbro non esiste più.


Verso i Sibillini


Abbiamo lasciato l’austostrada Adriatica a San Benedetto del Tronto e imboccato la SS4 Salaria in direzione di Roma. Un primo tratto a scorrimento veloce raggiunge Ascoli, poi la statale si snoda contorta risalendo il corso del fiume Tronto. 

Dopo aver attraversato i paesi di Acquasanta Terme e Quintodecimo, siamo arrivati a Trisungo (rimasto quasi illeso dal terremoto) un bel borgo di pietra, con un ponte medioevale che offre una suggestiva vista su Arquata del Tronto , dominato da una rocca merlata del XIII secolo.

Il paese di Arquata  è stato danneggiato dal terremoto del 24 agosto 2016 e raso al suolo da quello del 30 ottobre. 


A Trisungo abbiamo lasciato la Salaria per la sp89 che s’inerpica decisa fino a alla sella di Forca di Presta da cui si apre il panorama sul versante orientale del Monte Vettore (2.476 m). Dal passo, punto di partenza per gli escursionisti, la strada scende tra vedute suggestive e inusuali e il Pian Grande e il Pian Piccolo, sospesi
a 1300 metri di quota e orlati da una corona di montagne che chiude l’orizzonte, sono sempre più vicini
.


Un posto unico al mondo

Pian Grande e il Pian Piccolo appaiono come altopiani selvaggi, simili a una steppa mongola e regno di cavalli allo stato brado. La differenza la fanno le bianche distese delle coltivazioni di lenticchie e lo spettacolo delle fioriture che si distendono con mille tonalità all’infinito. Quando siamo arrivati noi a predominare era il giallo dei ranuncoli e il bianco delle margherite. A fine giugno questa immensa e straordinaria tavolozza sarà completata dal rosso dei papaveri, dall’azzurro dei fiordalisi.




Incredibile è la luce che inonda il paesaggio della piana di Castelluccio, che disegna ombre colorate sui morbidi colli arrotondati in un fantastico collage di piani sovrapposti e linee sinuose. Luce che irrora le cime delle montagne e il borgo di Castelluccio che, dall’alto di un colle, si affaccia su questo grandioso palcoscenico.

Dal grande parcheggio situato nella sterminata piana a fianco di un maneggio, abbiamo raggiunto Castelluccio a piedi attraverso campi fioriti e profumati e abbiamo visitato il paese perdendoci tra i vicoli e archi, strette stradine, scalinate in pietra tra le case antiche addossate le une alle altre; abbiamo visitato la bella chiesa di Santa Maria Assunta.



Ci siamo fermati ad ammirare scorci da sogno sulla piana dipinta dalla natura, abbiamo seguito i profumi delle prelibatezze culinarie. Abbiamo acquistato lenticchie e farro in un negozietto che non c’è più. Castelluccio uno dei borghi più belli della Valnerina ora è un paese fantasma, solo macerie e niente turisti. Per fortuna le lenticchie, "l’oro di Castelluccio", torneranno sulle tavole italiane. Risorgerà questo bellissimo borgo ? Speriamo che la magia si avveri e noi vogliamo ricordarlo così com’era. “Perché il ricordo siamo noi…”, cantavano i “capitani coraggiosi”  Giani Morandi e Claudio Baglioni nel loro video girato nel Pian Grande di Castelluccio.




Aiutare Castelluccio







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