Il 2021, causa Covid-19, è un anno triste per quanto riguarda la gaia e fantasmagorica atmosfera delle feste carnevalesche. Qui rivivo le indimenticabili esperienze vissute a Mentone, a Nizza e a Ivrea, con spunti per poter visitare queste località appena si potrà.
Carnevale “al limone” a Mentone
L’affascinante Promenade du Soleil di Mentone è il palcoscenico dove sfilano i colorati carri, le cui figure sono plasmate con tonnellate di agrumi. La scenografia è arricchita dalla processione di gruppi mascherati, da ballerine e fanfare in un tripudio di colori e suoni. Più tranquilla e poetica l’atmosfera che si respira negli splendidi Giardini Biovès, dove su un letto di fiori si ergono gigantesche sculture di agrumi dedicate al tema del carnevale, che cambia in ogni edizione. Di notte, poi, i giardini sono un trionfo di luci con le varie composizioni che si allungano, si slanciano e sorprendono. Ogni volta si ha l’impressione di essere catapultati in un mondo fiabesco.
La bella Mentone
Nice Carnaval
Ricordando il Carnevale di Nizza
Un po’ di Nizza
Anche in assenza del Carnevale, Nizza è sempre seducente e magica e il clima mite di questo periodo è un invito a visitarla. A parte la splendida Promenade che incornicia la Baia degli Angeli, l’atmosfera più vivace di Nizza si respira nel labirinto di vicoli della città vecchia. Si cammina tra colorati negozietti e boutique, ristoranti e caffè. che si aprono tra l’incantevole mercato dei fiori di Cours Saleya o all’ombra di edifici barocchi come la cattedrale di Sainte Reparate e il palazzo Lascaris.Naturalmente Nizza è tanto altro: come la collina del Castello, la collina di Matisse (Cimiez), il vecchio porto, la cattedrale ortodossa di San Nicola (un angolo di Russia in Costa Azzurra), e naturalmente i tanti musei a partire da quello di Chagall.
Ricordi del Carnevale di Ivrea
Le trame del Carnevale di Ivrea risalgono al periodo dell’occupazione napoleonica poi, periodo risorgimentale, si arricchirono di un nuovo personaggio, uscito da una leggenda popolare. Si tratta della figura di Violetta, una bella mugnaia il cui rifiuto di cedere all’usanza della “jus primae noctis” e con l’uccisione del pretendente, tal signorotto Ranieri di Biandrate, diventò un’eroina e fu il pretesto per una cruenta rivolta popolare.
La “Vezzosa Mugnaia” è così diventata il personaggio principale del Carnevale d’Ivrea e ogni anno viene scelto tra le più belle donne della borghesia locale. Nella serata del sabato grasso, la Mugnania avvolta nell’abito di lana bianca e con il berretto frigio (modello rivoluzione francese) in testa, si affaccia al balcone del Palazzo Civico, per salutare il festante popolo dei berretti rossi.
Oltre ai cortei storici con quasi duecento personaggi che animano il centro storico e alla presenza di gigantesche fagiolate a scopo benefico, il clou dello Storico Carnevale d’Ivrea è la “battaglia all’ultimo succo” tra tiratori sui carri trainati da cavalli e le squadre a piedi di “arancieri”. Piazza Ottinetti è uno dei quattro campi di battaglia. Migliaia di arance, come proiettili impazziti, disegnano infinite traiettorie e poi si spremono sulle corazze e su gli elmi dei tiratori sui carri e sui costumi dei tiratori a terra.
Al termine della battaglia rimangono a terra quintali di arance schiacciate, l’aria è carica di vitamina C e l’intenso odore degli agrumi si mescola a quello dei fagioli cotti in vari punti della città.
Ivrea val bene una visita
Ivrea, prossima all’ingresso della Valle d’Aosta e bagnata dalla “cerulea Dora” ( dai versi del Carducci) è una città piacevole da visitare. Vanta una storia antichissima, fondata dai Romani nel 100 a.C. e di quell’epoca custodisce i resti dell’anfiteatro. Nella parte alta della città dominano la scena la Cattedrale di Santa Maria (X secolo) e le slanciate torri del trecentesco castello voluto dal Conte Verde Amedeo VI di Savoia. Nella parte bassa di Ivrea da vedere è la rinascimentale Piazza di Città e una passeggiata va fatta sul Lungo Dora. Ai più, Ivrea (Patrimonio Unesco) è conosciuta come la città dell’Olivetti: una città nella città dove fabbrica, case e servizi hanno convissuto (tra il 1940 e il 1960) in una particolare integrazione. Ora, tra gli stabilimenti rinnovati vive il MAAM, il museo all’aperto di Architettura Moderna.
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