mercoledì 27 marzo 2019

San Giuliano, il borgo di Fellini


Rimini, oltre all’anima romana e rinascimentale, ne ha una più intima e pittoresca: il Borgo San giuliano, amato da Federico Fellini. E’ il momento giusto per andarlo a scoprire.


Borgo San Giuliano: “e Borg”

Adagiato lungo la sponda sinistra del fiume Marecchia, Borgo San Giuliano  (“e Borg” come lo chiamano gli abitanti) ha origini antiche e fu abitato per secoli da marinai, pescatori e artigiani. E’ costituito da un intrico di viuzze su cui si affacciano case basse colorate e diverse  osterie, che negli anni 50 furono trasformate in locali raffinati, ma conservando l’aspetto e l’atmosfera delle tipiche trattorie romagnole.

Ma a cavallo degli anni 80, ombre scure calarono sul borgo: l’idea era di abbatterlo per far posto a un’area residenziale da affiancare alle moderne strutture affacciate sul bellissimo lido di San Giuliano Mare. I “borghigiani” insorsero e organizzarono una grande festa (“Festa de borg” che da allora viene ripetuta ogni due anni) allo scopo di far conoscere a tutti le radici, la bellezza e la ricchezza di questo borgo. Ricchezza anche artistica come la Pala di Paolo Veronese custodita nella chiesa dedicata a San Giuliano.

La festa salvò il quartiere, molte case dal sapore medioevale furono restaurate e sulle facciate color pastello comparvero i murales, realizzati da vari “street artist” e ispirati a personaggi del borgo e ai film del Maestro Fellini.



Darsena di Rimini, un luogo unico
Punto di partenza per andare la scoperta di Borgo San Giuliano, è il parcheggio (c’è anche un area di sosta camper) della Darsena di Rimini, uno dei porti turistici più appariscenti del Mediterraneo. Una piacevole passeggiata sul percorso pedonale sopraelevato, concede vedute panoramiche sul “letto” di barche da sogno, sul suggestivo litorale di San Giuliano e sulla grande ruota panoramica di Rimini. Alcune costruzioni moderne contribuiscono ad accentuare l’effetto scenografico. Fa parte dello scenario anche la costruzione del ristorante Molo22  sospesa sul mare.



Dalla Darsena, risalendo a piedi la riva sinistra del porto canale (ultimo tratto del fiume Marecchia)  si raggiunge la chiesa di Madonna della Scala e varcato l’arco della cinta muraria tardo medioevale di Rimini, per via Marecchia si entra in Borgo San Giuliano.



Per le vie del borgo
Si passeggia in un trionfo di muri gialli, blu, ocra, di porte colorate a volte socchiuse, di balconi traboccanti di fiori. Naturalmente gli occhi cercano i murales che si palesano qua e là sulle facciate delle case e che riproducono in modo appariscente e poetico momenti dei film di Federico Fellini e dei suoi personaggi.
Ecco “Le Notti di Cabiria”, “La dolce vita”, “La strada”, “I Clown” e tanti altri affreschi che riproducono i personaggi e la vita che un tempo animava il borgo.

Da non perdere una sosta gastronomica all’Osteria de borg , dove si viene accolti con simpatia e dove il mangiar bene è una filosofia vincente. Si gustano primi piatti della tradizione romagnola o una delle tante pizze proposte (portano i nomi dei vecchi abitanti del borgo), piatti accompagnati da “sangiovese” e per chiudere un morbido e delicato “millefoglie”. E non mancano i menù di pesce.



Verso la storia
Da Borgo San Giuliano è irrinunciabile dedicare tempo alla Rimini antica e lo si fa attraversando 2000 anni di storia. Tanti ne ha il Ponte di Tiberio (21 d.C.) l’imponente struttura romana sostenuta da cinque archi piantati nel letto del Marecchia. Dal 2018 c’è un’alternativa che consente di “passeggiare sull’acqua”, a valle del Ponte Tiberio, su una moderna passerella pedonale (criticata non poco), che poi prosegue sulla riva destra del Marecchia.



Sulle orme del Maestro
Io, a Rimini, non torno volentieri. Debbo dirlo. È una sorta di blocco”, diceva Federico Fellini.  
 In realtà in questa città ci ha vissuto poco e pur ricordandola nei suoi film (come Amarcord, I Vitelloni) non vi ha girato nemmeno un metro di pellicola. 

Comunque a Rimini i luoghi della memoria legati al Maestro sono tanti e si possono scoprire con percorso ad hoc. Si parte dalla casa natale in via Dardanelli 10, sede della Fondazione e del museo. In centro c’è palazzo Gambalunga, in cotto e pietra d’Istria oggi sede della Biblioteca civica, ma che negli anni Trenta era una scuola dove Fellini frequentò il ginnasio. Poco distante, in via Dante, sorge casa Dolci che lo ospitò da ragazzo. 

Tra i luoghi riminesi più amati da Fellini vanno annoverati il tempio Malatestiano (“d’estate bianco come un osso di seppia”) e il faro settecentesco sul porto-canale. Poi c’è il cinema Fulgor (in Corso d’Augusto) che lo affascinava da ragazzo e lo ha evocato nei film Amarcord e Roma

Andando verso il mare s’impone il simbolo della storia felliniana, il Grand Hotel dove alloggiava alla stanza 316 quando tornava a Rimini

Tappa finale  al cimitero monumentale dove c’è  la tomba di Federico Fellini e Giulietta Masina, sormontata dal monumento in bronzo “La Grande Prua” realizzata dall’archistar Arnaldo Pomodoro.

Nell’estate 2020, che coincide con i 100 anni del Maestro, sarà inaugurato il Museo Internazionale Federico Fellini che per le sue caratteristiche e location sarà unico al mondo. “Così finalmente Fellini tornerà a casa”, dicono a Rimini.



I murales del Borgo di San Giuliano (video di Alessandro Guidi)



1 commento:

  1. Complimenti articolo interessante che stimola curiosità e nostalgia dei tempi spensierati in gioventù

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