giovedì 28 marzo 2024

La Via Crucis nel castagneto di Matilde di Canossa


 A Marola, sull’Appennino reggiano, partendo dalla grandiosa abbazia matildica, si percorre un emozionante cammino della Via Crucis. Andare alla scoperta di Marola, dell’abbazia, dei castagneti e del territorio circostante, è un viaggio che va oltre le solite mete.

Marola, una delle perle dell’Appennino reggiano

Su un’altura boscosa sullo spartiacque tra la Valle dell’Enza e del Tresinaro, sorge Marola, gradevole e apprezzato centro di villeggiatura.

Per la sua posizione, a mezz’ora di macchina da Reggio Emilia, percorrendo la vetusta “route 63” (“raddrizzata" in diversi punti), Marola è diventato anche un paese residenziale, grazie all’ambiente salubre e alla indisturbata tranquillità.


 Marola, circondata da splendidi castagneti, è nota non solo per l’Abbazia matildica, ma anche per la “Festa della Castagna” (diventata sagra di qualità) che si svolge nel mese di ottobre. Buona la presenza di strutture ricettive e di ristorazione (da provare i tortelli alla trattoria “Al Portico”- 0522813504) e molto attiva è la locale Pro-Loco.

Splendido è il paesaggio che circonda Marola: dai castagneti alle valli e alla dorsale appenninica, e tante sono le opportunità di passeggiate a piedi e in bicicletta, dalla primavera all’autunno.

 L’atmosfera magica dell’Abbazia di Marola

Marola è una località legata a Matilde di Canossa, una delle figure più importanti del Medioevo italiano, cui si deve la fondazione della vicina abbazia, che dista poco più di un chilometro dal paese.

L'Abbazia matildica di Marola è un sito di grande importanza storica e culturale. Fu fondata intorno al XII secolo e rappresenta un esempio significativo di architettura romanica. L'abbazia era originariamente un monastero benedettino che, nel corso dei secoli, ha subito diverse trasformazioni e restauri. 



 Il grandioso complesso abbaziale oltre alla chiesa, che conserva la facciata a capanna, comprende gli imponenti edifici dell’ex monastero che nel tempo sono diventati residenza signorile, seminario vescovile (attivo fino al 1972) e collegio. Oggi ospita il Centro di Spiritualità e il Centro studi storici diocesano “Mons. Milani”, con ricettività religiosa. Sono inoltre presenti due chiostri interni e torrioni circolari all’esterno.


La chiesa presenta elementi architettonici romanici e all’interno a tre navate, sono presenti opere d’arte di valore storico e artistico.

L’intero complesso è reso ancor più affascinante dal maestoso fondale formato dalle cime dell’alto Appennino reggiano.


 Il sentiero con le edicole della via Crucis

Accanto all’abbazia si distende un verdeggiante pianoro ai cui bordi sono installati i cartelli con le mappe dei sentieri e altri dedicati alla storia dei castagneti di Marola e ai continui lavori di riqualificazione (sono interessati ventidue ettari di bosco).


 Qui inizia il percorso della Via Crucis che sale fino alla sommità del Monte Borello. Il sentiero s’inerpica dolcemente lungo il crinale e ben presto s’immerge nel mondo dei castagni. All’altezza della VII stazione, piega leggermente a nord-est e attraversata una radura, i castagni si fanno più imponenti e taluni assumono forme bizzarre. Annunciato da un cartello, in una cavità del tronco di uno di questi alberi si ammira una scena del presepe.


In questo periodo (passeggiata effettuata sabato 23 marzo 2024) i castagni (maestosi e affascinanti nella bella stagione) sono ancora in letargo, spogli di foglie, con i rami che come braccia si allungano verso il cielo e altri che s’incurvano verso terra. E’ un mondo inestricabile di legno dalle varie e contorte forme. Un bosco magico dove lo sguardo cerca gnomi e folletti.




Ancora pochi passi es i raggiungono la XIV e XV stazione, situate sul pianoro sommitale che funge da "Golgota" ed è presidiato da castagni che la fantasia avvicina a forme umane. Il sito ha un non so che di magico e acquista una particolare suggestione.


Dal pianoro del Monte Borello, per rientrare all’abbazia, si prende un altro sentiero che attraversa una zona molto particolare del castagneto, dove decine di esemplari di alberi sono stati adottati (per saperne di più: terreappennino@gmail.com).


 Poco oltre si esce dal bosco e tra i prati ecco apparire la sagoma dell’Abbazia di Marola: uno spettacolo difficile da dimenticare.



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