martedì 1 settembre 2020

Val Senales, nel segno di Ötzi


Custode di una solitaria e selvaggia bellezza e di antiche tradizioni, la Val Senales, in questo scorcio di fine estate è la meta ideale per una vacanza all’insegna della tranquillità, del wilderness allo stato puro, seguendo le orme di Ötzi. 

Che le creste dei monti che chiudono a nord la Val Senales  fossero un luogo di transito, lo dimostra il ritrovamento (19 settembre 1991) sotto il Giogo di Tisa sul monte Similaun, del corpo mummificato, verosimilmente di un pastore vissuto più di 5000 anni fa. La scoperta di Ötzi, questo il nome che gli fu dato, non solo incuriosì tutto il mondo scientifico, ma contribuì a rendere  famosa la Val Senales.

Pur mantenendo le sue caratteristiche di luogo fuori dal tempo, la Val Senales si è aperta al turismo: un turismo discreto, rispettoso dell’ambiente e delle ataviche  usanze locali. Questa valle accoglie le famiglie che amano la tranquillità, gli amanti del passeggiate, delle escursioni impegnative sui ghiacciai e gli sciatori. Sul ghiacciaio si scia da settembre a maggio. 


Risalendo la valle
Lasciata la pingue Val Venosta dopo Naturno, la strada che porta in Val Senales, offre scorci paesaggistici sull’incombente Castel Juval, residenza di Reinhold Messner (e sede di uno dei 6 MMM) e sulla lontana piramide del Similaun. Sui pendii punteggiati di masi si staglia il profilo della chiesetta di Monte Santa Caterina. Più avanti, una deviazione porta al villaggio di Certosa, conosciuto per la presenza dell’antico e particolarissimo monastero certosino (del 1327), ricostruito dopo l’incendio che lo distrusse nel 1924.


Ötzi a Madonna di Senales
Madonna di Senales (1508 m) la prossima tappa lungo la carrozzabile della valle, con le nuove e linde casette sorte accanto agli antichi masi (alcuni sono autentiche opere d’arte), con le locande custodi di preziose stube in legno, con la chiesa barocca del 1330,  è un magnifico esempio di simbiosi fra vecchio e nuovo.
La “presenza” di Ötzi e delle prime tracce umane nelle Alpi, rivivono nel nuovissimo Archeoparc allestito ai margini del paese. 



Nella zona all’aperto sono state ricostruite capanne del neolitico dove i bambini imparano, divertendosi, a tirare con l’arco, lavorare l’argilla o cimentarsi in altre attività artigianali. Nel caratteristico locale del centro visite c’è l’esposizione permanente con filmati ed uno show tridimensionale su quanto accadeva ai tempi di Ötzi. All’esterno, guardando verso le montagne, si può vedere il Giogo di Tisa, luogo del ritrovamento del piccolo uomo venuto dal ghiaccio.




Lasciata Madonna di Senales, una serie di ripidi tornanti introducono al lago artificiale di Vernago dalle suggestive sponde selvose. Nella bella stagione si possono compiere romantiche passeggiate intorno al lago, superando anche due ponti a fune. Agli escursionisti è consigliata l’impegnativa salita che in quattro ore, risalendo la Val Tisa, porta al rifugio Similaun e al luogo del ritrovamento di Ötzi.


Maso Corto la “Cervinia dell’Alto Adige”
Dopo aver costeggiato il bacino lacustre di Vernago, la strada attraversa una conca ricca di prati punteggiati in estate da caratteristici covoni di fieno. Sullo sfondo la testata della Val Senales appare in tutta la sua grandiosa bellezza e lì, ai piedi della Palla Bianca (3.739 m), sorge il paese di Maso Corto.
Lo sviluppo turistico, avvenuto tra gli anni 50 e 70, ha trasformato l’antico borgo di pastori in una moderna e apprezzata località di vacanza estiva e invernale, con negozi, pub, ristoranti, alberghi e centri benessere. A Maso Corto le auto sono off limits e quindi si passeggia in tutta tranquillità. Oltre alle piste sul ghiacciaio (raggiungibile in funivia), in inverno la skyarea si allarga anche sui pendii circostanti.
Abbagliati dal ghiacciaio


 In soli sei minuti, la funivia dei ghiacciai deposita turisti e sciatori all’hotel Grawand (3.212 m) il più alto d’Europa, situato direttamente sulle piste da sci del ghiacciaio. L’hotel, dotato di ogni comfort, è anche base di partenza per escursioni e scalate. Le piste che si snodano nel grembo del ghiacciaio Giogo Alto sono bellissime e vengono utilizzate (soprattutto la pista Leo Gurschler), da metà settembre per gli allenamenti delle squadre austriache e italiane che partecipano alla Coppa del Mondo. Tra gli gli atleti italiani figura anche Giuliano Razzoli, medaglia d’oro olimpica a Vancouver 2010.



Anche sul ghiacciaio si  percepisce la presenza di Ötzi: all’interno del Grawand è stata allestita la Otzi-Show-Gallery, un tunnel espositivo con pannelli  che illustrano la vita di 5000 anni fa  e la riproduzione di Ötzi a grandezza naturale con le sue armi e i suoi utensili.

''Iceman Ötzi Peak'', sempre più in alto
Ai piedi della grande  croce che svetta sul “roccione” della Croda delle Cornacchie (3.251 m), meta per escursionisti esperti e scalatori, è stata costruita una piattaforma che offre un panorama da togliere il fiato. Dall’hotel Grawand bastano pochi minuti di percorso attrezzato per raggiungere questa struttura in acciaio corten di colore bruno-rossastro, inaugurata da pochi giorni. Tutti possono raggiungere questa terrazza tra le più alte d’Europa, con le cime oltre i 3000 metri (a 360°), incredibilmente vicine. I nomi delle vette sono visibili con i “Viscope”, potenti telescopi ad uso gratuito installati sulla piattaforma ''Iceman Ötzi Peak''.
E Ötzi ?. Basta avvicinarsi a una feritoia che indirizza lo sguardo verso il Similaun, che Ötzi cercò di attraversare 5000 anni fa.



Chi vuole conoscere "personalmente" Ötzi, deve andare a Bolzano al Museo Archeologico

12-13 settembre: Arrivano le pecore …!
E su quel selvaggio crinale ancora oggi a giugno e settembre, si compie una spettacolare transumanza (patrimonio Unesco) I pastori che detengono antichissimi  diritti di pascolo conducono, tra mille difficoltà, un corteo di pecore e capre attraverso il Giogo Basso e il Giogo Alto e raggiungere, dopo 44 km, in territorio austriaco, i verdi pascoli della Ötztal. Non è folclore ma un rituale rimasto immutato nei secoli. In giugno le greggi  lasciano la Val Senales a Vernago e a Maso Corto: in settembre il ritorno nelle stesse località degli animali (4000) viene accolto da numerosi spettatori e da peculiari feste in costume. La transumanza è diventata patrimonio culturale immateriale dell’ Unesco.


Causa Covi19, il ritorno delle pecore (12 settembre a Vernago -13 settembre a Maso Corto) avverrà senza la tradizionale festa dei pastori.



 
I viaggiatori in camper vengono accolti a Maso Corto da una moderna area di sosta

 
Credit photo: Tourismusverein Schnals

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