Il 31
marzo, a Miami, è morta improvvisamente Zaha Hadid, la più famosa architetto donna
del mondo. Per molti era un genio per le sue creazioni spaziali e per la sua
personalità multiforme; per altri era una “visionaria” per il suo eccentrico
concetto di architettura. Nel corso della sua vita professionale (il termine
archistar fu coniato per lei) ha realizzato ciò che poteva sembrare
impossibile, e i suoi capolavori sono
sparsi in ogni angolo del pianeta. Durante i nostri viaggi, abbiamo
ammirato le sue realizzazioni a Innsbruck, a Marsiglia e al Plan de Corones.
Cominciamo da Innsbruck
La
capitale del Tirolo è una città
affascinante che irretisce il visitatore con un cocktail di bellezze dalle mille sfaccettature. Il suo
centro storico, raccolto sulla riva destra dell’Inn, evidenzia una mirabile
scenografia di facciate medioevali, rinascimentali e barocche e una sequenza di
superbi palazzi e chiese antiche. Ma l’essenza del suo ricco e insigne passato
convive in modo straordinario con evolute e singolari infrastrutture (opere di
celebri architetti fra i quali l’anglo-irachena Zaha
Hadid e il britannico David
Chipperfield) che hanno aggiunto colore e carattere a una città già bella,
creando una straordinaria e armoniosa sintesi
tra il vecchio e il nuovo.
Dell’archistar anglo-irachena, Innsbruck vanta due opere straordinarie: l’avveniristica funicolare Hungerburg, con le singolari architetture delle stazioni che si trovano lungo il panoramico tragitto e il Bergisel, il trampolino di salto con gli sci. I due vagoni della funicolare sono un gioiello di tecnologia e, partendo dal centro di Innsbruck, se vi riesce, salite in quello di testa perché vi aspettano sette minuti di percorso mozzafiato. Prima sotto terra, poi sospesi sul fiume, quindi attraverso il bosco e infine un’impennata perentoria (pendenza 46 %) con arrivo al belvedere di Hungerburg, da cui si gode una vista magnifica su Innsbruck. La struttura della stazione di Hungerburg (definita di “fluida spazialità”) con le sue forme inconsuete sembra fluttuare nell’aria e palesa una perfetta sintonia con l’ambiente.
Il Bergisel, che provenendo dal Brennero è impossibile non notare, è il trampolino di salto con gli sci tra i più noti al mondo. Fino al 2002 era in funzione il vecchio impianto ( nel 1964 e 1976 qui venne accesa la fiamma olimpica) reinventato nello stesso anno da Zaha Hadid che lo ha plasmato nella più grande e moderna opera architettonica delle Alpi. Lo ski jump Bergisel é alto 47 metri e lungo 90 ed é uno straordinario accostamento tra una torre in cemento e una struttura spaziale in acciaio, che accorpa la rampa di salto a una terrazza con bar-ristorante. Da questo balcone, protetto da vetrate e raggiungibile con due ascensori, si ammira il panorama e al tempo stesso il volo degli atleti sullo sky line di Innsbruck. Sulla rampa gli allenamenti si svolgono anche senza neve, grazie a particolari materiali posti sulla pista.
Dell’archistar anglo-irachena, Innsbruck vanta due opere straordinarie: l’avveniristica funicolare Hungerburg, con le singolari architetture delle stazioni che si trovano lungo il panoramico tragitto e il Bergisel, il trampolino di salto con gli sci. I due vagoni della funicolare sono un gioiello di tecnologia e, partendo dal centro di Innsbruck, se vi riesce, salite in quello di testa perché vi aspettano sette minuti di percorso mozzafiato. Prima sotto terra, poi sospesi sul fiume, quindi attraverso il bosco e infine un’impennata perentoria (pendenza 46 %) con arrivo al belvedere di Hungerburg, da cui si gode una vista magnifica su Innsbruck. La struttura della stazione di Hungerburg (definita di “fluida spazialità”) con le sue forme inconsuete sembra fluttuare nell’aria e palesa una perfetta sintonia con l’ambiente.
Il Bergisel, che provenendo dal Brennero è impossibile non notare, è il trampolino di salto con gli sci tra i più noti al mondo. Fino al 2002 era in funzione il vecchio impianto ( nel 1964 e 1976 qui venne accesa la fiamma olimpica) reinventato nello stesso anno da Zaha Hadid che lo ha plasmato nella più grande e moderna opera architettonica delle Alpi. Lo ski jump Bergisel é alto 47 metri e lungo 90 ed é uno straordinario accostamento tra una torre in cemento e una struttura spaziale in acciaio, che accorpa la rampa di salto a una terrazza con bar-ristorante. Da questo balcone, protetto da vetrate e raggiungibile con due ascensori, si ammira il panorama e al tempo stesso il volo degli atleti sullo sky line di Innsbruck. Sulla rampa gli allenamenti si svolgono anche senza neve, grazie a particolari materiali posti sulla pista.
La metamorfosi della città affacciata sul “grand bleu”
Lo scrittore di noir Jean Claude Izzo
diceva che Marsiglia “
non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si
fotografa. Si condivide”. Dipende dai punti di vista, noi l’abbiamo
visitata due anni fa ed è stato un “coup de coeur”. La Marsiglia dei Borsalino,
del fumo delle Gauloises che ammorbava i bar del Panier
e del View Port, non esiste più.
