lunedì 9 gennaio 2017

Erik il vichingo, ancora lui !




Ad  Adelboden,  Kristoffersen si fa un baffo della nebbia e vince, lo seguono sul podio il marebbano volante Moelgg e un Hirscher scuro in volto. Non ancora al meglio, Razzoli che frena spesso, amministra la gara e si piazza al 28esimo posto.




“Speriamo ci sia la nebbia….” Lo dicono quelli del culatello nella bassa parmense, ma non ad Adelboden. Invece, in questa località montana dell’Oberland bernese, storica sede di gare di Coppa del Mondo, una nebbia dispettosa (e non è la prima volta) ha creato problemi  e polemiche  durante la gara di slalom maschile dell’8 gennaio. Hirscher era scuro in volto anche per quello: nella prima manche ha sciato in mezzo alla nebbia dalla partenza all’arrivo, mentre per  Kristoffersen, la visibilità era favorevole. E il tempo di 1,60 di distacco dal norvegese, nella prima manche, la dice lunga.  I distacchi abissali sono poi stati la costante della prima frazione di gara. "Questo è lo sci, non l’ hockey su ghiaccio", ha commentato Marcel Hirscher, rifiutando poi di lamentarsi per la scarsa visibilità.

Nella prima manche, Stefano Gross (pettorale 4) con visibilità ancora buona ha inforcato prima di entrare nella nebbia, mentre un grande Manfred Moelgg ha conquistato perentoriamente il secondo posto di manche. Si sono qualificati per la seconda manche Patrick Thaler  e un diligente Giuliano Razzoli, che a sprazzi ha mostrato miglioramenti nella tecnica che fanno ben sperare. Per gli altri italiani in gara, buio pesto.

La cronaca della seconda manche vede ancora la foschia a disturbare gli sciatori, ma con meno insistenza rispetto alla prima frazione. Lo spettacolo delle discese è stato di alta qualità e ha tenuto, quando sono partiti in sequenza gli ultimi sette,  i 20.000 spettatori presenti con il fiato sospeso. Hirscher è velocissimo ma sta dietro a Moelgg che con una manche capolavoro rimane al secondo posto. Poi c’è la sinfonia finale di Erik Kristoffersen (1,83 di vantaggio su Moelgg) il re dello slalom. Al traguardo il “gatto norvegese” con le sue capriole non trattiene la gioia.


Giuliano Razzoli, nella seconda manche ha sciorinato un ottimo tempo tra il primo e secondo intermedio, poi ha cominciato a frenare, soprattutto sul muro e nel finale, senza più carburante, ha rallentato ancor più chiudendo al 28esimo posto.
“ Sul muro ero veramente  cotto. Ho recuperato sulla tecnica ma sulla forma fisica ancora non ci sono. Tirare fino alla fine è ancora dura” ha commentato a caldo il Razzo che domenica prossima gareggerà a Wengen all’ombra dello Jungfrau.



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