domenica 3 aprile 2016

Goodbye regina degli architetti



Il 31 marzo, a Miami, è morta improvvisamente Zaha Hadid, la più famosa architetto donna del mondo. Per molti era un genio per le sue creazioni spaziali e per la sua personalità multiforme; per altri era una “visionaria” per il suo eccentrico concetto di architettura. Nel corso della sua vita professionale (il termine archistar fu coniato per lei) ha realizzato ciò che poteva sembrare impossibile,  e i suoi capolavori sono sparsi in ogni angolo del pianeta. Durante i nostri viaggi, abbiamo ammirato le sue realizzazioni a Innsbruck, a Marsiglia e al Plan de Corones.
Cominciamo da Innsbruck
La capitale del Tirolo è una città affascinante che irretisce il visitatore con un cocktail  di bellezze dalle mille sfaccettature. Il suo centro storico, raccolto sulla riva destra dell’Inn, evidenzia una mirabile scenografia di facciate medioevali, rinascimentali e barocche e una sequenza di superbi palazzi e chiese antiche. Ma l’essenza del suo ricco e insigne passato convive in modo straordinario con evolute e singolari infrastrutture (opere di celebri architetti fra i quali l’anglo-irachena Zaha Hadid e il britannico David Chipperfield) che hanno aggiunto colore e carattere a una città già bella, creando una straordinaria e armoniosa sintesi  tra il vecchio e il nuovo. 
Dell’archistar anglo-irachena, Innsbruck vanta due opere straordinarie: l’avveniristica funicolare Hungerburg, con  le singolari architetture delle stazioni che si trovano lungo il panoramico tragitto e il Bergisel, il trampolino di salto con gli sci. I due vagoni della funicolare sono un gioiello di tecnologia e, partendo dal centro di Innsbruck, se vi riesce, salite in quello di testa perché vi aspettano sette minuti di percorso mozzafiato. Prima sotto terra, poi sospesi sul fiume, quindi attraverso il bosco e infine un’impennata perentoria (pendenza 46 %) con arrivo al belvedere di Hungerburg, da cui si gode una vista magnifica su Innsbruck. La struttura della stazione di Hungerburg (definita di “fluida spazialità”) con le sue forme inconsuete  sembra fluttuare nell’aria e palesa una perfetta sintonia con l’ambiente. 
 Il Bergisel, che provenendo dal Brennero è impossibile non notare, è il trampolino di salto con gli sci tra i più noti al mondo. Fino al 2002 era in funzione il vecchio impianto ( nel 1964 e 1976  qui venne accesa la fiamma olimpica) reinventato nello stesso anno da Zaha Hadid che lo ha plasmato nella più grande e moderna opera architettonica delle Alpi. Lo ski jump Bergisel é alto 47 metri e lungo 90 ed é uno straordinario accostamento tra una torre in cemento e una struttura spaziale in acciaio, che accorpa la rampa di salto a una terrazza con bar-ristorante. Da questo balcone, protetto da vetrate e raggiungibile con due ascensori, si ammira il panorama e al tempo stesso il volo degli atleti sullo sky line di Innsbruck. Sulla rampa gli allenamenti si svolgono anche senza neve, grazie a particolari materiali posti sulla pista.

La metamorfosi  della città affacciata sul “grand bleu”

