Ancora
Lui, Kristoffersen sul gradino più alto del podio dello slalom di oggi a Wengen.
Secondo Hirscher, terzo un ritrovato Neureuther. Discreta l’Italia dello sci
con Moelgg ottavo, Gross 13esimo, Razzoli
in miglioramento (18esimo), Sala 20esimo. Fuori Thaler.
Wengen, villaggio dell’Oberland bernese
dominato dai “magnifici tre” Eiger, Monch,
Jungfrau, ha vissuto una due giorni di gare di Coppa del Mondo alquanto travagliata
per colpa del meteo decisamente avverso, tanto che la gara di discesa libera è stata
annullata.
Un vero peccato perché si tratta della discesa più famosa al mondo
su una pista, la Lauberhorn, che
declina una serie di superlativi: 4,5
km di lunghezza che si percorrono in 2,5
minuti (16 per i comuni mortali) raggiungendo la velocità di 160 km.
Lungo il percorso s’incontrano
diversi salti come il Minschkante e il Silberhorn
nonché un passaggio stretto tra le rocce chiamato Hundschopf.
Nonostante
i timori della vigilia oggi lo slalom speciale si è svolto regolarmente, con
neve perfetta sulla pista, buona visibilità e sprazzi di sole nel corso della
seconda manche.
Grazie alle azzeccate tracciature della pista, la gara è stata
un vero show per gli aristocratici di questa specialità: Kristoffersen, Hirscher, Neureuther, Khoroshilov, Moelgg, Gross,
Lizeroux e con i soliti inserimenti tra i primi di atleti
usciti dalla trincea, come l’austriaco Hirschbuhl,
che con il pettorale 46 conquista il quarto posto.
Nello
slalom vince chi sfrutta meglio, oltre alla velocità, la forza di gravità. Cosa
che il leggiadro Kristoffersen sembra
fare in modo sublime. Tra i paletti stretti il 22enne norvegese al momento non ha rivali; già al
comando nella prima manche (relegando Hirscher
al quarto), nella seconda fa il calcolatore, rischiando un po’, ma un guizzo
finale lo colloca sul gradino più alto del podio con soli 15 centesimi di
vantaggio su Hirscher che mima con
un gesto delle dita il breve distacco. Per l’austriaco continua la fase di
mancanza di vittorie a Wengen.
Gli
italiani
Nella
prima manche sul difficile tracciato della Lauberhorn, una triade italiana
composta da Thaler (quinto), Gross (settimo), Moelgg (decimo) fanno ben sperare
per un possibile podio.
Ma nella seconda manche i sorrisi scemano: Thaler
inforca, Gross non risplende, Moelgg non trova il giusto feeling con la
tracciatura della pista: comunque occupa l’ottavo posto. Tommaso Sala, con una
bella gara, chiude alla 20esima posizione. Niente da fare (non qualificati) per
Ronci e Tonetti.
Giuliano Razzoli
Per
qualcuno il Razzo è l’oggetto misterioso, il campione lontano anni luce da quello
performante del gennaio 2016 quando era salito sul secondo gradino del podio
proprio nello slalom di Wengen.
Poi l’odissea
degli infortuni cui abbiamo più volte parlato. Il ritardo sulla preparazione è evidente,
ma la costanza e la caparbietà, unite alle indiscusse potenzialità, al campione
olimpico di Vancouver, non gli mancano.
Già ad Adelboden ha mostrato segni di miglioramento,
che possono sembrare lenti, ma per un vero recupero fisico per chi fa slalom ci
vuole tempo. “ Avrei bisogno proprio di
tempo ma ne ho poco” ha detto ieri Razzoli in un intervista Rai. “ Ai mondiali di Sankt Moritz mi restano
due gare per qualificarmi, devo impegnarmi sul recupero fisico”. Ha chiosato
il Razzo.
Nella
gara odierna di Wengen il campione
di Razzolo di Villaminozzo, è partito
con il pettorale 24 e la prima parte della sua prova è stata confortante. Era tra i migliori con un ritardo di 1/100 da Kristoffersen, poi (come gli sta accadendo da un po’) il fiato si è
fatto “corto” e ha chiuso la manche in 22esima posizione, scivolando poi alla
24esima.
Nella
seconda, ha messo in mostra buoni lampi alla Razzo, poi la solita difficoltà di azione motoria, chiudendo
comunque la gara al 18esimo posto.
Avevo
Giuliano al telefono un paio d’ore fa durante il viaggio di ritorno dalla
Svizzera e mi ha fatto una breve analisi della gara.
“ Ho fatto qualche errore e qualche curva presa non bene, ma comunque non
ho perso molto tempo Vorrei andare più forte ma ad un certo punto della gara
faccio fatica a mantenere il ritmo, ed è sulla tenuta fisica che devo lavorare.
Invece per quanto riguarda la tecnica
credo di essere sulla strada giusta. Ora passerò qualche giorno a casa, poi
mercoledì partirò per Kitzbuhel”. Ciao e in bocca al lupo Razzo. “ grazie e
viva il lupo. Ciao”
Per
la cronaca, a Wengen per la prima
volta mancava (viste le pessime condizioni meteo) la falange azzurra del suo
Fan Club che sarà presente domenica prossima a Kitzbuhel.
Nessun commento:
Posta un commento