Susa,
sbocciata e cresciuta al centro di un anfiteatro naturale di grande bellezza e
in una posizione di netto controllo delle antiche vie di comunicazione con
l’Oltralpe, è una città scenografica, attraente e ricca di tesori del passato.
Percorrendo
da Torino la E70 in meno di un’ora si raggiunge l’antica capitale della Val di Susa. Il
consiglio, tuttavia, è di lasciare l’autostrada ad Avigliana e immettersi sul
dinoccolato e interessante percorso della SP24. La val di Susa inizia
ufficialmente tra Caprie e Chiusa San Michele (rispettivamente sulla riva sn e
dx della Dora Riparia), all’ombra dei contrafforti dei monti Pirchirano e
Caprasio. In questa zona nel 773 d.C. si svolse l’epica battaglia delle Chiuse Longobarde
( si ricordano i primi versi della tragedia manzoniana: “all’arduo muro che Val
di Susa chiude, e dalla Francia la longobarda signoria divide….” ) tra l’esercito
di Carlo Magno e quello del
condottiero longobardo Adelchi figlio
del re Desiderio. Proseguendo lungo
la Sp 24 non sfugge allo sguardo, alta sulla sinistra, la mole gigantesca della
Sacra di San Michele, la “Mont Saint
Michel sabauda” (QUI la descrizione) tappa
importante lungo la via Francigena.
Dopo
aver superato il paese di Villarfioccardo
(con l’Abbazia di Montebenedetto nascosta tra i boschi) e il pittoresco borgo
medioevale di San Giorgio di Susa,
si arriva a Susa. La città venne
fondata in tempi antichissimi e in epoca romana aveva assunto una grande
importanza per la sua posizione strategica. Di quel periodo rimangono preziose testimonianze
come l’acquedotto, l’anfiteatro ma soprattutto il maestoso Arco di Augusto e
gli archi delle Terme Graziane. Ma proprio per la sua posizione di rilievo
militare e di controllo sui valichi del Monginevro
e del Moncenisio, Susa, durante il Medioevo, fu al centro
di sanguinose contese, guerre, assedi e distruzioni come quella ordinata dal Barbarossa nel 1173. Successivamente la
città passò sotto il dominio dei Savoia
grazie alla contessa Adelaide,
moglie di Oddone I.
Susa fu luogo di transito di eserciti, papi e
imperatori. Cominciò Annibale con i suoi elefanti, poi arrivarono Pompeo,
Augusto, Pipino il Breve, Carlo Magno, Enrico IV diretto a Canossa, Federico
Barbarossa e Napoleone Buonaparte.
Il
modo migliore per avere un bel colpo d’occhio sulla città è quello di salire
sull’altura dove emergono le vestigia di epoca romana. Da questa suggestiva
zona il profilo del centro appare scandito dallo svettare di numerose torri
romaniche e barocche; su tutte, predomina l'appariscente campanile, ricco di
bifore, trifore e quadrifore, della poderosa Cattedrale di San Giusto (XI secolo). A fianco s’impongono gli
imponenti torrioni di Porta Savoia,
splendido esempio di architettura militare piemontese. In alto troneggia la
cuspide del Rocciamelone (3.538 m) “il
Cervino delle Alpi Graie”, che sulla sommità ospita il santuario più alto
d’Europa.
Per
andare alla scoperta del centro storico si può partire da piazza San Giusto.
Il
centro storico, permeato da
un fascino particolare, è caratterizzato da vie irregolari, alcune porticate,
secondo l’uso piemontese, su cui si affacciano pregevoli edifici e case dai
colori tenui. Nella minuscola piazza de’
Bartolomei è d’obbligo la sosta alla pasticceria Pietrini, che tra
le dolci leccornie proposte, invita ad assaggiare il “Pan
della Marchesa” (torta ricoperta da nocciole tostate e scaglie di mandorle)
e le “Lose Golose” (paste secche,
ottenute da albume e zucchero montati a neve con profumo di cacao e amaretti).
Altra sosta, questa volta per un aperitivo o un caffè, ai tavoli dei locali che
affollano la panoramica piazza IV
Novembre (ex piazza del Sole); da qui si gode una bella vista, oltre il
ponte sulla Dora Riparia, della chiesa barocca della Madonna del Ponte. Il complesso religioso ospita il Museo
Diocesano d’Arte Sacra, uno splendido scrigno di opere d’arte, fra le quali
le coloratissime statue in legno (del XVIII secolo) e il trittico in bronzo
dorato che nel 1358 fu portato sulla vetta del Rocciamelone dal nobile
Bonifacio Rotario.
La Dora Riparia |
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