San Ginesio è un ammaliante borgo medioevale marchigiano, arroccato su una collina a 697 metri sul livello del mare, con panorami spettacolari.
Tra i “Borghi più Belli d’Italia”; “Bandiera Arancione” del Touring; “Bandiera Gialla” dell’Associazione Campeggiatori Turistici d’Italia; “Best Tourism Village” dall’UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite). Sono i biglietti da visita di San Ginesio, minuscolo e sorprendente borgo murato, situato all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, i “monti azzurri” che il poeta Giacomo Leopardi rimirava dal suo “erto colle”.
I "monti azzurri" di leopardiana memoria |
Per noi, San Ginesio è stata una breve e gratificante deviazione (dopo aver lasciato Sarnano) dalla direttrice dello straordinario viaggio “coast to coast”, che da Grottamare ci ha portato a Populonia, seguendo la linea immaginaria del “43esimo parallelo”.
Il borgo di San Ginesio, dal passato millenario, deve il suo nome a Ginesio, attore e giullare romano, convertitosi al Cristianesimo e condannato a morte da Diocleziano nel 303 d.C. L’attore si era rifiutato di mettere in scena in modo buffonesco il battesimo cristiano, e così diventò martire. San Ginesio è riconosciuto come santo patrono degli attori, dei musici e di tutti quelli che lavorano nel teatro.
Entrando nel borgo
Lasciata la bella area di sosta camper che si trova in posizione panoramica ai piedi delle mura castellane che cingono San Ginesio, ci siamo incamminati verso il borgo a varcando Porta Alvaneto, una delle quattro ancora accessibili.
Ci siamo così immersi in una ragnatela di stretti vicoli d’impianto medioevale, dove si affacciano case e chiese in pietra arenaria. Già ai primi passi, la passeggiata ha suscitato in noi una profonda sensazione di calma e di bellezza, ma anche di tristezza.
A San Ginesio, nel 2022 (anno della nostra visita), erano ancora presenti (e in molti casi lo sono ancora) i segni del terremoto che nel 2016 ha colpito l’Appennino centrale; l’ottanta per cento degli edifici civili e religiosi era ancora puntellato e ingabbiato da complicate impalcature.
A San Ginesio non ci sono gli edifici in mattoni rossi, caratteristica dei borghi prima visitati (Ripatransone, Amandola e Sarnano), ma in pietra arenaria dai colori caldi, che rendono il borgo davvero pittoresco.
Il borgo delle “cento chiese”
Tante erano, entro e fuori le mura. Percorrendo le strade del paese sono diverse le chiese che abbiamo incontrato. Quella più appariscente è la Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta, che domina la piazza Alberico Gentili. Risalente all’XI secolo, la facciata di questa chiesa è l’unico esempio di stile gotico fiorito nella Regione Marche.
Collegiata di Santa Maria Assunta |
Purtroppo, la pregevole facciata l’abbiamo solo “intuita” tra le impalcature. Nella centrale piazza Alberico Gentili si affacciano i caffè e una corona di edifici, tra i quali l’imponente Teatro Comunale Giacomo Leopardi, un gioiello dell’800 che riflette la ricca tradizione culturale del borgo.
Piazza Alberici, con la statua di Alberici, l'autore di "De Iure Belli" trattato di diritto pubblico; il teatro comunale, la Torre Civica e sullo sfondo la Collegiata |
Altra chiesa dalla facciata di pregio è quella dedicata a San Gregorio Magno, inizialmente in stile romanico e poi rifatta in stile neogotico. Questa chiesa, come tutte le altre (come San Francesco, Santa Chiara e il Complesso Monumentale di Sant’Agostino e il suo splendido chiostro), è tuttora chiusa in attesa di restauro.
Chiesa di San Gregorio Magno |
Vedute dal “balcone dei Sibillini”
Parco di Colle Ascarano |
Ogni tanto, andando su e giù per le viuzze di San Ginesio, ci è apparso qualche sprazzo di panorama, ma lo stupore si è palesato al Parco di Colle Ascarano. E’ una scenografica balconata tappezzata di alberi da cui ci siamo illuminati d’immenso grazie a una vista mozzafiato dai Sibillini al Conero, passando per il Gran Sasso e i Monti della Laga.
Il Gran Sasso sullo sfondo |
La visita di San Ginesio continua
San Ginesio possiede una delle cinte murarie più lunghe e meglio conservate d’Italia, bucata da 4 porte ancora accessibili. Porta Picena è la più maestosa, sovrastata dal Torrione dei Tiratori.
Ospedale dei Pellegrini e Porta Picena |
Entro le mura abbiamo ammirato il coreografico porticato, con due ordini di archi, dell’ex Ospedale dei Pellegrini (XIII secolo), mentre fuori dalla porta abbiamo osservato con interesse il piccolo Parco della Rimembranza, dedicato ai caduti di tutte le guerre. Un camminamento lungo le mura permette di ammirare il magnifico panorama in cui è immerso il centro storico di San Ginesio.
Eventi e tradizioni
Il
borgo di San Ginesio merita di
essere visitato, anzi vissuto, anche per le sue rievocazioni storiche (come il
“Palio di San Ginesio”) e le manifestazioni culturali o quelle legate alla
gastronomia, come il “Festival del Vincigrassi” in scena in autunno.
QUI il programma degli eventi 2025
Enogastronomia
San Ginesio vanta una tradizione
enogastronomica: si va dai vini DOC, rossi e bianchi (come lo spumante San
Ginesio) ai piatti tipici della variegata cucina marchigiana. Il piatto caratteristico di San Ginesio è il “Polentone” simile al pasticcio di lasagne, ma al posto
della pasta di grano duro si utilizzano sottili fette di polenta di farina di
mais “quarantino”, con sugo di carne
(maiale, vitello o pollo) o in bianco con salsiccia, costate di maiale, funghi
e con l’aggiunta di formaggio pecorino accompagnato dal rosso San Ginesio DOC.
Altro prodotto
tipico è il “ciauscolo” un insaccato a grana fine di carne suina, che viene
macinato due volte per renderlo spalmabile. Il suo sapore è intenso e
aromatico.
Nessun commento:
Posta un commento