giovedì 16 ottobre 2014

Val Susa, sulla via dei Franchi



Nell’antichità la Val Susa era soprattutto la Via Francigena o via antica di Carlo Magno, che univa la Francia alla Valpadana attraverso i passi del Moncenisio e del Monginevro. Molti monasteri e ospizi ne segnavano il percorso e tra questi si distinguono la Precettoria di S.Antonio di Ranverso, la Sacra di San Michele e l’abbazia di Novalesa.  
Primo incontro

A pochi chilometri da Rivoli, in direzione di Avigliana, sorge la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Dell’antico e scenografico complesso, annunciato da un  viale fiancheggiato da platani, rimangono la chiesa, la facciata dell’ospedale e le cascine. La Precettoria fu fondata nel 1188 da Umberto III di Savoia e successivamente affidata ai monaci Antoniani che ne fecero luogo di accoglienza per i viandanti affamati e per quelli che lungo il cammino si erano ammalati. 
Luogo di grande quiete e spiritualità, questo complesso monastico si fa ammirare per la bellezza della facciata gotica della chiesa decorata da migliaia di formelle in cotto e e per i pinnacoli e le cuspidi che movimentano i profili della chiesa e del campanile. All'interno della chiesa si rimane colpiti dalla bellezza degli affreschi quattrocenteschi di Giacomo Jaquerio e del polittico di Defendente Ferrari. 
 
La Mont Saint Michel piemontese
 
Dalla placida e suggestiva area naturalistica dei Laghi di Avigliana, la Sp188 sale tortuosa lungo i fianchi delle colline concedendo spettacolari scorci sulla Sacra di San Michele della Chiusa, appollaiata come un nido d'aquila a 962 m sulla cima del monte Pirchiriano. <<  Pareva davvero che la roccia si prolungasse verso il cielo, senza soluzione di tinte e di materia e diventasse a un certo punto mastio e torrione>>: parole di Umberto Eco, che qui prese ispirazione per il romanzo "In nome della rosa". Dopo 10 km si arriva al piazzale Croce Nera, dove si parcheggia. 
Nel Medioevo, questo imponente e peculiare complesso fortificato era uno dei più importanti monasteri nonché tappa obbligata per i pellegrini in viaggio verso Roma e al Santuario di San Michele a Monte Sant'Angelo. E' interessante sapere che la Sacra si trova in posizione equidistante (1000 km) dal celebre santuario del Gargano e dalla mitica abbazia normanna di Mont Saint Michel.
Più che di un'abbazia, la Sacra di San Michele ha le sembianze di una fortezza formata da ciclopici edifici costruiti tra il X e il XVI secolo attorno ad una cappella longobarda, dedicata all'Arcangelo Michele.
Avvicinandosi, rigorosamente a piedi come facevano i pellegrini d'un tempo, l'articolata abbazia stupisce per i singolari giochi prospettici e per l'intreccio di forme romaniche e gotiche.


Ad accogliere i visitatori é la statua dell'Arcangelo dell'Apocalisse che sporge da uno sperone roccioso; poi, oltrepassata la "porta di ferro", scale, rampe e archi che incorniciano squarci di cielo, lasciano senza fiato. Il vertiginoso "Scalone dei Morti", scavato nella viva roccia e la "Porta dello Zodiaco", capolavoro di arte romanica, conducono alla chiesa di San Michele. Le sue tre navate sono un tripudio di opere d'arte, in particolare il trittico cinquecentesco di Defendente Ferrari. Dalla chiesa si accede a una terrazza da cui si gode un panorama straordinario sull'intera Val di Susa contornata dall'ondeggiare delle vette alpine. Poco sotto alla terrazza, spuntanole rovine del "monastero nuovo" e della "torre della bell'Alda" avvolta da una vicenda leggendaria.




                                                                      Ai confini del tempo
A 8 km da Susa (antica capitale della valle e città di rara bellezza) e dopo aver superato il borgo di Venaus (famoso per la toma di "lait brusc", raro tipo di formaggio) si entra nella fascinosa Val Cenischia che accoglie nel suo grembo l'Abbazia benedettina di Novalesa. Raggiungibile con una breve deviazione dall'omonimo e pittoresco paese, l'abbazia, fondata nel 726 da Abbone, governatore di Susa, affiora tra i campi con un insieme di edifici appartenenti a epoche diverse.

Ai tempi di Carlo Magno, Novalesa era l'unico punto di sosta e di meditazione per i viandanti in viaggio da e per il Valico del Moncenisio. In seguito, con la costruzione della strada Napoleonica tra la Francia e la Val di Susa, Novalesa rimase isolata e cadde nell'oblio. Solo nel 1972, con il ritorno de Benedettini dediti al restauro di libri antichi, questo luogo magico riprese nuova vita. Vero gioiello dell'abbazia é la solitaria cappella di Sant'Eldrado decorata da magnifici affreschi duecenteschi. 
Da Novalesa il percorso della Francigena in direzione della Francia, sale verso il remoto villaggio di Moncenisio, seguendo  tratti ancora autentici ed emozionanti dell'antica Strada Reale, naturalmente da percorrere a piedi.



INFO





Sulla strada di Napoleone.
Lasciata Susa, si sale al Colle del Moncenisio (2081 m)  per la panoramica SS25 che ricalca l’antico tracciato della strada voluta da Napoleone per il transito del suo esercito e delle merci. La carrozzabile sale con numerosi tornanti e decise pendenze, regalando a chi la percorre forti suggestioni paesaggistiche e significative testimonianze storiche (numerose sono le fortificazioni militari che ricordano eventi bellici). Dopo i tornanti di Molaretto si stacca una strada che serpeggia tra i boschi di larici fino a due idilliaci laghetti (qualche slargo per la sosta) e poi al borgo di Moncenisio (un tempo Ferrerera Cenisio) che con poco più di 40 abitanti è tra i più piccoli comuni d’Italia. Il solitario borgo con le case in pietra, le meridiane sulle pareti, la piccola chiesa e una trattoria ai confini del tempo (Polenteria la Ramasse ) è un’autentica oasi di pace. Ritornati sulla statale si prosegue per il Colle del Moncenisio con un’altra spettacolare serie di tornanti (“le scale del Moncenisio”) e infine si raggiunge, già in territorio francese, il suggestivo lago artificiale della Grand Croix circondato da uno scenario da cartolina sulle montagne del Parc National de la Vanoise.









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