domenica 12 luglio 2015

Slavonia, profondo e magico est

Un indimenticabile viaggio ai “confini del mondo moderno”, dove natura, cultura, gastronomia e segreti centenari offrono un mix sorprendente: in una parola, Slavonia, una terra dal sapore mitico che dopo i nefasti giorni del conflitto degli anni novanta, scommette sul suo futuro turistico. Un viaggio da effettuare in auto, camper e moto.
Destinazione Vukovar
 Partiamo da Zagabria, imboccando la E70 che si dirige a est verso il confine serbo; la lasciamo dopo 250 km a Zupanja dove imbocchiamo la strada per Vukovar, passando per Vinkovci attraente cittadina sul fiume Bosut, dalle origini antichissime (qui é stato ritrovato il più antico calendario indoeuropeo Orion). Pochi chilometri ed eccoci a Vukovar, centro di traffici fluviali sul Danubio e luminoso gioiello barocco tanto da essere definita la "Dubrovnik del Danubio". Questo fino alla guerra d'indipendenza croata del 1991 che causò morte e distruzione del patrimonio architettonico(per il 93%). Attraversando il centro storico (o quel che rimane) per raggiungere il parcheggio in riva al Danubio dove attraccano le navi da crociera, rimaniamo colpiti dal gran numero di edifici ridotti a ruderi e per le facciate delle case bucherellate da schegge e proiettili. Pur con grandi difficoltà, l'opera di ricostruzione é in corso e  coinvolge i portici e le case barocche del centro mentre sono già tornati all'antico splendore la chiesa dei santi Filippo e Giacomo e il castello di Eltz, autentico capolavoro dell'architettura barocca che ospita un moderno ed interessante museo.
PARTICOLARE DEL RISTRUTTURATO CASTELLO DI ELTZ
 In realtà le mete turistiche di Vukovar e dintorni sono in gran parte costituite da elementi legati alla memoria lasciati dalla guerra "patriottica": il serbatoio dell'acquedotto , crivellato dai colpi di mortaio, il museo-bunker dell'ospedale e la fattoria dei massacri di Ovčara.

L'ospedale civile di Vukovar (nella parte sotterranea) é noto per dato asilo e per aver dato socorso a centinaia di feriti sotto i bombardamenti della città nei mesi dell’assedio. Nelle quattro sale, dove ora è stato allestito un museo, 400 e più ammalati, personale medico, infermieri e volontari vissero più di novanta giorni.
Tutto è rimasto come allora: i buchi provocati dalle bombe, il materiale utilizzato per le curee i giochi dei bambini. Poi la sera del 20 novembre 1991, 260 persone di ogni età furono prelevate e portate in una fattoria a Ovcara a pochi chilometri da Vukovar, dove furono torturate, uccise e messe in fosse comuni. Il luogo dell’eccidio è diventato un museo dall'atmosfera toccante.
 
Da vedere nei dintorni di Vukovar: a Ilok il castello Odescalchi e le cantine sotterranee, il villaggio di Nijemci sul fiume Bosut, con un interessante museo etnografico. Nei pressi di Lipovak, la suggestiva ed isolata chiesa gotica di San Francesco, punto sosta dei Templari di ritorno dalla Terra Santa.
Fascino aristocratico
Già da lontano nell'ampia pianura della Baranja croata, pare un invito ai viaggiatori la svettante guglia della cattedrale di Osijek. Un invito che raccogliamo perché, questa città bagnata dalla Drava, svela il suo fascino raffinato nella scenografica piazza centrale dominata dal duomo neogotico di mattoni rossi e tra gli ampi boulevard dove si affacciano eleganti palazzi in stile Secessione, per fortuna poco toccati dai bombardamenti. La storia di Osijek é affollata di epoche travagliate: dall'impero romano(dinastia giulio-claudia), alla dominazione dell'impero ottomano e a quello asburgico, che gli ha dato splendore e benessere economico. Il cuore antico di Osijek pulsa nella Cittadella un tempo occupata dalla Fortezza fatta costruire da Solimano il Magnifico.
Conserva pittoresche stradine acciottolate e silenziose, che convergono in una coreografica piazza circondata da superbi palazzi; quello dell'antico municipio ospita un moderno e singolare museo storico ed etnografico, Dopo aver ammirato il peculiare intreccio tra antico e moderno non ci facciamo mancare una passeggiata sul lungo fiume animata dalle coreografiche distese dei locali, che si rivela ancor più attraente passando con il ponte pedonale sull'altra sponda della Drava. Osijek é anche una città piena di parchi e ricca di iniziative culturali.

Osijek News
Osijek, investe risorse sul turismo: sorgono nuovi alberghi, si estende la rete di piste ciclabili, si pensa di aprire una serie di musei (del vino e dell’apicultura). L’offferta turistica sarà arricchita da una nave a propulsione elettrica per le gite sul fiume, mentre l’accoglienza turistica sarà completata con la costruzione di un campeggio in riva alla Drava.