Lo scrittore di noir Jean Claude Izzo diceva che Marsiglia “ non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide”. Dipende dai punti di vista, noi l’abbiamo visitata due anni fa ed è stato un “coup de coeur”. La Marsiglia dei Borsalino, del fumo delle Gauloises che ammorbava i bar del Panier e del View Port, non esiste più. Per un amarcord bisogna leggere i romanzi di Jean Claude Izzo o guardare i film di Marcel Pagnole . Nel 2013 Marsiglia è stata eletta città della cultura e per l’occasione è stata ripulita e reinventata; il nuovo look ha coinvolto il View Port, l’antico quartiere del Panier e la vasta  zona del porto. Ora Marsiglia é fascinosa, dinamica, esotica e mediterranea al tempo stesso. Ma a rendere spettacolare questa città è il suo nuovo skyline con architetture dal design avveniristico firmate dalle archistar più famose al mondo (Zaha Hadid, Rudy Ricciotti, Kengo Kuma, Stefano Boeri e Massimiliano Fuksas).
 La mutazione urbanistica più appariscente (parte del progetto Euro-Méditerranée)  è quella che ha interessato la vasta zona fronte mare compresa tra il Forte Saint-Jane, l’imponente cattedrale de la Major e l’immensa zona portuale della Joliette. Emergenze spettacolari che ho descritto in un reportage sul magazine Caravan e Camper Granturismo. 
 La “Tower CMA”, creatura di cemento, acciaio e vetro di Zaha Hadid, si libra verso il cielo a 145  metri di altezza dal riqualificato quartiere Arenc,  è  “il fiore all’occhiello” di Marsiglia. Il grattacielo non poteva comunque superare (volontà del sindaco) il belvedere della basilica di Notre dame de la Garde (altra meta imperdibile per chi visita  Marsiglia) che sorge sulla parte più alta della città a 154 metri. L’idea di costruire la Tower è venuta nel 2004  a Jacques R. Saadé, fondatore della società CMA GCM, la terza e più grande compagnia di navigazione del mondo. Il magnate  di origine libanese, incontrò  Zaha Hadid a Beirut e  le chiese se era disponibile a progettare una torre a Marsiglia. “Si può fare !” rispose l’archistar che aveva da poco conquistato  il Pritzker Architecture (una sorta di Nobel per l’architettura). I lavori iniziarono nel 2006 e nel 2010 la “Tower CMA” ombreggiava il cielo di Marsiglia e appare con una silhouette molto caratteristica, asimmetrica e scultorea e con un elegante rivestimento vetrato. (descrizione progetto). 




CMA TOWER


Location: quai d’Arenc (Porto di Marsiglia – tram T2-T3), altezza 145 metri, 33 piani, 53000 mq di superficie totale vetrata, 65.000 m3 di calcestruzzo utilizzati e 6.000 tonnellate di acciaio. Dispone di  ristorante panoramico, sale fitness, un  auditorium, un  grande acquario, un museo marittimo, un’università. Costo, oltre  50 milioni di euro. Ospita 2.400 dipendenti CMA e il centro direzionale. Entro la fine del 2016 altri quattro edifici alti più di 100 metri affiancheranno la torre.



A due passi dal cielo
La Pustertal (Val Pusteria) è una favolosa fetta di Alto Adige ammantata di paesaggi da cartolina, sorvegliata  dalle meravigliose creste delle Dolomiti di Sesto e dalle Tre Cime di Lavaredo. Lungo la valle, luogo ideale per le vacanze all’aria aperta in ogni stagione, si susseguono splendide località (San Lorenzo di Sebato, Brunico, Dobbiaco, San Candido e Sesto) piene di storia e tradizioni. All’altezza di Brunico si alza il Plan de Corones morbida montagna a forma di panettone, paradiso per  escursionisti e bikers nella bella stagione e per gli sciatori in inverno (Skirama Plan de Corones). Il pianoro sommitale (a 2.275 m, raggiungibile con diversi impianti di risalita) chiamato “Pitzhornle”, offre un fantastico panorama sulle montagne circostanti e dal 2015 ospita il Messner Mountain Museum Corones
E’ il sesto dei musei dedicati alla montagna ideati dal grande alpinista. Il progetto del Corones, dedicato all’alpinismo tradizionale, è quanto mai singolare e porta la firma di Zaha Hadid, che ha seguito (cosa di non poco conto) le indicazioni di Messner che voleva uno sviluppo del museo all’interno della montagna e grandi finestre e terrazze panoramiche. All’esterno sbucano infatti tre grandi “occhi” di cemento che dispongono di vetrate che oltre ad assicurare un’illuminazione naturale alla zona ipogea del museo, offrono una maestosa vista sul Gruppo delle Odle, sul Pilastro di Mezzo del Sasso di Monte Croce, montagne che per Messner hanno un particolare valore affettivo. Una delle aperture  vetrate del museo si allunga verso il vuoto, formando una spettacolare terrazza da cui si gode un maestoso panorama a 240°, dalle Alpi dello Zillertal all’Ortles, fino alle Dolomiti. La zona ipogea del museo è modellata dalle linee sinuose e morbide, tipiche dei progetti di Zaha Hadid che coinvolgono il sistema di scalinate a cascata che uniscono i vari livelli espositivi con oggetti delle collezioni di Reinhold Messner. Il Corones è un museo veramente eccezionale sia per la location sia per i per contenuti. Da non perdere anche la visita al quinto museo ospitato nel castello di Brunico.






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