Mantova è una città giustamente famosa, che merita una visita approfondita per poter godere delle sue meraviglie. Tra queste c’è il favoloso Palazzo Te che quest’anno, con una serie di eventi, festeggia il cinquecentesimo compleanno.
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Nel XVI secolo Mantova era formata da due grandi isole, separate da un torrente (il Rio) e circondata dalle acque di 4 laghi. Una terza isola, chiamata Tejeto (luogo di capanne), che fu chiamata Te intorno al 400, era disabitata in quanto malsana e paludosa. I Gonzaga decisero di risanarla e attrezzarla a luogo di distensione e per passeggiate a cavallo in mezzo alla natura rigogliosa.
Ma fu Federico II Gonzaga che ebbe l’idea di
edificare sull’isola una vera e propria
villa per il suo svago e i suoi piaceri, ma anche per ricevere ospiti illustri.
Federico affidò a Giulio Romano, l’eclettico e prediletto allievo di Raffaello la realizzazione di questo suo desiderio. Non poteva trovare interprete migliore: nacque così, tra il 1525 e il 1535, il fastoso Palazzo Te, concepito sia nella struttura compositiva sia nei particolari decorativi come luogo di delizie e per suscitare meraviglia.
L’edificio a pianta quadrata, è a un solo piano, con le sale, riccamente affrescate e decorate, disposte intorno al cortile al Cortile d’Onore. Dall’ingresso principale, costituito da tre archi, si entra nel grandioso atrio, per il quale Giulio Romano pare si fosse ispirato a quello di Palazzo Farnese a Roma. Oltre l’atrio si apre la grande e scenografica Loggia di Davide: qui nel 1530 Federico II ricevette Carlo V dal quale ottenne il titolo di Duca.
Tra il palazzo e il giardino vi è un fossato che un tempo, pieno d’acqua, serviva da peschiera. Nel 700 il giardino fu delimitato da un’ampia esedra (struttura semicircolare).
Il vasto giardino del palazzo nascondeva altri luoghi di incontro, sempre più appartatti e segreti: il Casino della Grotta, decorato a grottesche, e la Grotta del bagno che simula una caverna naturale.
I
cinquecento anni di palazzo te
Per il cinquecentesimo compleanno Palazzo Te ospita la mostra “Dal Caos al cosmo. Metamorfosi a palazzo Te”. Capolavori del Rinascimento, provenienti da importanti musei (Louvre, Albertina, Prado, Galleria Borghese e Uffizi) e creati dai pennelli del Correggio, Rubens, Scarsella, Zucchi e altri illustri interpreti. L’esposizione si sviluppa in una sorta di straordinario dialogo con gli spettacolari affreschi di Giulio Romano che adornano le sontuose sale di Palazzo Te.
Unione di Giove e Danae - opera del Correggio |
La mostra è un’opportunità unica per ammirare anche la splendida dimora cinquecentesca, che non si limita ad ospitare la storia, ma la trasforma, la stravolge e la rende eterna.
Il restauro, i riallestimenti, la nuova illuminazione, amplificano ancor più la bellezza immaginifica delle rinnovate sale, “dove le pareti si dilatano, i soffitti crollano e gli dei si librano nell’aria, sospesi in un gioco di metamorfosi perenne, tra illusioni, eros e fantasia”.
Camera di amore e Psiche |
La metamorfosi (dalle Metamorfosi di Ovidio) si manifesta in ogni sala, dal caos delle origini alla dimensione temporale della storia, dall’eccesso dei mortali alle conseguenti punizioni degli dei, all’affermazione della loro supremazia sugli esseri umani.
Sala dei Cavalli |
La sala dei Cavalli, dal sontuoso soffitto in legno dorato, sei superbi esemplari dei cavalli di Federico, grazie all’illusionismo pittorico, paiono fremere di vita propria; la sala dei Giganti, che raffigura la lotta tra i giganti e Giove con uno straordinario effetto avvolgente; la sala di Psiche, dove i soggetti sono tratti dall’Asino d’oro (le Metamorfosi) di Apuleio, l’arte si fa poesia; la sala delle Aquile, camera da letto di Federico, con il soffitto che sembra simulare un baldacchino.
Sala dei Giganti |
Ed è proprio in questa continua metamorfosi, tra illusione e fantasia, tra inganno ottico e mutevolezza delle forme, tra allegorie di miti antichi e arcani, che risiede il fascino più profondo di Palazzo Te.
Gli highlight di Mantova
Mantova, città natale di Virgilio e patria del Mantegna, ha origini etrusche e la sua storia è soprattutto incentrata sui quattro secoli di dominio dei Gonzaga, che ospitarono alla loro corte artisti di grande valore come Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Giulio Romano, le cui opere hanno contribuito a far proclamare Mantova patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.
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Mantova-Foto di Franco Lanfredi |
Le meraviglie architettoniche e artistiche si concentrano soprattutto intorno a piazza Sordello, fulcro delle attività politiche e culturali della Mantova rinascimentale.
- - Palazzo
Ducale: residenza
dei Gonzaga, che con il Castello di San Giorgio è una delle residenze patrizie
più estese d’Europa. Nelle sue splendide sale è stato ambientato il Rigoletto
di Verdi. Da vedere la bellissima Camera degli Sposi (affrescata dal Mantegna)
la sala del Labirinto.
- - Cattedrale di San Pietro: con l’elegante facciata gotica è tra i più antichi edifici della città. Nel 500, l’interno a cinque navate, venne reso armonioso da Giulio Romano.
- - Palazzo Bonacolsi: con la splendida facciata sormontata da merli ghibellini
- - Torre del Gabbia: concepita per scopi di sicurezza e difesa, è una delle poche rimaste in città. La gabbia di ferro che vi è murata fu fatta applicare da Guglielmo Gonzaga allo scopo di rinchiudervi i malfattori, esposti così al pubblico ludibrio.
- - Teatro Bibiena: o “Teatro Scientifico”, realizzato su progetto di Antonio Galli Bibiena tra il 1767 e il 1769. Il piccolo teatro, che è un vero capolavoro, presenta una pianta a forma di campana ed è disposto su più ordini di palchetti lignei. Ospita concerti e conferenze.
- Altro da vedere: Piazza delle Erbe (una delle più pittoresche e vive della città); la Basilica di Sant’Andrea (meraviglioso edificio progettato da Leon Battista Alberti, con la cappella, affrescata dal Correggio, dove riposa il Mantegna); la Rotonda di San Lorenzo ( fu fatta costruire da Matilde di Canossa ed è la più antica della città costruita interamente in cotto); il Museo Tazio Nuvolari (il pilota che vinse di tutto e di più con Bugatti, Ferrari e Maserati).
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