L’inizio dell’autunno è la stagione perfetta per un week end fuori porta, per godere quasi in solitudine del fantastico patrimonio storico, paesaggistico e perché no gastronomico dell’Appennino reggiano. In particolare la sua area più spettacolare, dominata dal massiccio del Monte Cusna, regale protagonista delle bellezze del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.
Villa Minozzo |
Villa Minozzo si distingue per l’ospitalità, la tranquillità, la buona cucina e per una rilevante offerta di servizi al cittadino. E’ anche il paese di Giuliano Razzoli, medaglia d’oro in slalom speciale ai Giochi Olimpici Vancouver 2010 e che si appresta a partecipare alla 15esima stagione di Coppa del Mondo di sci.
Vancouver 2010 Giuliano Razzoli conquista l'oro alle Olimpiadi Invernali |
Risalendo la Val d’Asta
Dodici chilometri di piacevole percorso separano Villa Minozzo dalla Val d’Asta, un’ampia conca chiusa fra i declivi del M. Penna (1.261 m), dal versante nord del massiccio del M. Cusna (2.121 m) e dalla spettacolare parete stratificata del M. Torricella (1.054 m). Tutta la zona, dove si alternano boschi e prati, è popolata da minuscole frazioni che conservano ancora tratti della vita montanara di un tempo e qualche pregevole segno di vetusta architettura rurale.In passato la Val D’Asta era una sorta di enclave con una propria identità culturale che confluiva in peculiari manifestazioni d’arte e cultura popolare. Ne è un esempio il “maggio”, una pittoresca forma di drammaturgia popolare a cui Villa Minozzo ha dedicato un museo.Fra gli elementi d’interesse della vallata vi sono anche i ricordi legati alla Resistenza.
Alpe di Cusna
All’altezza del Bar Mangiafuoco, a Case Balocchi, deviando a destra per 5 chilometri, si raggiungono Febbio e la località Rescadore, dove è attiva una stazione di sport invernali e di attività outdoor. Il pregevole contesto naturale costituito dal M. Cusna, ha favorito l’arrivo di visitatori, cercatori di funghi, escursionisti, arrampicatori e, durante l’inverno sciatori e appassionati di sci alpinismo.
Il crinale del massiccio del Cusna che declina verso est |
L’aria limpida e le belle giornate autunnali sono un buon motivo per spingersi lungo i sentieri (a piedi, a cavallo e in mtb) che salgono ai duemila metri del crinale.
Raggiungere la "fronte" del “gigante dormiente” (così lo identifica una leggenda) è il desiderio degli appassionati di montagna e in parte l'ascesa è facilitata da due tronconi di seggiovia. Poi, dal rifugio Febbio 2000 con una impegnativa camminata si raggiunge la cima del Cusna. L’unica incognita è il tempo, poiché non di rado sulla linea di crinale anche se il vento è molto forte, staziona una coltre di nubi. Se il cielo è libero il panorama è mozzafiato.
Rifugio Febbio 2000 e accanto la cima del Cusna |
Febbio, rifugio Zamboni e la sua peschiera |
Alta Val Dolo, selvaggia e affascinante
Tornati sulla SP9 a Case Balocchi, si prosegue per l’altra meraviglia paesaggistica, la Val Dolo. Superato Pian del Monte si raggiunge il borgo di Cervarolo, tra le località più antiche dell’alto Appennino reggiano. Il borgo di Cervarolo è assai pittoresco per la presenza di edifici di origini medioevali e di interessanti dettagli architettonici.
Ma il paese è soprattutto noto per l’eccidio del 20 marzo 1944, commesso dalle truppe tedesche appartenenti alla divisione corazzata "Hermann Göring, come rappresaglia per le perdite subite 5 giorni prima nella battaglia di Cerrè Sologno (tra i partigiani c’era anche mio padre, con il nome di battaglia “Dorando”).
L’alta Val Dolo, oltre all’intreccio di vicende umane e storiche, declina un susseguirsi di gole, di faggete e secolari castagneti. In fondo scorrono le acque chiacchierine e pescose del torrente Dolo che nasce fra le brughiere del versante emiliano del M. Prado (2.054 m) massima elevazione della Toscana.
Gazzano, il paese dei presepi
Per raggiungere Gazzano bisogna lasciare la carrozzabile SP9 subito dopo Cervarolo e scendere per due chilometri su tracciato comunale. Le case di Gazzano si adagiano in un paesaggio bucolico sulla riva sinistra del Dolo (sponda reggiana) e a breve distanza da un suggestivo invaso artificiale. In passato il borgo è stato anche sede comunale, nonché tappa strategica sulla direttrice di transito di pellegrini e commercianti diretti in Toscana. Gazzano ormai spopolato come tanti paesi dell’Appennino, è degno d’attenzione per le sue testimonianze storiche e per la presenza del museo del presepio.
La peculiare raccolta permanente è ospitata su due piani di una ex stalla restaurata situata accanto alla chiesa parrocchiale. Tutti i diorami sono stati plasmati da mani sapienti, quelle di Antonio Pigozzi da Gazzano, uno dei più grandi presepisti in attività in Italia e all’estero.
La visita alla rassegna è semplicemente emozionante così come lo è farsi raccontare la storia dal geniale autore. Le scene dei grandi diorami, realizzati nei minimi dettagli con grande maestria, sono in larga parte ispirati ai borghi e ai paesaggi dell’Appennino reggiano. Non mancano tuttavia ambientazioni orientali. Il museo del presepio di Gazzano è visitato ogni anno da migliaia di appassionati e curiosi provenienti da tutta Europa.
Per le visite chiamare i seguenti numeri:
Antonio 338 3459222
Silvia 349 3802121
Ernestina 348 7732579
Civago, la perla dell’Appennino
E’ la meta finale di questo viaggio sul versante sud est delle “alte terre reggiane”. La provinciale 9 dopo Cervarolo serpeggia alta sul boscoso fianco sinistro della Val Dolo. Una galleria (costruita negli anni 50 per collegare Civago a Villa Minozzo – prima il trasbordo avveniva a dorso di mulo) buca uno spuntone roccioso sul quale svetta l’antica Torre dell’Amorotto. Domenico Amorotto fu uno dei più noti banditi del XVI secolo. La torre è solo un rudere ma vale la pena raggiungerlo per il sentiero attrezzato anche per godere di un ampio panorama.
E bello leggere tutto quanto, anche per chi conosce tutto, e comme ripercorrere,tutti i percorsi...complimenti
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