Nell’antichità la Val Susa era soprattutto la Via Francigena o via
antica di Carlo Magno, che univa la Francia alla Valpadana attraverso i passi
del Moncenisio e del Monginevro. Molti monasteri e ospizi ne segnavano il
percorso e tra questi si distinguono la Precettoria di S.Antonio di Ranverso, la Sacra di San
Michele e l’abbazia di Novalesa.
Primo incontro
A pochi chilometri da Rivoli,
in direzione di Avigliana, sorge la Precettoria
di Sant’Antonio di Ranverso. Dell’antico e scenografico
complesso, annunciato da un viale fiancheggiato da platani, rimangono la
chiesa, la facciata dell’ospedale e le cascine. La Precettoria fu fondata nel
1188 da Umberto III di Savoia e
successivamente affidata ai monaci Antoniani che ne fecero luogo di accoglienza
per i viandanti affamati e per quelli che lungo il cammino si erano ammalati.
Luogo di grande quiete e spiritualità, questo complesso monastico si fa ammirare per la bellezza della facciata gotica della chiesa decorata da migliaia di formelle in cotto e e per i pinnacoli e le cuspidi che movimentano i profili della chiesa e del campanile. All'interno della chiesa si rimane colpiti dalla bellezza degli affreschi quattrocenteschi di Giacomo Jaquerio e del polittico di Defendente Ferrari.
La Mont Saint Michel piemontese
Nel Medioevo, questo imponente e peculiare complesso fortificato era uno dei più importanti monasteri nonché tappa obbligata per i pellegrini in viaggio verso Roma e al Santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo. E' interessante sapere che la Sacra si trova in posizione equidistante (1000 km) dal celebre santuario del Gargano e dalla mitica abbazia normanna di Mont Saint Michel.
Più che di un'abbazia, la Sacra di San Michele ha le sembianze di una fortezza formata da ciclopici edifici costruiti tra il X e il XVI secolo attorno ad una cappella longobarda, dedicata all'Arcangelo Michele.
Avvicinandosi, rigorosamente a piedi come facevano i pellegrini d'un tempo, l'articolata abbazia stupisce per i singolari giochi prospettici e per l'intreccio di forme romaniche e gotiche.
Ad accogliere i visitatori é la statua dell'Arcangelo dell'Apocalisse che sporge da uno sperone roccioso; poi, oltrepassata la "porta di ferro", scale, rampe e archi che incorniciano squarci di cielo, lasciano senza fiato. Il vertiginoso "Scalone dei Morti", scavato nella viva roccia e la "Porta dello Zodiaco", capolavoro di arte romanica, conducono alla chiesa di San Michele. Le sue tre navate sono un tripudio di opere d'arte, in particolare il trittico cinquecentesco di Defendente Ferrari. Dalla chiesa si accede a una terrazza da cui si gode un panorama straordinario sull'intera Val di Susa contornata dall'ondeggiare delle vette alpine. Poco sotto alla terrazza, spuntanole rovine del "monastero nuovo" e della "torre della bell'Alda" avvolta da una vicenda leggendaria.
Ai confini del tempo
A 8 km da Susa (antica capitale della valle e città di rara bellezza) e dopo aver superato il borgo di Venaus (famoso per la toma di "lait brusc", raro tipo di formaggio) si entra nella fascinosa Val Cenischia che accoglie nel suo grembo l'Abbazia benedettina di Novalesa. Raggiungibile con una breve deviazione dall'omonimo e pittoresco paese, l'abbazia, fondata nel 726 da Abbone, governatore di Susa, affiora tra i campi con un insieme di edifici appartenenti a epoche diverse.Ai tempi di Carlo Magno, Novalesa era l'unico punto di sosta e di meditazione per i viandanti in viaggio da e per il Valico del Moncenisio. In seguito, con la costruzione della strada Napoleonica tra la Francia e la Val di Susa, Novalesa rimase isolata e cadde nell'oblio. Solo nel 1972, con il ritorno de Benedettini dediti al restauro di libri antichi, questo luogo magico riprese nuova vita. Vero gioiello dell'abbazia é la solitaria cappella di Sant'Eldrado decorata da magnifici affreschi duecenteschi.
Da Novalesa il percorso della Francigena in direzione della Francia, sale verso il remoto villaggio di Moncenisio, seguendo tratti ancora autentici ed emozionanti dell'antica Strada Reale, naturalmente da percorrere a piedi.
INFO
Sulla strada di Napoleone.
Lasciata Susa, si sale al Colle del
Moncenisio (2081 m) per la panoramica SS25 che
ricalca l’antico tracciato della strada voluta da Napoleone per il transito del
suo esercito e delle merci. La carrozzabile sale con numerosi tornanti e decise
pendenze, regalando a chi la percorre forti suggestioni paesaggistiche e
significative testimonianze storiche (numerose sono le fortificazioni militari
che ricordano eventi bellici). Dopo i tornanti di Molaretto si stacca una strada che serpeggia tra i boschi di larici
fino a due idilliaci laghetti (qualche slargo per la sosta) e poi al borgo di Moncenisio (un tempo Ferrerera Cenisio)
che con poco più di 40 abitanti è tra i più piccoli comuni d’Italia. Il
solitario borgo con le case in pietra, le meridiane sulle pareti, la piccola
chiesa e una trattoria ai confini del tempo (Polenteria
la Ramasse ) è un’autentica oasi di pace. Ritornati sulla
statale si prosegue per il Colle del Moncenisio con un’altra spettacolare serie
di tornanti (“le scale del Moncenisio”) e infine si raggiunge, già in
territorio francese, il suggestivo lago artificiale della Grand Croix circondato da uno scenario da cartolina sulle montagne
del Parc National de la Vanoise.
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