Per un amarcord bisogna leggere i romanzi di Jean Claude Izzo o
guardare i film di Marcel
Pagnole . Nel 2013 Marsiglia è stata
eletta città della cultura e per l’occasione è stata ripulita e reinventata; il
nuovo look ha coinvolto il View Port, l’antico
quartiere del Panier
e la vasta zona del porto. Ora Marsiglia é fascinosa,
dinamica, esotica e mediterranea al tempo stesso. Ma a rendere spettacolare
questa città è il suo nuovo skyline con architetture dal design avveniristico
firmate dalle archistar più famose al mondo (Zaha
Hadid, Rudy Ricciotti, Kengo Kuma, Stefano Boeri
e Massimiliano Fuksas).
La mutazione
urbanistica più appariscente (parte del progetto Euro-Méditerranée) è quella che ha interessato la vasta zona
fronte mare compresa tra il Forte
Saint-Jane, l’imponente cattedrale de la
Major e l’immensa zona portuale della Joliette.
Emergenze spettacolari che ho descritto in un reportage sul magazine Caravan e Camper Granturismo.
La “Tower CMA”,
creatura di cemento, acciaio e vetro di Zaha Hadid, si libra
verso il cielo a 145 metri di altezza
dal riqualificato quartiere Arenc, è “il
fiore all’occhiello” di Marsiglia. Il grattacielo
non poteva comunque superare (volontà del sindaco) il belvedere della basilica
di Notre dame de la Garde (altra meta
imperdibile per chi visita Marsiglia)
che sorge sulla parte più alta della città a 154 metri. L’idea di costruire la Tower
è venuta nel 2004
a Jacques R. Saadé,
fondatore della società CMA GCM, la terza e più grande compagnia di
navigazione del mondo. Il magnate di
origine libanese, incontrò Zaha
Hadid a Beirut e le chiese se
era disponibile a progettare una torre a Marsiglia. “Si può fare !” rispose l’archistar che aveva da poco conquistato il Pritzker Architecture (una sorta di
Nobel per l’architettura). I lavori iniziarono nel 2006 e nel 2010 la “Tower CMA” ombreggiava il cielo di Marsiglia e appare con una silhouette molto caratteristica, asimmetrica
e scultorea e con un elegante rivestimento vetrato. (descrizione
progetto).
CMA
TOWER
Location:
quai d’Arenc (Porto di Marsiglia – tram T2-T3), altezza 145 metri, 33 piani, 53000 mq di superficie totale vetrata, 65.000 m3 di calcestruzzo utilizzati e 6.000 tonnellate di
acciaio. Dispone di ristorante
panoramico, sale fitness, un auditorium,
un grande acquario, un museo marittimo,
un’università. Costo, oltre 50 milioni
di euro. Ospita 2.400 dipendenti CMA e il centro
direzionale. Entro la fine del 2016 altri quattro edifici alti più di 100 metri
affiancheranno la torre.
A due passi dal cielo
La Pustertal
(Val Pusteria) è una favolosa fetta di Alto
Adige ammantata di paesaggi da cartolina, sorvegliata dalle meravigliose creste delle Dolomiti di Sesto e dalle Tre Cime di Lavaredo. Lungo la valle, luogo ideale per le vacanze all’aria
aperta in ogni stagione, si susseguono splendide località (San Lorenzo di Sebato, Brunico,
Dobbiaco, San Candido e Sesto)
piene di storia e tradizioni. All’altezza di Brunico
si alza il Plan de Corones morbida
montagna a forma di panettone, paradiso per
escursionisti e bikers nella bella stagione e per gli sciatori in inverno
(Skirama Plan de Corones). Il pianoro sommitale (a 2.275 m, raggiungibile con
diversi impianti di risalita) chiamato “Pitzhornle”, offre un fantastico
panorama sulle montagne circostanti e dal 2015 ospita il Messner Mountain Museum Corones.
E’ il sesto dei musei dedicati alla montagna ideati dal grande
alpinista. Il progetto del Corones,
dedicato all’alpinismo tradizionale, è quanto mai singolare e porta la firma di
Zaha Hadid, che ha seguito (cosa di non poco conto) le indicazioni di Messner
che voleva uno sviluppo del museo all’interno della montagna e grandi finestre
e terrazze panoramiche. All’esterno sbucano infatti tre grandi “occhi” di
cemento che dispongono di vetrate che oltre ad assicurare un’illuminazione
naturale alla zona ipogea del museo, offrono una maestosa vista sul Gruppo
delle Odle, sul Pilastro di Mezzo
del Sasso di Monte Croce, montagne che per Messner hanno un particolare valore affettivo. Una delle
aperture vetrate del museo si allunga
verso il vuoto, formando una spettacolare terrazza da cui si gode un maestoso
panorama a 240°, dalle Alpi dello Zillertal
all’Ortles, fino alle Dolomiti. La zona
ipogea del museo è modellata dalle linee sinuose e morbide, tipiche dei
progetti di Zaha Hadid che coinvolgono il sistema di scalinate a cascata che uniscono i vari
livelli espositivi con oggetti delle collezioni di Reinhold
Messner. Il Corones è un museo veramente
eccezionale sia per la location sia per i per contenuti. Da non perdere anche
la visita al quinto museo
ospitato nel castello di Brunico.
Nessun commento:
Posta un commento