La
Lauberhorn è una meraviglia di pista
che si dipana ai piedi della Jungfrau
e che presenta una serie di cambi di pendenza e un muro considerato il più
ripido e il più difficile al mondo. Un tracciato, peraltro ben preparato, che può
regalare performance straordinarie da parte degli atleti. E così è stato anche
durante la gara di oggi che ha entusiasmato il numeroso pubblico (dominanti le
bandiere svizzere).
Nella
prima manche, sotto un cielo blu, ha dominato la scena Clément Noël, partito
con il pettorale uno. Ha pennellato la pista, disegnata da una tracciatura
interessante, con la sua sciata moderna e una tecnica sopraffina.
Non ha commesso
errori e si è piazzato ampiamente al primo posto, che conserverà anche nel
secondo run con una intelligente e giudiziosa discesa. Il giovane francese ha
vinto (bissando il successo dell’anno precedente) con largo margine su un
indiavolato Kristoffersen e su un sorprendente Khoroshilov, classe 1984.
“E’ stato fantastico” ha detto il
raggiante transalpino Noël, incoronato dal mitico Ingemar Stenmark, tra i migliori sciatori del mondo.
Niente
da fare per i vari Foss-Solevaag
(quarto), Yule (quinto)
Pinturault addirittura ha inforcato nella
seconda manche, perdendo la leadership in classifica generale a favore Kristoffersen.
E gli italiani?. Sono partiti in sette e alla fine
sono arrivati in due: Giuliano Razzoli
(11°) e Simon Maurberger (23°). Per
gli altri notte fonda; un deludente Gross
nemmeno si qualifica; Vinatzer inforca verso la fine della
seconda manche (ma la stoffa c’è). Per Sala,
Liberatore e per l’esordiente Gori (pettorale 67), la qualifica è
stata una chimera.
Go, Razzo, go..
La prima manche dell'olimpionico di Villaminozzo, partito dal cancelletto con il pettorale 24, è stata fantastica. Alla Razzo per intenderci, mettedo in campo sicurezza e dinamismo. Gli sci "Voelkl" devono aver capito che bisogna ubbidire.
Nella seconda manche, sotto una copiosa nevicata, Razzoli si è staccato dal cancelletto con decisione, ma dopo il muro ha cambiato ritmo, il fiato si è fatto corto e, per evitare guai (gli servono punti), ha proseguito con giudizio frutto dell'esperienza terminando ad un soffio dalla top ten.
Per Giuliano Razzoli, la gara di Wengen (qui nel 2016 arrivò secondo) si è trasformata in una performance per tutti inaspettata. I problemi che lo assillano non li ha ancora risolti e gli allenamenti dei giorni scorsi sulle nevi di Champorcher non lo hanno soddisfatto.
La prova di Wengen va sicuramente a vantaggio del suo morale e il saluto con le racchette alzate dopo la derapata all'arrivo, è stato significativo. Per la cronaca, è mancata l'ondeggiate macchia azzurra del suo Fan Club.
Alla stampa un allegro Giuliano Razzoli ha dichiarato: “Contento del risultato odierno dopo un inizio di stagione complicato dove ho avuto problemi e non riuscivo a trovare la sciata giusta. Oggi ho fatto due buone manche, la prima ottima, la seconda buona". Alla domanda sulla prossima gara a Kitzbühel, ha dichiarato: “la amo, anzi amore ed odio perché li mi sono infortunato, ma cercherò di fare meglio di oggi".
Alla stampa un allegro Giuliano Razzoli ha dichiarato: “Contento del risultato odierno dopo un inizio di stagione complicato dove ho avuto problemi e non riuscivo a trovare la sciata giusta. Oggi ho fatto due buone manche, la prima ottima, la seconda buona". Alla domanda sulla prossima gara a Kitzbühel, ha dichiarato: “la amo, anzi amore ed odio perché li mi sono infortunato, ma cercherò di fare meglio di oggi".
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