La "Camargue" della Baranja

Da Osjiek in 15 minuti raggiungiam il villaggi di Kopacevo dove troviamo posto Camping Family. Kopacevo è un quieto e caratteristico villaggio di pescatori con una manciata di piccole case colorate che richiamano l’architettura ungherese. Sul campanile l’immancabile nido di cicogne. Il villaggio è anche la porta d’ingresso del parco Kopacki Rit, una delle più grandi pianure fluviali d’Europa dove vive una fauna incredibilmente ricca. In questo triangolo naturale situato tra le anse dove si congiungono il Danubio e la Drava si distende un paesaggio surreale di zone paludose, isolotti, acquitrini, foreste e campi coltivati che ci lascia senza parole.
Come ci dice Darko Mrkonjic, dell’ufficio turistico di Osijek, la peculiarità di questo paesaggio sta nella sua mutevolezza dovuta alla diversa intensità delle alluvioni. Il parco è percorribile con ogni mezzo lungo strade che corrono sugli argini degli stagni e che penetrano nel cuore della foresta dominata soprattutto da maestose querce e dove sono frequenti gli incontri con famiglie di cinghiali, cervi, e a volte anche la lince. Nel cuore della foresta incontriamo il castello di Tikves, che fu padiglione di caccia degli Asburgo ma anche campo base delle famigerate milizie serbe “Tigri di Arkan”. Ma l’emozione più intensa la proviamo percorrendo in barca il dedalo di canali che rigano il parco Kopacki Rit, sfiorando stagni e isolotti inondati da salici piangenti, popolati da migliaia di uccelli(anche specie in via d’estinzione, come l’aquila di mare a coda bianca o la cicogna nera). Ci rendiamo conto di trovarci in uno dei luoghi più affascinanti della Croazia, in una dimensione speciale, dove la natura fortunatamente preservata dall’uomo, è l’unica padrona del territorio.

Dall’acqua al vino

A pochi chilometri da Osijek, verso il confine ungherese, si apre la Baranja che fin dal tempo dei romani produce vino. Passando per Beli Monastir e superato il villaggio di Belje, la strada sale e scende tra colline dalle curve morbide su cui paiono incollati sterminati vigneti. E’ un emozione la full immersion in questo verde e mosso paesaggio, sostando nei punti panoramici e cercando le cantine quasi tutte scavate sotto le colline. L’unica parte visibile delle cantine, sono le piccole casette colorate simili a chalet che fungono da punti vendita e da ingresso. Accanto ci sono locali tipici (alcuni con vista sulle bottaie) con grandi focolari da cui escono profumi invitanti. In questa zona vinicola il primo a produrre vino in modo organizzato fu il principe Eugenio di Savoia e sulle etichette delle bottiglie di vino prodotto nelle cantine di Belije, appare il castello di Belije, appartenuto al principe. Da questa zona ci avviciniamo al villaggio di Batina dove nei dintorni, alla fine del 1944, si combatté una sanguinosa battaglia fra l’armata rossa e l’esercito tedesco. A ricordo, su un’altura svetta un’enorme monumento in stile sovietico, ma è il panorama ad attirare l’attenzione: sotto scorre silente il Danubio, qui finisce la Slavonia e al di là c’è la terra di Serbia. Pensando ad un recente e triste passato l’auspicio è che possa realizzarsi l’armonia fra le genti, come in questi luoghi è presente nella natura.




INFO
Ente Nazionale Croato per il Turismo


Le soste
Per quanto riguarda il turismo en plein air, La Slavonia non possiede una rete di strutture ricettive capillari, tuttavia, non mancano le possibilità per l’accoglienza di viaggiatori in camper, caravan e tenda. Lasciando Vukovar, a pochi km dall’ingresso dell’autostrada a Lipovac, in direzione Zagabria, nella prima area di servizio si trova il Motel Spacva (http://www.hotelspacva.com/it/campo-spacva) , con l’annesso camping immerso nel bosco. Chi arriva in auto o moto, oltre alle camere del motel, può dormire in grandi botti che fungono da bungalow.

A Kopacevo c’è il Camping Family https://www.facebook.com/KampFamily)  dotato di ampie piazzole attrezzate e camere, servizi spartani e struttura coperta dove il simpaticissimo proprietario Albert (tifoso del campione olimpico di sci Giuliano Razzoli), propone colazioni, spuntini, pranzo e cena. Il camping è il campo base ideale per visitare Osijek e la Baranja.


Sapori di Slavonia
Qui si gusta una cucina saporita, accompagnata dai vini di Baranja dal gusto profumato e intenso
Vanno assaggiate le specialità a base di pesce: "fiš paprikaš"( stufato di pesce  più o meno piccante)  e carpa allo spiedo. Per gli amanti della carne c’è il “kulen” (salame piccante)   la pancetta, la soppressata, i ciccioli e il “cobonac”, specialità preparata con diversi tipi di carne.

IL DANUBIO A VUKOVAR
COM'ERA VUKOVAR ALLA FINE DEL NOVEMBRE 1991
SCQUARCIO DI BOMBA NEL BUNKER DELL' OSPEDALE DI VUKOVAR
LA CITTADELLA DI OSIJEK VISTA DALLA DRAVA
IN AGRITURISMO SI LAVORA
CON IL REPORTAGE "DESTINAZIONE SLAVONIA" PUBBLICATO SULLA RIVISTA CARAVAN E CAMPER NEL 2014 HO VINTO IL PREMIO GIORNALISTICO INTERNAZIONALE PENNA D'ORO

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