I
monti Tatra, che segnano il confine geografico tra Polonia e Slovacchia, rappresentano
la più elevata e maestosa catena dei Carpazi e formano una sorta di selvaggia e
incontaminata enclave montuosa. Un vero paradiso per sciatori, alpinisti ed
escursionisti. Tra questi, tanto tempo fa, calcava spedito i sentieri un
giovane prete di nome Karol Wojtyla.
Dal belvedere del monte Gubalowka abbiamo ammirato un panorama emozionante sulla verdissima conca di Zakopane (la
Cortina polacca) dominata dalla catena dei Tatra.
La visione di questo meraviglioso paesaggio ci ha coinvolto in modo particolare
grazie alla narrazione di Stanislaw
Apostol, la guida che ci ha accompagnato alla scoperta del bellissimo e
riposante territorio del Podhale (nel sud della Polonia ai piedi dei Tatra),
punteggiato tra l’altro da stupendi esemplari di edilizia in legno.
Tatra, le Alpi in miniatura
La superficie dei Tatra,
racconta Stanislaw, é relativamente piccola ( 750 kmq), ma la struttura interna
dei monti é eccezionalmente interessante. Le varie catene montuose, assai
elevate in confronto della anzidetta superficie occupata, sono intersecate da
profonde valli, con pareti scoscese e altissimi dirupi.
Dalle ripide balze
precipitano a valle torrenti impetuosi mentre laghi smeraldini (il lago Morskie
Oko e la valle dei cinque laghi) danno un tocco incantevole ed emozionante a
questi luoghi. Le vette, anche se non raggiungono quote elevatissime,
impressionano per il notevole dislivello che le divide dalla vallate. La cima
piú alta é Gerlach (2655 m) situata in territorio slovacco, mentre in quello
polacco il monte più alto é il Rysy (2499 m). Anche la struttura geologica
dei Tatra
é interessante: la catena centrale, più elevata, é costituita da roccia
granitica a cui fa da corona una catena più bassa composta da rocce calcaree
traforate da numerose grotte.
I selvaggi boschi dei Tatra
sono popolati da una fauna variegata come camosci (simbolo del Parco Nazionale),
cervi, caprioli, volpi, marmotte e orsi. Godendo della protezione stabilita
dalle leggi, i camosci sono presenti in gran quantità e gli escursionisti (anch’essi molto numerosi)
lungo i sentieri incrociano i loro sguardi con facilità.
Gli orsi dei Tatra
sono circa 50 capi e può capitare d’incontrarne qualche esemplare anche sui
sentieri battuti. Stanislav consiglia di essere prudenti evitando incontri
troppo ravvicinati e un “abbraccio“ troppo vigoroso.
Nel 1954, per tutelare le ricchezze naturalistiche e regolamentare l'impatto dell'uomo sull'ambiente, venne istituito il Parco Nazionale dei Tatra che ogni anno é visitato da circa 2 milioni di escursionisti e 50 mila sciatori.
Il Parco, che occupa l'intera
superficie dei Monti Tatra, si puo
visitare usufruendo di una fitta rete di sentieri (285 km) di varie difficolta
e lunghezza. Si rammenta che é vietato abbandonare i sentieri. All’interno del
territorio del parco si puó trovare ospitalita in 8 rifugi ben dislocati ed
attrezzati. Per raggiungere le valli piu interne, dove il traffico
automobilistico é interdetto, si possono utilizzare i carri trainati da cavalli
e condotti dai montanari locali che indossano il caratteristico costume.
Karol Wojtyla e i Tatra
Sciatore provetto e camminatore
eccezionale Karol Wojtyla é
stato legato ai Tatra
fin dalla giovinezza. Dalla vicina Wadowice,
suo paese natale, su quei monti ci andava spesso e ci é tornato tante altre
volte da sacerdote, da vescovo, e due volte da papa: nel 1983 e nel 1997.
Amó molto questi luoghi che
segnarono anche il suo cammino
spirituale; tra questi monti infatti amava ritirarsi nei silenzi della natura.
Nei rifugi è esposta la Sua foto da
alpinista con lo zaino sciupato e gli sci un po' vetusti.
Non c’é da stupirsi – racconta
ancora Stanislaw – se l’anziana montanara che vendeva il tè in una capanna sui Tatra,
non abbia riconosciuto il cardinal Wojtyla
che si presentò da lei (poco prima di esere eletto papa nel 1978) con un gruppo
di studenti. Il cardinale, vestito come un normale alpinista , poichè era un
bravo camminatore arrivò alla capanna per primo e chiese il tè per tutti. Ma la
vecchia lo sgridò: << voi giovani
chiedete solamente il tè e io, vecchia, devo portare l’acqua da sola. Ora non
ho più acqua e se vuoi bere va a prendermela alla fonte >>. Quando
gli studenti arrivarono rimasero sorpresi nel vedere il cardinale che portava
due secchi d’acqua. Uno dei ragazzi presentò quell’uomo alla donna che per poco
non si sentì male. Ma un colpo forte le venne davvero quando conobbe l’esito
del Conclave.
A Stanislaw una volta confidò:
<< sono tanto vecchia e stupida - se
io avessi tenuto l'acqua fino ad oggi, avrei due secchi dell'acqua piú santa
del mondo... >>
Nel giugno 1983 in un rifugio della vallata Chocholowska, Wojtyla incontrò Lech Valesa e subito dopo fece una camminata nel fondovale. Questa fu l’ultima passeggiata del Papa sui Tatra. A dire il vero ci ritornò nel giugno del 1997, ma non aveva più la forza per camminare. Salì sul monte Kasprowy in funivia e si recò al lago Morskie Oko (il più grande e il più bello dei Tatra) in papamobile.
Un polacco speciale
Fisico robusto
e sguardo forte e intenso, Stanislaw Apostol è un personaggio straordinario ed
eclettico. Vive a Nowy Targ cittadina della Malopolska (Piccola Polonia) nel
territorio dei Tatra, esercita la professione di geologo e di guida turistica
ufficiale dei Monti Tatra ed è anche (insieme alla moglie) un provetto
alpinista. Conosce molto bene la lingua italiana e in Italia ci viene spesso
per i suoi interessi legati agli scambi culturali e per cimentarsi in scalate
sulle pareti dolomitiche. Se andate nella regione dei Tatra per qualche
scalata, escursione, o per scoprire le emergenze storiche e turistiche della
zona, affidatevi a Stanislaw ad occhi chiusi.
Credit foto paesaggi - Adam Duda
foto del Papa - Pawel Murzyn.
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