sabato 13 giugno 2020

Il fascino delle Dolomiti Friulane


Tra le molteplici e straordinarie bellezze del Friuli, terra che Ippolito Nievo definiva “un piccolo compendio dell’Universo”, alcune suscitano emozioni particolari. Fra queste, la Valcellina, il lago di Barcis e la val Cimoliana, dominata dal “campanile” della val Montanaia, che Mauro Corona ha scalato più di 200 volte. 

 Partendo da Monterale (ospita il Museo della Centrale idroelettrica di Malnisio) la Sr 215 per Longarone, s’incunea tra i monti fiancheggiando per qualche tratto il verde smeraldo delle acque del torrente Cellina, imbrigliate più a monte da una diga che ha formato il lago di Barcis. Dopo l’ultima galleria della strada si va a sinistra, imboccando una strada che attraversa il lago di Barcis su una diga di terra. All’altezza dell’Osteria Ponte Antoi (ottimi piatti tipici), è ben visibile l’imbocco della galleria della vecchia strada della Valcellina

La forra del Cellina, perla delle Dolomiti Friulane

Si tratta di un incredibile percorso costruito in un profondo canyon scavato in milioni di anni dal torrente Cellina. L’angusta strada, costruita per raggiungere i cantieri delle centrali idroelettriche, si snoda con ponti e gallerie in un paesaggio “dantesco”, ora recuperato a fini turistici e da percorrere in bici, a piedi o col trenino turistico, ad orari prestabiliti. Questo canyon e il territorio circostante sono tutelati dalla Riserva Naturale Forra Cellina.

Partendo da Ponte Antoi (qui c’è anche il centro visite della Riserva) si possono effettuare diversi percorsi escursionistici dal grande interesse paesaggistico e naturalistico. Noi abbiamo percorso il sentiero del Dint che attraversa fascinosi boschi di faggio e raggiunge una serie di belvedere (sky walk) con vista mozzafiato sul selvaggio mondo del Cellina e in lontananza sul lago di Barcis.





Partendo sempre da ponte Antoi è interessante anche la visita alla diga, quella vera con il suo caratteristico scarico di superficie.
Il lago di Barcis, più verde di così..
L’approdo alla stupenda area di sosta camper collocata su un ombroso promontorio del lago di Barcis, dà la sensazione di essere al cospetto di un paesaggio finto e patinato. Invece, l’acqua smeraldina del lago, il verde cupo dei boschi e la sequenza ininterrotta di cime, sono una spettacolare realtà che regala grandi emozioni. Sulle rive del lago ci si rilassa godendo di splendidi panorami, oppure si pedala lungo una pista che compie il giro del lago. Imperdibile, a un tiro di schioppo dall’area di sosta, la visita di Barcis.





Il paese, la cui storia ha radici antiche, è totalmente immerso nella natura, ha un incantevole e rilassante lungolago e alcuni scorci del centro riflettono la tipicità degli antichi borghi. Lo scenografico Palazzo Centi impreziosito da portici e loggiati ne è un significativo esempio; queste architetture tipiche si ripetono anche nel vicino e magico paese di Andreis, raggiungibile in estate anche con il trenino turistico. Una curiosità: nei dintorni del borgo di Andreis sono state ritrovate impronte di dinosauro e inoltre il paese ospita un centro di recupero dell’avifauna ferita.
Val Cimoliana, regno delle aquile
 
Proseguendo da Barcis verso Cimolais, il percorso incorniciato dalla spettacolare scenografia dei frastagliati picchi dolomitici e dalla presenza del Cellina, si fa sempre più interessante e piacevole. Superato il bivio per il centro visite del Parco Faunistico di Pianpinedo (lungo i vari sentieri è facile avere incontri ravvicinati con cervi, stambecchi e camosci) si prosegue per il paese di Cimolais, piccolo borgo ai piedi delle Dolomiti Friulane


Da qui ci si inoltra in val Cimoliana dominata da un paesaggio intatto e selvaggio, in un tripudio di boschi, fiori e vette aguzze. Questo mondo alpino, cuore del Parco Naturale Dolomiti Friulane, già al primo contatto, percorrendo una stradina solitaria che si fa largo tra paesaggi bucolici, regala emozioni. Il campo base ideale per godere delle bellezze di questa parte iniziale della valle è il camping del Bresin, adagiato in una conca idilliaca a 700 metri di altitudine.




Il cuore del Parco delle Dolomiti Friulane

L’escursione consigliata è quella che porta in 3 ore al rifugio Pordenone (1249 m). Dal camping si percorre una stretta carrozzabile che attraversa prati, boschi, forre scavate dal fiume Cimoliana, guadi e sfasciumi di roccia; il tutto circondato da un tripudio di aguzze vette dolomitiche. Qualche temerario in camper si spinge fino a Pian Fontana o a Casera Pian Pagnon. La strada è stretta e non agevole, nei mesi estivi si paga un pedaggio e la sosta è consentita per una sola notte.
 




Noi ci siamo andati in compagnia di Giovanni Bertagno, guida naturalistica e proprietario del camping Bresin. Il rifugio Pordenone è il luogo giusto, dopo la lunga escursione, per una sosta ristoratrice, ma anche per ammirare il tramonto che tinge di rosa le pareti del Gruppo degli Spalti del Toro. Non è raro veder volteggiare l’aquila reale che è il simbolo del parco. Giunta la sera si cena a base di “frico”, al suono della chitarra per poi trascorrere la notte, presso il rifugio , in assoluto silenzio.





Il giorno dopo, in due ore di cammino (sentiero 353), si raggiunge la base del Campanile di Val Montanaia (2.173 m), un imponente e isolato torrione roccioso che domina l’omonima valle. Star indiscussa del Parco delle Dolomiti Friulane, questa spettacolare guglia alta più di 300 metri è meta di alpinisti provenienti da tutto il mondo che giunti sulla vetta suonano la famosa campana.

Mauro Corona, che abita nella vicina Erto, ha scalato “l’urlo di pietra” più di 200 volte.



Ritornati a Cimolais e superando il passo di Sant'Osvaldo, si entra nella valle del Vajont, con Erto, Casso e la tristemente famosa diga. Questa è un'altra storia che qui ho raccontato.


Nessun commento:

Posta un commento